Chiesa

Ricordato in Cattedrale il vescovo
Nicolini a 20 anni dalla morte

“Ricordare così i nostri fratelli e padri – ha concluso Napolioni – ci riempie di consolazione, ci motiva a continuare il nostro cammino umano e cristiano sulla loro scia, ma ancora di più a sulla parola del Vangelo”.

(foto diocesidicremona.it)

Era la mattina del 19 giugno 2001 quando in tutta la diocesi le campane iniziarono a suonare a morte. Davano l’annuncio, del tutto inaspettato, dell’improvvisa morte del vescovo Giulio Nicolini. A vent’anni esatti il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto in Cattedrale la Messa di suffragio, aperta proprio ricordando quel “momento improvviso» arrivato «all’indomani dei momenti significativi della vita ecclesiale”. Si era, infatti, appena concluso il Sinodo, un momento importante e impegnativo per l’intera Chiesa cremonese e certamente aveva “fiaccato oltre che ricolmato di gioia” monsignor Nicolini. Proprio questa fusione tra gioia e debolezza ha segnato di luce la celebrazione di suffragio dando senso al ricordo e alla preghiera che apre alla speranza.

Accanto al vescovo Napolioni anche il vescovo emerito Dante Lafranconi, colui che direttamente prese il testimone da Nicolini dopo che l’8 settembre 2001 il Papa decise di trasferirlo da Como a Cremona, dove si insediò il 4 novembre. Presente anche il Capitolo della Cattedrale, insieme anche a qualche sacerdote cremonese che ha voluto essere presente per questo particolare anniversario.

Un ricordo che, aprendo l’omelia, monsignor Napolioni ha voluto estendere a tutti i vescovi cremonesi in Cielo, e sulla cui intercessione si può certamente fare affidamento. “Da lì un vescovo fa molto di più – ha detto il Vescovo –, non smette il suo ministero, se la parola stessa significa: colui che guarda dall’alto il popolo di Dio per tenerlo unito, per guidarlo verso il Signore». E ancora: «Sapere che il vescovo Giulio e con lui tutti i suoi e i nostri predecessori ci guardano dall’alto, intercedono, suggeriscono”, ha rimarcato con affetto Napolioni rifacendosi all’immagine di ogni famiglia, sempre unita spiritualmente ai propri cari defunti.

Prendendo spunto dalle letture e dalla vicenda di Paolo di Tarso, monsignor Napolioni ha quindi richiamato la necessità di guardare oltre le cose terrene, pur necessarie e importanti, riproponendo idealmente a tutti i presenti le parole rivolte all’apostolo delle genti: “Ti basta la mia grazia”. Da qui allora la necessità di impostare una vita con la “priorità di Dio, nella consapevolezza che poi tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. Una vita umana, “fatta di debolezza e sconfitte, che in Gesù Cristo riesce a essere trasfigurata «in vita risorta e onnipotenza di Dio”.

“Ricordare così i nostri fratelli e padri – ha concluso Napolioni – ci riempie di consolazione, ci motiva a continuare il nostro cammino umano e cristiano sulla loro scia, ma ancora di più a sulla parola del Vangelo”.

La celebrazione, che ha visto la partecipazione anche della famiglia del vescovo d’origine bresciana, si è conclusa con un momento di preghiera nella cripta della Cattedrale dove sono conservate le spoglie di monsignor Nicolini.

Dopo la Messa i vescovi Napolioni e Lafranconi hanno incontrato i seminaristi Barnabiti in vista in città.

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