Polo d'attrazione, chiuso il ciclo con
la conferenza su Giuseppe Pezzani
In apertura dell’incontro la dirigente scolastica del Polo Romani di Casalmaggiore Luisa Spedini ha ringraziato i familiari di Giuseppe Pezzani, che hanno donato alla scuola un affresco dell’artista scomparso.
Con l’ottimo riscontro ottenuto dall’evento Giuseppe Pezzani, artista plurale (quasi novanta infatti i presenti in videocollegamento) si è conclusa anche quest’anno con successo l’esperienza di Polo d’Attrazione, la rassegna di conferenze e incontri di approfondimento aperta alla cittadinanza ideata e organizzata dall’Istituto “Giovanni Romani” di Casalmaggiore.
In continuità ideale e tematica con l’appuntamento della settimana precedente, l’intervista-racconto a casa dell’artista Brunivo Buttarelli, giovedi 20 maggio è stata la volta dell’incontro con la complessa personalità umana e creativa di Giuseppe Pezzani, artista precocemente scomparso nel 2013 ma che ci ha lasciato una produzione in cui si definiscono con chiarezza e originalità i termini di una ricerca che andava a toccare e a ricomprendere i più diversi campi del sapere.
“Mi sono accorto subito che aveva una grande cultura, soprattutto una cultura legata al pensiero.. e con lui si poteva parlare di storia antica, di religioni, di filosofia, di metafisica, si poteva spaziare veramente molto in grande”, ricorda un collega dell’Emiliana Parati, dove Pezzani lavorava come colorista,“ma non era una cosa che avveniva facilmente.. doveva essere lui disponibile, e non con tutti sicuramente”.
Prezioso al riguardo, a tratti toccante, è il documentario girato alcuni anni fa da Pierluigi Bonfatti Sabbioni e presentato in apertura della conferenza dalla Prof.ssa Claudia Mori, moglie di Pezzani, e dal figlio Gabriele; in esso si possono cogliere i modi di una persona dall’indole mite e speculativa e si può ripercorrere la vicenda di un percorso artistico e intellettuale fino a pochi anni fa ancora poco noto, ma che ora – grazie anche ad una mostra tenutasi al Museo Diotti nel primo anniversario della scomparsa – viene correttamente restituito al ruolo che gli compete nel panorama artistico del nostro territorio.
E’ quello che ha cercato di sottilineare anche l’intervento di Maria Adelaide Donzelli, che conosceva Giuseppe Pezzani fin dai tempi del ginnasio e che lo ha ritrovato poi, più avanti negli anni, quando l’artista aveva già elaborato un linguaggio proprio, in grado di esprimere i suoi orientamenti e le sue convinzioni, come la volontà di trovare un punto d’incontro tra le fonti classiche della nostra civiltà figurativa e le forme di un’arte popolare che fosse alla portata di tutti, accessibile a tutte le tasche, in grado di soddisfare il gusto anche delle persone meno sensibili ai nuovi dibattiti dell’arte moderna.
E così Pezzani ritorna consapevolmente all’arte del passato, alle tecniche tradizionali dell’affresco e alla pratica della pittura di copia, al mestiere del restauro, allo studio dei capolavori del Medioevo e del Rinascimento, riletti e rivisitati però in chiave del tutto personale; come quella citazione dalla Battaglia di San Romano di Paolo Uccello donata dalla famiglia alla scuola, in cui appare un mondo onirico e metafisico che richiama solo esteriormente l’evento narrato dal grande pittore toscano.
Si tratta di un tentativo, ambizioso quanto naturale alla sua inclinazione, di stabilire un confronto fra questa sua necessità di essere vicino ad un pubblico che fosse il più ampio possibile e la volontà di sviluppare una ricerca che fosse il più possibile unica e autentica; per questo nella sua opera entrano così fortemente i rimandi all’arte e alle filosofie orientali che aveva studiato, alle scienze umane di cui aveva approfondito i fondamenti teorici, alla matematica e alla geometria che aveva praticato.
Questa profonda e intima meditazione, certamente esistenziale prima ancora che artistica, intorno ad una geometria metafisica, più che scientifica, della visione, trova negli ultimi anni di attività una sua originalissima manifestazione nella trattazione teorica del Canone, come evidenzia la Professoressa Donzelli sul finire dell’incontro: un testo ricchissimo di rimandi filosofici, religiosi ed esperienziali che vedono nella luce – piuttosto che nella dimensione terrena – l’esistenza di un canone nella natura delle cose, una “geometria spirituale” intesa come riflesso del divino, non mera misura della realtà.
In apertura dell’incontro la dirigente scolastica del Polo Romani di Casalmaggiore Luisa Spedini ha ringraziato i familiari di Giuseppe Pezzani, che hanno donato alla scuola un affresco dell’artista scomparso. La modalità in videoconferenza, da necessità, si è rivelata un’opportunità, favorendo una larga partecipazione di pubblico (più di 80 partecipanti ogni volta tra studenti, docenti , genitori ed altri interessati).
Marco Orlandi