Cronaca

Signoroni condannato per
falso: "Valuterò il da farsi"

“Ribadisco – aggiunge il presidente della Provincia –  la buona fede del mio operato: il curriculum vitae allegato alla mia prima candidatura comprendeva le mie cariche in essere, sono stato dichiarato candidabile dalla commissione elettorale e oltretutto sono stato proclamato Presidente della Provincia".

Non è ancora conclusa la vicenda dell’ineleggibilità del Presidente della Provincia Paolo Mirko Signoroni. Una vicenda a colpi di ricorsi della Lega, che a fine 2019, l’anno delle elezioni, aveva ingaggiato una lunga battaglia davanti al Tar per sostenere l’incandidabilità del sindaco di Dovera, essendo all’epoca vicepresidente dell’Ato. In questi giorni Signoroni ha ricevuto la notifica di un decreto penale del Tribunale di Cremona, che lo condanna per falso in atto pubblico a una sanzione di 1500 euro, un atto protocollato il 9 dicembre 2020, del quale non era a conoscenza finora. Il fatto è in relazione alle prime elezioni alla carica di Presidente della Provincia, dalla quale aveva allora presentato le dimissioni.

“Sui prossimi passi farò le valutazioni con il mio legale”, afferma il diretto interessato, che ha tempo 15 giorni per fare opposizione al decreto. “Ribadisco – aggiunge il presidente della Provincia –  la buona fede del mio operato: il curriculum vitae allegato alla mia prima candidatura comprendeva le mie cariche in essere, sono stato dichiarato candidabile dalla commissione elettorale e oltretutto sono stato proclamato Presidente della Provincia. Detto questo, per ribadire ulteriormente la mia buona fede, comunque mi ero dimesso dalla carica di Presidente per poi ricandidarmi”.

Il tempo dello scontro politico per via giudiziaria sembra comunque ampiamente finito: in autunno, dopo le elezioni amministrative, si voterà anche per il rinnovo del consiglio provinciale che già oggi vede solo una debole maggioranza a favore di Signoroni. La cui candidatura fu il frutto di un accordo inedito tra il Pd ed esponenti di Forza Italia usciti dal partito, un quadro politico oggi completamente cambiato.

“Siamo umanamente dispiaciuti per la condanna penale che ha investito Mirko Signoroni – scrivono in una nota i segretari provinciali di Cremona e Crema della Lega -. Ma ci preme sottolineare che la Lega fu la prima a rilevare il problema e il vizio nella candidatura a Presidente della Provincia, dell’agosto 2019, così come la sua elezione ed il mandato, terminato con la corsa alle dimissioni. Dal punto di vista politico fummo attaccati, arrivarono a dire che non volevamo accettare l’esito elettorale e che minavamo la credibilità dell’istituzione stessa. Il tempo è galantuomo, oggi ci restituisce la conferma che nell’occasione solo la Lega aveva difeso la credibilità della Provincia di Cremona.

Ora crediamo che sia necessaria una rivisitazione bipartisan dei fatti, non possiamo credere che la forza politica di maggioranza nell’ambito dell’istituzione provinciale possa limitarsi a derubricare il fatto come una “leggerezza”. Confidiamo che si possa valutare l’occasione delle elezioni del Consiglio provinciale come l’epilogo di una legislatura nata da un patto inedito e con una tornata elettorale per sanare la prima, proseguita in uno stallo generale che ha raggiunto l’iperbole con l’avvilente spettacolo di un Presidente “non adeguatamente informato” all’assemblea della maggiore partecipata pubblica del territorio a cui egli stesso affida il servizio idrico integrato provinciale.

I cittadini meritano di più, meritano istituzioni credibili.

Quale forza responsabile, la Lega si mette a disposizione affinché si apra un dialogo tra tutte le forze politiche che conduca ad un nuovo progetto con nuovi attori che pongano al centro la Provincia di Cremona, i suoi cittadini, il territorio e la fruibilità ed il miglioramento dei servizi ancora in capo all’ente.

Possiamo evitare di dover attendere, con ‘leggerezza istituzionale’, la fine del mandato per vedere un rilancio dell’ente”.

gb

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