Agoiolo, 4 volontari recuperano
due grossi contenitori in lanca
Boles: "Con fatica e grazie all’aiuto indispensabile dell’amico Antonio “il Nomade” Roffia e del suo aiutante ganese Mosè Amadu siamo riusciti nella non facile operazione. Purtroppo il livello dell’acqua della lanca si era notevolmente abbassato ed è servita tutta la potenza di catene e pick-up per trascinarlo sulla terra ferma"
Importante operazione ecologica, questa mattina, portata a termine da quattro volontari che hanno recuperato in una piccola lanca del fiume, nei pressi di Agoiolo, due grossi contenitori in plastica e metallo. Ad occuparsi della questione Giuseppe Boles, Marco Orlandi, Antonio Roffia e Mose Amadu.
“Il più delle volte – racconta Giuseppe Giupi Boles – siamo noi esseri umani per pigrizia o semplice negligenza ad imbrattare quelle zone che più di altre avrebbero bisogno di maggior attenzione proprio perché lontane da centri abitati e quindi meno raggiungibili dagli addetti ai lavori. In alcuni casi invece è la natura stessa a causare il danno portandosi dietro spazzatura indesiderata. E’ accaduto tre anni fa con l’ultima esondazione del Po che raggiungendo l’argine di cinta ha trascinato due enormi cubi in plastica e metallo finiti purtroppo all’interno di una piccola lanca nei pressi di Agoiolo. Se non fosse stato per l’incentivo offertomi dal professor Marco Orlandi probabilmente io stesso non mi sarei attivato in tal senso e di questo me ne pento perché a noi tutti nessuno escluso tocca il sacrosanto compito di non girarsi dall’altra parte quando vediamo certe situazioni. Con fatica e grazie all’aiuto indispensabile dell’amico Antonio “il Nomade” Roffia e del suo aiutante ganese Mosè Amadu siamo riusciti nella non facile operazione. Purtroppo il livello dell’acqua della lanca si era notevolmente abbassato ed è servita tutta la potenza di catene e pick-up per trascinarlo sulla terra ferma”.
Messi in sicurezza i due imponenti manufatti, ora sarà Casalasca a portarli via. “Ringrazio – conclude Boles – anche Emanuele Bernardelli che tempestivamente avvisato procederà allo smaltimento di quanto recuperato. Il Covid tra le devastanti conseguenze ha portato tuttavia ad una riscoperta della zona golenale. Una crescente fetta di cittadini desidera riappropriarsi della zona più selvaggia e pura del nostro territorio che gratuitamente riesce a restituirci molto più di quanto noi tutti abbiamo saputo fare per lei in questi decenni. Ecco perché tenerla pulita è il minimo sindacale per chi come me si sente eterno debitore verso questi boschi, cuore verde pulsante di Casalmaggiore e frazioni”.
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