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Thunder salvi. Bravi loro, e
Parazzi vince la sua scommessa

Ora, dopo la festa, sarà la dirigenza a decidere del destino del mister: fosse per noi, non ci sarebbe neppure da pensare. Ci sono molti condottieri capaci, molti tecnicamente preparati, molti pluridecorati. Poi ci sono quelli con il fuoco dentro e l'amore infinito per quello che fanno. Walter è uno di questi

Ha vinto la scommessa, ed oggi, per Walter Parazzi, allenatore dei Thunder di Casalmaggiore è giorno di pieno sole. Può andare a testa alta, spavalda faccia da sberle di sempre, perché quella scommessa solo un folle l’avrebbe accettata. E lui folle lo è da sempre. Ma più ancora che folle è un’innamorato del basket, uno di quelli – in un mondo di palancai e di gente sovrastimata – che lo fa guidato da un’infinita passione.

I Thunder di Casalmaggiore hanno mantenuto la categoria, la C Silver, in un playout in cui hanno vinto entrambe le sfide. La prima con un canestro all’ultimo secondo, la seconda in maniera più tranquilla, con un discreto margine. E’ merito di chi è sceso in campo, sicuramente. Ma un qualche merito ce lo ha anche lui. Ha preso per mano una squadra demotivata che aveva preso una brutta china, lo ha fatto gratuitamente, senza chiedere se avrebbe avuto parcella. Lo ha fatto correndo il rischio perché avrebbe potuto bruciarsi e per sempre, e peraltro nella sua città. Lo ha fatto in maniera meritocratica, perché per uno come lui non c’è passato, seppur celebre. C’è solo il presente, il sudore sul campo d’allenamento, la motivazione. Non ci sono prime donne, non ci sono meriti acquisiti. “Il basket non è un lavoro da statale, non sei sicuro di avere il posto sempre e a prescindere. Quel posto te lo devi guadagnare, ogni giorno”. Lo ha fatto perché è un folle, e un innamorato. E una faccia da sberle.

Ha tante idee per l’anno prossimo. Sempre che lo confermino e non è detto. Perché lo sport poi è così, difficilmente ti riconosce meriti, è sempre merito di qualcun altro e di qualcosa d’altro soprattutto quando pensi di liberarti di qualcuno. Ha tante idee, e la prima è quella di partire da gente motivata. Giovani – e meno giovani – con la voglia di scendere in campo per aggredire il canestro, giovani a cui dare un po’ di quella sua mentalità. Quella per la quale non si perde mai, con qualunque avversario, prima di avere finito la partita. Perché si parte sempre da 0 a 0 e tutto è possibile.

I Thunder sono salvi. Merito anche loro: ci hanno creduto, hanno messo tutto l’orgoglio che avevano, hanno lottato sino in fondo. Onore a loro. Ma la vittoria più grande, oggi, è la sua. Quella di Walter Parazzi, cuore impavido, faccia da sberle, folle e sognatore, motivatore e grande conoscitore di basket. Quello che ha detto sì, quando è stato chiamato in causa dalla società di Casalmaggiore nella quale era cresciuto, solo per passione e per orgoglio. Un mister di quelli che danno ancora un po’ di poesia e di linfa allo sport. Un po’ di imprevedibilità.

Ora, dopo la festa, sarà la dirigenza a decidere del destino del mister: fosse per noi, non ci sarebbe neppure da pensare. Ci sono molti condottieri capaci, molti tecnicamente preparati, molti pluridecorati. Poi ci sono quelli con il fuoco dentro e l’amore infinito per quello che fanno. Walter è uno di questi.

Nazzareno Condina

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