Parkinsonauti in piazza Garibaldi
"La vita è straordinaria, basta volerlo"
Si sono definiti Parkinsonauti, e come gli Argonauti della mitologia greca, sono in viaggio. Affrontano la vita così, per come va affrontata, nella consapevolezza ma senza cedere di un passo, facendo in modo di dare significato all'esistenza senza arrendersi al destino. GUARDA LA FOTOGALLERY E I VIDEO
Sono arrivati in piazza Garibaldi con qualche minuto di anticipo rispetto all’orario preventivato. Non erano tutti freschi come le rose ma dopo una pedalata partita alla mattina da Crema (con tappa alle Colonie Padane a Cremona per il pranzo) fresco non lo sarebbe stato nessuno. 21 atleti, più gli accompagnatori in moto, più il gruppo di supporto giunto in piazza un’ora prima ad allestire l’arrivo.
Un buon numero di loro è malato di Parkinson. Il Parkinson è una malattia neurologica degenerativa cronica, causata dalla morte dei neuroni che producono la dopamina, il neurotrasmettitore che consente il controllo dei movimenti, provocando limitazione nei movimenti, rigidità muscolare, tremore a riposo, compromissione dell’equilibrio. Si tratta di una malattia che colpisce circa l’1% della popolazione al di sopra dei 65 anni. In Italia si stimano circa 300.000 pazienti, con età d’esordio intorno ai 60 anni, anche se sono sempre più frequenti i casi diagnosticati nella popolazione giovanile.
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Si sono definiti Parkinsonauti, e come gli Argonauti della mitologia greca, sono in viaggio. Affrontano la vita così, per come va affrontata, nella consapevolezza ma senza cedere di un passo, facendo in modo di dare significato all’esistenza senza arrendersi al destino. Il loro vello d’oro è la libertà, è quell’esserci ogni mattina risalendo in sella e alla sera, quando poi più o meno stanchi dalla sella si scende per mostrare al mondo (ma più di tutto a se stessi) che si può lottare – grazie anche all’attività fisica – contro una malattia neurodegenerativa in attesa e nella speranza che prima o poi si arrivi ad una cura definitiva.
“Lo sport è importante – ci racconta uno di loro – e non faccio ne più ne meno fatica degli altri. Sono passati cinque anni da quando mi hanno diagnosticato la malattia. Un po’ me lo aspettavo, visto che in famiglia avevamo familiarità. Magari non me lo sarei aspettato a 60 anni. Lo sport è importante. Riduce anche l’esigenza di medicine, contribuisce a farmi stare meglio”.
Arriveranno a Venezia dopo essere partiti da Torino i cicloamatori del Bike Riding for Parkinson Italy 2021. Un centinaio di km al giorno seguendo la ciclovia VenTo. Perché lo sport, come spiegato da qualcuno di loro, può essere una cura, importante tanto quanto, o ancor di più, delle medicine.
Ad accogliere il gruppo di Parkinsonauti in piazza Garibaldi il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, l’assessore allo sport del comune di Torrile Giorgio Faelli e il conservatore del museo del Bijou Letizia Frigerio. Il primo cittadino di Casalmaggiore, in genere poco incline all’entusiasmo, ieri ha accolto con grandissima empatia e partecipazione il gruppo: “Complimenti davvero – ha detto – per questa grande manifestazione. E’ una bellissima iniziativa, ho letto tutta la vostra storia, quello che farete e quello che avete fatto. Complimenti per questa Torino Venezia, percorso sicuramente non facile”.
Dopo essersi rifocillati i parkinsonauti sono stati ospitati presso il Luna Residence di Zelindo Madesani dove hanno passato la notte.
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“La vera protagonista di questa storia – ha spiegato il portavoce Stefano Ghidotti – è l’amicizia, la gioia e la felicità di fare questa cosa. Se guardate le facce e i sorrisi di questi ragazzi, parlano da soli. Siamo da quattro giorni ormai in bicicletta, abbiamo incontrato amici, abbiamo passato associazioni, ci hanno dato da bere e da mangiare, e da ballare, abbiamo ballato il liscio alle due e mezza del pomeriggio. E’ fantastico. Noi siamo in giro da quattro giorni e lo saremo ancora sino a domenica, per testimoniare che lo sport e l’attività sportiva per il Parkinson e per tutte le persone è molto importante. E’ un supporto sia psicologico che fisico alla malattia. Lo sport produce dopamina, quella che a noi manca per la nostra malattia, e lo sport produce felicità, l’amicizia produce felicità. Stare insieme permette di fare cose che normalmente non si farebbero mai. Questi ragazzi hanno fatto 100 chilometri ieri e 110 oggi, qualcuno di loro ha preso in mano la bicicletta tre mesi fa. Oggi abbiam preso l’acqua, il temporale, abbiamo mangiato, fantastico, il culatello di zibello, stiamo vivendo emozioni e situazioni bellissime, e l’Italia come sempre apre il cuore e le porte alle persone. Stiamo facendo questa impresa che in realtà è una passeggiata per ispirare altre persone che vogliano prendere questo esempio per spostare un pochettino il proprio limite. Non serve fare 100 chilometri, basta anche alzarsi dal divano una volta di più, camminare in mezzo alla natura, spostare un po’ il limite e continuare a credere in se stessi perché la vita è straordinaria. La vita è straordinaria anche quando hai una malattia come questa, la vita è straordinaria ogni giorno, basta volerlo”.
Nazzareno Condina