"Masterplan, no a esclusione
dei cittadini da pianificazione"
Gentile direttore,
In una fase storica dove i territori sono continuamente costretti a reinventarsi, purtroppo la nostra provincia non riesce a valorizzare le sue peculiarità né a fare sinergia su base programmatica condivisa e partecipata per uno sviluppo del territorio in modo armonico, etico, sostenibile e innovativo.
Spesso manca la squadra. A volte il metodo, in altre occasioni la condivisione e forse la pari dignità tra le diverse realtà che rappresentano il territorio.
A volte perché, per troppa autoreferenzialità e poco confronto, si privilegia lo specchio, invece che osservare quello che succede fuori dalla finestra, con il conseguente rischio di fornire formule e progetti più simili ad una minestra riscaldata.
Le conflittualità di questi anni certo non aiutano, fatto sta che tutti questi aspetti hanno indebolito il casalasco, il Cremonese, il Soresinese e il Cremasco.
Apprendo dalla stampa che già diciotto sindaci del territorio provinciale hanno detto il loro “NO” alla costituzione di una Associazione Temporanea di scopo per implementare il Masterplan 3C. Iniziativa definita “condivisibile, ma “molto imprecisa sotto l’aspetto economico e organizzativo”. Tralascio, anche se non lo ritengo di poco conto, l’aspetto economico. Vorrei però concentrarmi anch’io sull’articolo 9 dell’accordo il quale prevede che: “Tutta la documentazione e le informazioni di carattere tecnico e metodologico, fornite da uno dei soggetti attuatori ad un altro, dovranno essere considerate da quest’ultimo di carattere riservato”.
Se così fosse, credo che si stia partendo con il piede sbagliato e non posso che concordare con chi ha manifestato dubbi e perplessità.
Far nascere un’associazione di scopo per promuovere con spirito di collaborazione e condivisione un’identità, un brand, progetti e iniziative di rafforzamento territoriale con clausole di “riservatezza” blindate, chiude in una scatola ogni tentativo di confronto e il conseguente dibattito che ne potrebbe scaturire.
Facendo così si soffocherebbe ogni possibilità di coinvolgimento pubblico, e si trasformerebbe un’entità potenzialmente vitale in un mero braccio operativo “senza anima” e non rispondente alle vere esigenze di tutti i cittadini.
Ritenere che i documenti relativi agli enti locali, alle pubbliche amministrazioni e quindi pagati dai contribuenti siano da considerarsi riservati, come previsto dal regolamento, è un qualcosa di aberrante e contro ogni norma che regola e garantisce per trasparenza, ai cittadini, l’accesso ai dati e annullerebbe anche la possibilità di portare dibattito all’interno dei consigli comunali, svilendo così ogni forma di partecipazione pubblica alla costruzione di progettualità territoriali.
Sarebbe il colpo finale e la debacle definitiva della politica territoriale. Mi auguro sia stata una svista da parte di chi ha confermato l’adesione e mi chiedo se i consigli comunali siano stati o meno informati di questa iniziativa. Accettare tutto questo, per politici e amministratori, equivarrebbe ad abdicare e autodichiararsi semplici passacarte ed esecutori di strategie e di progetti di terze parti, oltre che tradire il senso di partecipazione che dovrebbe essere linfa di ogni vera comunità.
In progetti di questa natura la forma è sostanza, e mi auguro che la forma venga drasticamente modificata.
Come ultimo punto di riflessione vorrei soffermarmi sulla paternità dell’iniziativa, che partendo dai tavoli territoriali è sfociata in questa lettera inviata dal Presidente della Provincia. Ogni iniziativa necessita di gambe forti, guida salda e decisioni chiare. Come ribadito in una lettera della scorsa settimana, il movimento politico a cui appartengo è ancora in attesa delle decisioni del presidente della Provincia a seguito della notifica di un decreto penale del tribunale di Cremona.
Grazie per l’attenzione
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