Cronaca

Il masso che segna il Decumano,
riemerso dal canale in secca...

Soltanto un sasso? No, un pezzo - e una testimonianza - di storia. Lo ha spiegato molto bene Stefo Mansi, iscritto al gruppo “Sei di Casalmaggiore se…” su Facebook, mostrando le fotografie di un sasso di fiume “riemerso” quasi per caso.

Soltanto un sasso? No, un pezzo – e una testimonianza – di storia. Lo ha spiegato molto bene Stefo Mansi, iscritto al gruppo “Sei di Casalmaggiore se…” su Facebook, mostrando le fotografie di un sasso di fiume “riemerso” quasi per caso.

“Cosa ci fanno – spiega nel curioso post Mansi – dei sassi di fiume in mezzo a una distesa pianeggiante e argillosa ad almeno 30 chilometri dal primo fiume (l’Oglio) con dei materiali litici simili? Quando la giornata sembra finita, dopo 9 ore di cammino sui tracciati dei decumani tra Gussola, Martignana, Casalmaggiore e Rivarolo, non c’è più voglia di seguire le vecchie mappe, ma solo di tornare a casa e togliersi le scarpe. Eppure, per caso, tra Solarolo Rainero e Casteldidone, in mezzo al nulla… eccolo”.

Il riferimento è ovviamente a questo grande masso, che è la testimonianza dell’antico metodo di “segnare” il territorio, dividendo secondo il Cardo e il Decumano. “Era caduto nel canale sottostante, miracolosamente in secca e quindi visibile sotto il livello solito dell’acqua, dimenticato da 2000 anni. Scivolato, almeno 40 chili semilavorato, ma ancora in asse con due delle vecchie partizioni agrimensorie del cardo e decumano cremonese, tracciate tra il 218 a.c. e il 180 a.c., qui tra i celti cenomani della centuriazione orientale arrivate solo più tardi insieme ai veterani di Ottaviano nel 40 a.c. Serviva a segnare i confini tra due proprietà ed era prossimo al DDIX decumanus, che corre ancora oggi, proveniente da Cremona, tra Gussola e Solarolo Rainero”.

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