Politica

Pd (e non solo), unione territoriale:
"Non c'è più tempo, serve ASST Oglio Po"

"Cerchiamo per una volta di lottare uniti, lasciando da parte le opposte fazioni, il diritto alla salute e alla cura è trasversale, universale, costituzionale, non svendiamolo per un'appartenenza partitica. Adesso o mai più”. GUARDA LA FOTOGALLERY, IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1 E LE VIDEOINTERVISTE

Hanno unito le forze, a livello territoriale, sotto l’egida principalmente di un partito, il Pd, ma senza disdegnare appoggi esterni, pur appartenenti ad un’area politica vicina ai “dem”. Si sono ritrovati alle 18.30 di lunedì da Bozzolo, Marcaria, Viadana, Dosolo, Rivarolo Mantovano e ovviamente Casalmaggiore fuori dall’ospedale Oglio Po, per chiedere un rilancio che il territorio aspetta da troppo tempo. A coordinare il tutto Velleda Rivaroli, già sindaco di Scandolara Ravara e ora inserita nei quadri provinciali del Pd cremonese.

Per rendere l’idea anche della “geografia” della partecipazione, la mossa migliore è citare tutti i presenti: oltre ai medici Luigi Borghesi e Fabrizia Zaffanella e alla già citata Velleda Rivaroli, erano presenti Stefano Bini per il Pd di Viadana, Mario Daina per il Pd di Casalmaggiore, Noemi Doro per il Pd di Canneto sull’Oglio, Giuseppe Romagnoli per il Pd di Rivarolo Mantovano, Orestilla Sogni per il Pd di Gussola, Claudio Bottura per il Pd di Bozzolo, Stefano Simonazzi per il Pd di Mantova, Gaetano Novellini e Gianni Pedrazzini per il Pd di Dosolo, Paolo Longhini come coordinatore dei circoli Pd dell’Oglio Po, e ancora Silvio Perteghella di Viadana Democratica e Pierluigi Pasotto di Casalmaggiore la Nostra Casa, entrambi consiglieri (a Viadana e Casalmaggiore) non in quota Pd ma che hanno sposato questa battaglia.

QUI SOTTO IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

“Il lavoro che oggi presentiamo come gruppo – hanno spiegato i presenti – è nato sostanzialmente da un unico pensiero che ci ha uniti: siamo lombardi dimenticati dal “modello lombardo”, sulla sanità e non solo! Il nostro Oglio Po, comprende 90mila abitanti divisi in tanti piccoli comuni compresi tra le province di Mantova e Cremona: due territori troppo al confine e troppo lontani dai capoluoghi di riferimento. Troppo lontani da Milano che non ci considera, anzi forse non sa nemmeno esattamente dove siamo! Promesse in questi anni? Tante, troppe! Mantenute? Poche! Anzi potremmo dire oggi nessuna”.

“Il nostro territorio, i nostri presidi sanitari, i nostri presidi sociali, le nostre infrastrutture – hanno spiegato i presenti – non sono oggi quello che erano dieci anni fa e quello che avrebbero dovuto diventare: abbiamo perso servizi, li stiamo perdendo tutt’ora e questa pandemia lo ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità! I prossimi anni che ci attendono, saranno ancora più duri e noi siamo stanchi! Il famoso “modello lombardo” si sfalda, smantellato e indebolito dalle riforme Formigoni e Maroni, che hanno di fatto cancellato i presidi di medicina territoriale. ASST Cremona è lontana, ed è lontana pure Mantova. Ora è giunto il momento che questo territorio abbia finalmente una propria identità come Distretto unico con propri budget e propri servizi gestiti territorialmente! Non da Cremona o da Mantova! Anche e soprattutto nell’ottica delle risorse che arriveranno nei prossimi anni nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per cui sarebbe inaccettabile per noi che in maniera regione-centrica arrivassero solo le briciole!”.

“Abbiamo provato in questi anni a parlare, a confrontarci, chiedere – è stato evidenziato – utilizzando tutte le vie istituzionali possibili! Abbiamo anche purtroppo dovuto confrontarci con l’inerzia di vari sindaci leghisti, che negli anni si sono posti supinamente di fronte alle scelte di regione Lombardia e dei dirigenti da lei nominati, scegliendo di privilegiare la propria appartenenza politica rispetto alla tutela dei servizi. Adesso siamo stanchi: si deve cominciare a pensare che Oglio Po è parte integrante di un sistema unico e merita le medesime attenzioni dei capoluoghi.  Per questo il nostro gruppo ha lavorato per un documento che è solo l’inizio di un lavoro che continueremo a portare avanti su più fronti e che deve vedere una dignità resa a questo territorio!”.

Il documento, di undici pagine, è stato redatto da due medici, ossia Luigi Borghesi, già vicesindaco a Casalmaggiore dal 2009 al 2014, e Fabrizia Zaffanella, oggi consigliere comunale a Viadana. Un documento che riportiamo per esteso a margine. Il punto focale e centrale è l’istituzione di un ASST dell’Oglio Po, dopo che la legge 31 del 1997 aveva cancellato la vecchia USL 50-52 e che la legge 23 del 2015 aveva portato avanti promesse poi non mantenute.

“Da oggi parte la nostra azione unita – hanno precisato i presenti – con manifestazioni ed atti più forti che sono ora necessari, perché di parole ce ne sono state tante e su più fronti, ma sono poi rimaste tali. Questo documento condiviso ha già visto e vedrà il coinvolgimento con tutti le parti sociali, istituzionali e politiche presenti ed attive territorialmente: amministratori, forze politiche, delegazioni e sindacati delle associazioni di categoria e di rappresentanza del mondo del lavoro, delle imprese e degli enti locali, terzo settore e mondo dell’associazionismo! La nostra intenzione è di arrivare in Regione con questa proposta, sottoscritta da quanti la condivideranno, profondamente convinti che è per noi l’unica strada che possiamo percorrere. Senza se e senza ma!”.

QUI SOTTO LE INTERVISTE INTEGRALI A SIMONAZZI, BORGHESI, ZAFFANELLA E PASOTTO

SIMONAZZI – “La gravissima situazione emergenziale causata dal COVID-19 che ha colpito tutto il Mondo ma che sul nostro territorio ha prodotto gravissimi effetti come numero di contagi – ha spiegato Simonazzi – ha dimostrato quanto il sistema sanitario lombardo abbia fallito. La legge regionale 23 del 2015, che doveva creare per l’OglioPo Casalasco-Viadanese un distretto sperimentale direttamente collegato all’ATS e dipendente dalle due ASST di Mantova e Cremona, ha aumentato il distacco con la Regione. L’OglioPo è diventato, se possibile, ancora più territorio di confine e dimenticato dalla Regione.

Nel 2014, quando si cominciò a parlare di riforma sanitaria, alcuni Amministratori di centrosinistra sollevarono molte critiche a questa riforma, evidenziando il concreto rischio di divisione territoriale e smantellamento dei servizi. La Regione garantì che avrebbe investito risorse per potenziare l’Ospedale OglioPo e rafforzare il distretto, convincendo così i sindaci leghisti e di centrodestra ad appoggiare la riforma con le conseguenze che oggi possiamo vedere.

Le promesse che la Regione e i suoi Amministratori di centrodestra fecero non sono state mantenute e oggi serve che chiediamo con forza di ripensare la riforma e ridare dignità ad un territorio troppo spesso dimenticato. Serve oggi che anche chi credette alle promesse vane della Regione, faccia un bagno di umiltà e riconosca l’errore di quella riforma per il distretto Casalasco-Viadanese.

Abbiamo bisogno di una sanità diversa, di una sanità territoriale e di prossimità con investimenti nelle strutture pubbliche e nei servizi. Non possiamo pensare che i cittadini debbano fare decine di km per curarsi o rivolgersi al privato, non per scelta, ma per mancanza di un servizio nel pubblico. Questa cosa è inaccettabile e quindi chiediamo a tutti gli Amministratori e a tutti i 27 Sindaci dell’area Casalasco-Viadanese di sottoscrivere il documento in cui si chiedono più servizi per il nostro territorio ed il riconoscimento dell’OglioPo come reale distretto unico e omogeneo, dimostrando di avere a cuore gli interessi dei cittadini più che gli interessi del proprio partito che oggi governa la Regione e che ogni giorno indebolisce il nostro territorio”.

RIVAROLI – “E’ per me importante – ha sottolineato nel suo intervento Rivaroli – spiegare che tipo di lavoro sta alla base di questo documento e che ci ha portato a questa conferenza stampa, che sarà solo la prima di altre azioni politiche che faremo insieme, non solo sulla sanità. Il gruppo eterogeneo che vedete oggi ha iniziato a lavorare mesi fa, intensificando la sua azione proprio a partire da quest’anno. Abbiamo ritenuto ci fosse una profonda esigenza di confronto all’interno del centrosinistra, a partire dal PD. Soprattutto abbiamo sentito la forte esigenza di ragionare non come casalaschi o viadanesi. Ma come rappresentanti politici dell’OglioPo.

Sono stati disegnati negli anni dei confini politici ed amministrativi senza il nostro particolare coinvolgimento, per un territorio con zone compenetranti che amministrativamente appartengono fino ad ora a due province diverse, ma che hanno ben più di qualcosa in comune, a partire dall’ospedale. Storicamente ci sono stati altri punti d’unione: la medesima ASL, un distretto della lavorazione del legno che è patrimonio comune, un distretto bio Casalasco-Viadanese per fare alcuni esempi.

Per questo noi abbiamo sentito una forte esigenza di confrontarci su tematiche di un’area, l’Oglio Po, che è estremamente omogenea e con legami profondi. Stiamo facendo molte riunioni, e siamo molto compatti. Soprattutto stiamo lavorando in maniera molto trasversale, a partire dal PD ed allargando alle liste civiche territoriali che condividono il nostro pensiero, per cercare di dare delle risposte ed una visione chiara relativamente ai bisogni del territorio e sulle questioni che realmente contano oggi e che fanno parte della vita dei cittadini, a partire dalla sanità ovviamente.

Siamo convinti che sia giunto il momento del “riscatto” per l’OglioPo. Un riscatto che deve trovare la sua base in una politica capace di parlare ai cittadini e di tutelare quei diritti costantemente erosi dalle disuguaglianze dilaganti. Soprattutto siamo convinti che il nostro OglioPo potrà avere un suo ruolo, importante, solo se i due territori superano le divisioni, a partire da quelle politiche ed amministrative, e mettono in campo una forte azione di collaborazione su vari versanti. Il nostro lavoro va in questo senso perché la politica ha questo ruolo: deve unire e deve dare risposte chiare ad un territorio ed ai cittadini che ne fanno parte!”.

PASOTTO – “Ritengo che la pandemia Covid19 – ha concluso Pasotto – con tutto  il carico di dolore che ha portato con se , abbia avuto il triste merito di far emergere alcune verità tenute nascoste da troppo tempo sul sistema sanitario Lombardo :

1) Il cosiddetto “sistema Lombardo” non è esiste e probabilmente non è mai esistito;

2) La medicina territoriale ,  altro mantra Maroniano prima e Formigoniano  dopo  , ha dimostrato sul campo di essere stato un fallimento totale per come è stata articolata , pensando ad un territorio come il comprensorio Oglio Po , che , per caratteristiche quali  bassa densità abitativa , età media elevata  della popolazione ed  estensione avrebbe dovuto  essere il laboratorio ideale nel quale dare il meglio e garantire servizi.

Quello che ha anni accade ai  presidi  del Comprensorio Oglio Po è sotto gli occhi di chiunque lo voglia vedere e ammettere : tagli , riduzione di servizi, liste d’attesa interminabili che rendono difficile per i cittadini  vedersi garantito il diritto alla salute a meno  di mettere mano al portafogli rivolgendosi alle strutture private. E chi non se lo può permettere?

Le tasse  Regionali  e statali  però  sono sempre più salate per i cittadini. Ormai siamo limite. Anche chi , per vicinanza politica con regione  Lombardia ,ha sempre cercato di sminuire i pericoli e i danni di una simile “politica  sanitaria “, dovrebbe prendere coscienza che qui non perde una parte politica o i vari comitati sorti negli anni , che vanno solo ringraziati; qui perde tutto un territorio , perdiamo tutti .

La riforma della legge 23/2015  è l’ultima chiamata; o Regione Lombardia torna sui suoi passi rispetto a scelte strutturali  che perdurano da anni direttamente o dettate  ai vari dirigenti di nomina politica che si sono succeduti alla guida di ASST e Ats, o rimarrà  solo la conta dei danni per noi Lombardi “di  confine” .

Cerchiamo per una volta di lottare uniti, lasciando da parte le opposte fazioni, il diritto alla salute e alla cura è trasversale, universale, costituzionale, non svendiamolo per un’appartenenza partitica. Adesso o mai più”.

LEGGI IL DOCUMENTO COMPLETO DI BORGHESI E ZAFFANELLA

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