Economia

Saldi al via il 3 luglio in tutta Italia
Confcommercio soddisfatta

Non manca, nell’analisi di Marco Stanga, uno sguardo al futuro. “I dati positivi previsti per il 2021 sul PIL interessano solo marginalmente il settore".

Manca poco meno di un mese all’avvio dei saldi estivi. Partiranno, a Cremona come in tutta Italia, sabato 3 luglio. La conferma arriva dalla Commissione Attività Produttive della Conferenza delle Regioni, che ha manifestato l’orientamento di mantenere la data unica in tutte le regioni.
“Se ai saldi di quest’anno affidiamo una speranza è quella di rilanciare i consumi, di segnare un punto di svolta per le imprese dopo una fase durissima come quella della pandemia. Le regioni stanno progressivamente diventando bianche e le limitazioni si stanno allentando. Davvero, come Federmoda Confcommercio speriamo che anche questa stagione di vendite a prezzi ribassati possa segnare un ritorno alla normalità”, commenta Marco Stanga, presidente provinciale del Gruppo che riunisce gli imprenditori del comparto abbigliamento, calzature e accessori.

“La stagione regolare è partita, ovviamente, in ritardo. E  poi è mancato il traino degli eventi che, ogni primavera, aiutano ad animare la città. Nelle imprese c’è la preoccupazione per il futuro, ma ancora più forte è la determinazione a riprende in mano il proprio destino, a lavorare per ripartire”.
“Siamo soddisfatti della decisione di fissare un’unica data per tutte le regioni. E’ una richiesta che, come Federmoda abbiamo ripetutamente avanzato e che risponde all’esigenza di riequilibrare un mercato condizionato dai lockdown. Inoltre così si evitano ulteriori confusioni tanto ai consumatori quanto agli operatori del dettaglio moda. Agli operatori è chiesta la maturità di evitare, come troppo spesso avviene, fughe in avanti, anticipando più o meno ufficialmente le promozioni.

Rispettare le regole serve, più che mai in passato, ad un comparto che, pesantemente vessato dalle chiusure imposte in zona rossa per decreto, nel bel mezzo della primavera, deve fare i conti con ordini effettuati dieci mesi prima e prodotti che, se non venduti entro la stagione, sono suscettibili a notevole deprezzamento. La data unica, soprattutto in un momento così delicato per il ritorno ad una nuova normalità, (se rispettata) eviterà una inutile competizione tra territori e tra imprese”.

Non manca, nell’analisi di Marco Stanga, uno sguardo al futuro. “I dati positivi previsti per il 2021 sul PIL interessano solo marginalmente il settore.

Al momento, infatti, il recupero appare affidato agli investimenti in costruzioni e mezzi di trasporto, mentre la domanda delle famiglie continua a mostrare un’evoluzione negativa, soprattutto per i servizi. Ed è da questa componente, che rappresenta quasi il 60% del Pil, che dovrà generarsi nei prossimi mesi la spinta per un recupero più significativo dei livelli produttivi ed occupazionali.

Ugualmente incerte sono le prospettive del del mercato del lavoro. Quello che emerge è un quadro di poche luci e molte ombre, soprattutto sulle prospettive a breve termine. Dati che, se confermati, rischiano di avere conseguenze pesantissime sul futuro delle imprese”.

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