Ambiente
Fanghi, Gozzi: "Esami sui nostri
5 ettari, conosciamo i proprietari"
Che ne pensa di dedicare a pioppicoltura i terreni su cui c’è stato lo sversamento? «Direi che è la cosa più logica, poiché per 10 anni non si produrrebbero cibi commestibili. Ma la magistratura sta bloccando le aree?».
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In merito alla questione dei fanghi e gessi smaltiti nelle nostre campagne, su cui è in corso un’indagine della Procura di Brescia, interviene il sindaco di Martignana di Po (il Casalasco è la zona più colpita in provincia) Alessandro Gozzi, che afferma una cosa importante: si possono già conoscere i terreni sui quali la Wte ha sversato il materiale: «La ditta ci aveva inviato l’elenco dei mappali. Nel nostro Comune sono interessati 5 ettari di terreno, e ne conosciamo i proprietari. È mia intenzione convocare un incontro con i comuni interessati e sono già andato dai miei legali. Vorrei sapere cosa si intenda fare su quei terreni, in quanto tra un paio di settimane è prevista la raccolta del frumento. Si dovrebbe bloccare il seminato per fare le analisi del caso: dobbiamo sapere».
Che ne pensa di dedicare a pioppicoltura i terreni su cui c’è stato lo sversamento? «Direi che è la cosa più logica, poiché per 10 anni non si produrrebbero cibi commestibili. Ma la magistratura sta bloccando le aree?». E sull’idea di costituirvi parte civile? «È una via percorribile, ma la cosa migliore sarebbe farlo tutti assieme, coi sindaci interessati della zona».
«Ho scritto alle varie autorità – aggiunte il sindaco di Gussola Stefano Belli Franzini, che già era uscito allo scoperto sul tema – per non ritrovarmi tra sei mesi con gli spandimenti, che di per sé sono attività lecita, al contrario dei gessi. La questione va affrontata in modo serio. Sul nostro territorio c’è una sola azienda interessata, da parte nostra abbiamo un regolamento comunale che ci ha consentito di limitare questo tipo di attività, ma noi sindaci abbiamo le mani legate: siamo autorità sanitaria ma senza competenza. Per questo ho posto a tutti la domanda. Inoltre dell’indagine sono venuto a conoscenza attraverso i media, e non è una cosa normale».
V.R.
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