Politica

TI-BRE, appello dei presidenti
di provincia: "Opera necessaria"

Attualmente, hanno sottolineato i 4 presidenti, chi arriva da La Spezia a Parma ed è diretto al Brennero è costretto a deviare nel Modenese per imboccare la A22, mentre la Ti-Bre consentirebbe di avere una linea diretta di collegamento tra il Brennero e il Tirreno, vale a dire un asse di comunicazione fra l’area tedesca e baltica e i porti di Toscana e Liguria

Nel nostro territorio è passato alquanto inosservato un appello che porta la firma congiunta dei 4 presidenti delle province interessate al completamento della bretella Tirreno-Brennero.

È stato il presidente della provincia di Verona Manuel Scalzotto, alcuni giorni fa, a renderne noto il contenuto, che ha condiviso con i colleghi Paolo Mirko Signoroni (Cremona), Diego Rossi (Parma) e Beniamino Morselli (Mantova).

Il forte appello è indirizzato al governo, affinché acceleri la realizzazione della Ti-Bre autostradale. E così, mentre nella nostra provincia si continua a discutere sulla Ti-Bre ferroviaria e sulla autostrada Cremona-Mantova, i giornali delle province vicine hanno dedicato ampio spazio alla notizia, che riaccende i fari su un’opera che è nata da un’idea lontana ormai 50 anni fa.

Il documento redatto a otto mani ribadisce l’esigenza del territorio di poter contare su questa arteria stradale, e non è un caso che ciò avvenga oggi, quando è alle porte il massiccio investimento del Next Generation Ue che potrà avere pesanti benefici anche a livello infrastrutturale.

Come noto, il primo tratto della Ti-Bre è già in pratica ultimato, e collega lo svincolo sull’Autosole di Fontevivo (la A1, anche strada Europea E35, all’altezza dell’imbocco della A15, Autostrada della Cisa, strada europea E33) a Trecasali, poco oltre il fiume Po. Un’opera avviata due anni fa e che ha riguardato la prima decina di chilometri su un totale di poco oltre 84 km, fino a raggiungere Nogarole Rocca, nel Veronese, sulla A22 Modena-Brennero.

Attualmente, hanno sottolineato i 4 presidenti, chi arriva da La Spezia a Parma ed è diretto al Brennero è costretto a deviare nel Modenese per imboccare la A22, mentre la Ti-Bre consentirebbe di avere una linea diretta di collegamento tra il Brennero e il Tirreno, vale a dire un asse di comunicazione fra l’area tedesca e baltica e i porti di Toscana e Liguria.

La lunga vicenda della Ti-Bre è tipicamente italiana. Come già scritto, è trascorso circa mezzo secolo dalla prima proposta. È’ vero che il primo tratto è stato portato a termine, ma si pensi che ciò è avvenuto per un’approvazione del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) datata 2010. Allora il costo era previsto in circa 500 milioni di euro, cifra poi salita fino a quasi 3 miliardi, ma anche questo è nel pieno della nostra “tradizione”. Quanto al tratto tra Trecasali e Nogarole Rocca, la progettazione definitiva si è conclusa nel 2009, e nel frattempo (2017) la società concessionaria Autocamionale della Cisa è stata incorporata nella Società Autostrada Ligure Toscana (Salt), ma ancora si è in attesa dell’aggiudicazione dell’appalto. Questione di risorse statali, ovviamente.

Di tanto in tanto si torna a parlare di quest’opera che condiziona altri interventi: si pensi solo alla tangenziale di Casalmaggiore, da decenni inserita tra le opere compensative della Ti-Bre e quindi che giace nei cassetti mentre il traffico pesante continua ad attraversare la città. Oggi a muoversi ci hanno pensato i 4 presidenti provinciali, mossi dall’imminente arrivo di una gran quantità di fondi da Bruxelles: «La Ti-Bre – affermano i quattro – garantirebbe un miglioramento dei flussi di traffico tra l’Europa centro- settentrionale ed il Tirreno, favorendo lo sviluppo del trasporto merci lungo la direttrice intermodale dal Brennero a La Spezia, con la possibilità di scambi multimodali (ferrovia-strada-nave) ulteriormente rafforzati dalla futura apertura della Galleria di base del Brennero. La nuova infrastruttura accoglierebbe, inoltre, quote significative di traffico pesante, evitando l’attraversamento dei centri abitati e sgravando i collegamenti locali». I presidenti, almeno in alcune province, si sono già attivati per coinvolgere nell’appello i parlamentari nel sostenere la richiesta: il leghista parmense Maurizio Campari ha già interrogato sul tema il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, affermando che l’opera avrebbe valore anche dal punto di vista ambientale in quanto consentirebbe di dimezzare i tempi con cui i Tir da Parma raggiungono Verona: oggi sono 125-130, scenderebbero a 65. Gli ambientalisti, che già si oppongono alla Cremona-Mantova, avranno certo qualcosa da ridire sul valore ambientale della Ti-Bre, che oggi è tristemente interrotta nei campi di Trecasali, e attende di sapere se potrà attraversare il Po tra Gussola e Torricella del Pizzo per raggiungere il casello Casalasco-Viadanese, unico previsto in provincia di Cremona prima del successivo a Bozzolo.

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