Bastoni, il cartonato al Leon
d'oro. Priori: "Lo aspettiamo"
"Alessandro è una persona umilissima, un talento - anche suo padre era un giocatore molto valido - e lui ha ripagato con questa vittoria i sacrifici della famiglia" ha detto Priori, che ha poi riferito alcuni “segreti di spogliatoio”. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Era un po’ come se Alessandro fosse lì con loro, anche se in realtà era a Wembley, tra i primi a saltare addosso a Donnarumma, gigante azzurro sui rigori.
Piadena Drizzona adesso può vantarsi di essere la casa di un neo campione d’Europa: 53 anni dopo Aristide Guarneri, un altro cremonese vince il titolo continentale e per Alessandro Bastoni – oltre che per la Nazionale di Mancini – c’era davvero tutto il paese in piazza. Qualcuno davanti al maxischermo, qualcuno – come la mamma e il fratello di Alessandro – al Leon d’oro, il bar principale, con il cartonato del difensore classe 1999 a mo’ di amuleto. Ecco perché era un po’ come se Alessandro fosse lì, con gli amici di sempre, tra i quali è cresciuto.
Ma a Piadena Drizzona Bastoni potrebbe tornare nelle prossime settimane: l’invito ufficiale è giunto dal sindaco Matteo Guido Priori, che ha parlato ad Adnkronos. “Abbiamo visto la partita su un maxi schermo di ultima generazione nella piazza del Comune, abbiamo sofferto e gioito insieme ad Alessandro Bastoni: è stato bellissimo. Con lui ha vinto il talento e ora lo aspettiamo qui”.
“Alessandro è una persona umilissima, un talento – anche suo padre era un giocatore molto valido – e lui ha ripagato con questa vittoria i sacrifici della famiglia” ha detto Priori, che ha poi riferito alcuni “segreti di spogliatoio”.
“Il fratello Luca prima della partita ci ha informato che il morale della squadra era alto e si stavano concentrando, è stata una sfida dura ma dopo la telefonata è stata di gioia. Ho lasciato in pace Alessandro, non l’ho ancora sentito, ma voglio che entro agosto venga a trovarci: lo voglio qui, perché lui è un esempio per i nostri giovani, l’esempio che con il sudore della fronte e una famiglia unita che aiuta il talento si arriva al successo. E sono sicuro che non gli darà alla testa perché è un lombardo contadino, sa da dove arriva. L’Italia ha saputo creare il gruppo, questo dovrebbe essere un esempio in tutti i campi, da chi lavora al comune a chi opera nell’industria. Togliendo le gelosie e lavorando insieme si vince”.
La fenice è risorta dalle ceneri – anche grazie al contributo di Alessandro, perché Mancini ha sempre detto che non esistono riserve – in appena tre anni: 53 anni dopo siamo campioni d’Europa.
Giovanni Gardani