Coldiretti, record storico
export alimentare: +5.3%
Con 57 manifestazioni registrate in Italia, il comparto dell’agricoltura e dell’alimentazione è il settore più rappresentato a livello fieristico con circa un quarto degli appuntamenti secondo l’analisi della Coldiretti su dati Aefi.
E’ record storico per le esportazioni alimentari Made in Italy che fanno segnare un aumento del 5,3% nel primo quadrimestre del 2021 dopo che lo scorso era stato raggiunto un valore di oltre 46,1 miliardi, il massimo di sempre, nonostante la pandemia Covid. Lo ha reso noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare i dati Istat sull’aumento del fatturato industriale ad aprile in occasione della presentazione di Macfrut e Fieravicola 2021 al Ministero delle Politiche Agricole.
Con l’avanzare della campagna di vaccinazione, la riapertura delle attività di ristorazione e la fine della guerra sui dazi – sottolinea Prandini – cresce la domanda di Made in Italy a tavola nel mondo e le grandi fiere internazionali rappresentano un elemento strategico per far conoscere ed apprezzare le eccellenze italiane a istituzioni, stakeholder e operatori di mercato.
Con 57 manifestazioni registrate in Italia, il comparto dell’agricoltura e dell’alimentazione è il settore più rappresentato a livello fieristico con circa un quarto degli appuntamenti secondo l’analisi della Coldiretti su dati Aefi. “Un impegno che va sostenuto con un robusto piano di interventi strategici per l’agroalimentare Made in Italy presentati da Coldiretti nell’ambito del Recovery Plan, dall’innovazione alle infrastrutture” continua Prandini nell’evidenziare “la necessità di colmare il gap competitivo dell’Italia nei confronti di altri Paesi”.
Secondo l’ultima analisi del centro studi Divulga in Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08) e la Germania (1,04), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 euro al chilometro e in Romania 0.64. Si tratta di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell’11% rispetto alla media europea – conclude la Coldiretti – e che colloca il nostro Paese al 30° posto nella classifica mondiale stilata dal Global Competitiveness Report (GCR), curato dal World Economic Forum, che monitora il livello di competitività delle economie mondiali, valutando anche il livello delle infrastrutture.
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