Si è spento Giuliano Tripodi, il ricordo
di una ex studentessa del Sanfelice
"Tu avevi scritto: "Quando morirò/piantatemi di traverso/come ho vissuto”. Negli anni eri cambiato, forse oggi ti piacerebbe di più essere sperso nel vento. Grazie prof per la tua cultura, per la tua creatività, per essere stato per noi un maestro".
Si è spento il professor Giuliano Tripodi, 77 anni, in carriera professore sia al Sanfelice di Viadana sia all’Ulivi di Parma. A ricordarlo, con una bella lettera, è Mara Mori, sua studentessa al Sanfelice.
“Carissimo prof, o meglio Tripodi come ti chiamavamo, anche tu sei mancato troppo presto. Oggi ti voglio ricordare insieme ai compagni e alle compagne del liceo scientifico di Viadana (maturità 1975) perchè ci hai trasmesso come prof l’interesse, la fantasia, la curiosità, l’indipendenza e la grande voglia di crescere. Spirito irrequieto e vulcanico, quando entravi in classe ci trascinavi con i tuoi voli letterari, storici, filosofici”.
“Non portavi mai i testi scolastici ma i libri di poesie, sei riuscito a far rivivere davanti a noi Foscolo, Dante, Catullo e magari poeti russi come Esenin. Questi erano uomini veri, rivissuti per noi grazie a te. E per noi che avevamo 16 anni erano una promessa di vita. Durante la ricreazione in corridoio, facevi avanti e indietro sfidando il preside con le terzine di Dante. Tu ci hai legato come gruppo di adolescenti che sognano il futuro: grazie alle tue parole ci mettevi al centro di un sogno, ci facevi vivere una realtà letteraria attraverso la tua narrazione”:
“Tu eri il protagonista e la storia era la tua vita, quella che stavi sognando, e noi vivevamo il meraviglioso momento che stavi vivendo o che sognavi di vivere. Questa forza ci faceva sentire unici, una forza che tutti noi del liceo di allora riconosciamo bene anche grazie a pochi altri prof: Vittorio Mangione, Emma Bernini, Vielca Rinoldi, Giuliano Pescaroli. Tu hai sempre saputo essere la nostra scintilla. Tripodi, con le tue cicatrici sul naso per i vari incidenti con la 500, i poeti russi e “le perle nere”, i tuoi avanti e indietro dal bar di Fernando (bar Centrale), e quando arrivavi al Lido a Casalmaggiore, ecco la nostra giovinezza. Tutto questo sei stato per noi”.
“Tu avevi scritto: “Quando morirò/piantatemi di traverso/come ho vissuto”. Negli anni eri cambiato, forse oggi ti piacerebbe di più essere sperso nel vento. Grazie prof per la tua cultura, per la tua creatività, per essere stato per noi un maestro”.
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