Vandalizzata panchina rossa di Rivarolo
Il sindaco: "Sappiamo chi è stato"
“Non ho nemmeno le parole per commentare - spiega Luca Zanichelli, sindaco del paese, che precisa come i vandali abbiano fatto di peggio -. Hanno fatto la pipì sul simbolo della lotta alla violenza sulle donne. Penso che sia un gesto gravissimo". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
E’ durata meno tre giorni l’installazione dedicata, a Rivarolo del Re, alle donne vittime di violenza. Poi il solito imbecille (o più probabilmente i soliti imbecilli) hanno scardinato con una pedata una delle scarpette rosse che attorniavano la panchina rossa. Il fatto risale a sabato 5 giugno alle ore 23.20, tre giorni dopo l’inaugurazione del 2 giugno: e la buona notizia è che, come testimonia la data e l’orario preciso, chi ha messo a segno questo vile gesto è stato ripreso dalle telecamere.
“Non ho nemmeno le parole per commentare – spiega Luca Zanichelli, sindaco del paese, che precisa come i vandali abbiano fatto di peggio -. Hanno fatto la pipì sul simbolo della lotta alla violenza sulle donne. Penso che sia un gesto gravissimo e farò di tutto per attuare tutti i provvedimenti possibili per una punizione esemplare”.
“Da quanto sappiamo – spiega Zanichelli – si tratta di tre ragazzi maggiorenni (uno solo ha compiuto il gesto di rompere la scarpetta con un calcio, prima ha pisciato su tutte le altre scarpe presenti nell’installazione) e purtroppo per loro sono chiaramente state identificate le targhe delle due auto, sulle quali viaggiavano. Così a breve arriveremo al nome del responsabili”.
Lo stesso Zanichelli ha avvisato la cittadinanza via WhatsApp. “Siccome l’educazione e il rispetto a questo ragazzo non sono ancora stati insegnati, vedremo come poterlo aiutare con una punizione esemplare perché possa rimettersi sulla retta via della civiltà umana. Spero di raggiungere velocemente (tempi amministrativi permettendo) l’obiettivo di installare le telecamere nei punti fondamentali del paese (frazioni comprese), in modo tale di riuscire ad identificare gli incivili e magari cogliere anche l’obiettivo di deterrenza verso i furti. Di sicuro non transigeremo sulla punizione né sul percorso rieducativo al quale questo individuo dovrà sottoporsi”.
N.C.