Cronaca

Orestina Sarzi Braga: si è spenta
a 93 anni la bottegaia di via Trieste

Era la vecchia bottegaia, abitava a fianco del negozio ed oltre al negozio aveva seguito sino alla fine i suoceri e i figli, Enrica e Pietro. Qualche giorno fa aveva festeggiato il compleanno, il 95esimo compleanno, regalando a tutti il suo solito sorriso lieve. Poi, a qualche giorno di distanza si è spenta, per sempre

Se ne è andata in punta di piedi, così come aveva sempre vissuto. Orestina Sarzi Braga si è spenta, a 93 anni, dopo una vita dedicata al lavoro, ai figli e ai familiari. La sua bottega, in via Trieste, è uno degli ultimi alimentari in paese, il più longevo. Ma nella sua bottega ci trovavi di tutto. Orestina era nata a Rivarolo del Re poi, ancora giovanissima, si era trasferita a Martignana di Po dove aveva iniziato a lavorare nell’alimentari di paese. Poi nel 1957, insieme al marito, aveva aperto l’attività a Casalmaggiore. Quella che c’è tutt’ora in via Trieste.

Nel 1985 aveva perso il marito ma lei, donna di poche parole e di una tempra fortissima, non si era persa d’animo. Aveva proseguito l’attività, aiutata dalla figlia Enrica Finardi, che dopo la scuola aveva deciso di darle una mano. Aveva poi lasciato l’attività alla figlia qualche anno fa, ma sovente la si vedeva in negozio. Perché quel negozio era la sua casa, e la sua anima. A ordinare la merce. “Veniva e sistemava le cose che erano fuori posto, senza dire nulla. Poi, quando mi capitava di essere fuori, tornava dietro al bancone”. Tutti hanno un bellissimo ricordo di lei, a partire dai fornitori: mai una parola fuori posto, mai un’arrabbiatura. Era stata premiata dalla San Vincenzo, come donna buona e meritevole.

Era la vecchia bottegaia, abitava a fianco del negozio ed oltre al negozio aveva seguito sino alla fine i suoceri e tirato su contemporaneamente i figli, Enrica e Pietro. Qualche giorno fa aveva festeggiato il compleanno, il 93esimo compleanno, regalando a tutti il suo solito sorriso lieve. Poi, a qualche giorno di distanza si è spenta, per sempre.

Nell’omelia di commiato don Claudio Rubagotti ha ricordato le sue qualità e al contempo ha parlato delle botteghe, del loro spegnersi e dello spegnersi con loro di una parte della storia di una città. L’importanza dei piccoli negozi che per tanto tempo sono stati crocevia di storie e di vite è stata superata dalla cosiddetta modernità. Ipermercati e centri commerciali hanno sostituito le attività di prossimità e probabilmente anche la bottega di via Trieste seguirà lo stesso destino. Lei, anche dopo essersi in un certo senso ritirata, era sempre e comunque la figura più importante, l’anima e l’immagine di quella bottega. Bottega dalla quale sono passati tanti casalaschi, dagli studenti delle vicine scuole ai residenti delle aree limitrofe.

Ha continuato a dispensare bontà e sorrisi. A servire con gentilezza i suoi prodotti. A non chiedere nulla. Discreta e nobile d’animo se ne è andata – come ci ha detto Pietro – senza disturbare nessuno. Lucida sino alla fine anche adesso resta nella sua bottega. A fianco e nei ricordi di tutti quelli che ha servito e che le hanno voluto bene.

N.C.

 

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