Interviste

Guidesi: "Porto di Cremona
strategico per il futuro"

Nato e residente a Codogno (Lodi), già fiscalista e bancario, deputato dal 2013 per la Lega e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri da giugno 2018 a settembre 2019, Guido Guidesi è ora assessore regionale allo Sviluppo economico nella giunta lombarda.

Guido Guidesi negli studi di Cremona 1

Nato e residente a Codogno (Lodi), già fiscalista e bancario, deputato dal 2013 per la Lega e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri da giugno 2018 a settembre 2019, Guido Guidesi è ora assessore regionale allo Sviluppo economico nella giunta lombarda guidata da Attilio Fontana. Lo abbiamo incontrato negli studi di Cremona 1 tv per un’intervista.

Quali sono state le iniziative che ha intrapreso in questi primi cinque mesi di attività?

“Abbiamo cercato di sostenere il più possibile il sistema economico lombardo messo in difficoltà dalla pandemia, con particolare attenzione al settore del commercio. La vera sfida è poi quella dell’ultimo intervento che abbiamo fatto, che ci porta dalla fase emergenziale a quella di prospettiva e di strategia a medio e lungo termine: abbiamo fornito uno strumento per patrimonializzare le piccole e medie imprese. Tutte le pmi possono beneficiarne e anche i professionisti e quindi auspichiamo una giusta attenzione da parte delle imprese ma anche da parte della filiera del credito: anche le banche non hanno più alibi e possono mettere in campo ulteriori pacchetti per sostenere realmente la ripresa dell’economia lombarda”.

Per lo sviluppo economico di Cremona, quali sono secondo lei le priorità?

“Noi stiamo lavorando a zone logistiche speciali: per quanto mi riguarda, il porto di Cremona è strategico per una visione di trasporto merci più sostenibile, più compatibile con il nostro territorio, più innovativa, cercando nell’intermodalità una via per rendere ancora più attrattiva questa provincia per ulteriori investimenti”.

Parliamo del sistema fieristico. A Cremona lo spostamento della Fiera del Bovino dalla nostra città a Montichiari è stata vissuta come uno “scippo”. Cosa ne pensa? La Regione ha avuto un ruolo in questa scelta?

“Non penso che, come è stato detto, la Regione abbia avuto un ruolo in questa partita che è squisitamente privata. Io credo molto nel sistema fieristico ma ritengo che questo stesso sistema lombardo, quindi non solo quello cremonese, debba innovarsi ed avere spazi utilizzati il più possibile durante l’anno, non solo per eventi espositivi. Dobbiamo fare un salto di qualità: questa sfida la vinciamo solo se i quartieri fieristici diventano opportunità per le comunità”.

Lei è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel primo governo Conte. Come ricorda questa esperienza?

“Ho avuto l’opportunità di crescere sotto il profilo culturale e sotto quello dell’esperienza politica: ho messo da parte un bagaglio che mi consente oggi di essere utile alla Regione Lombardia. Lavorando a Roma, ho rafforzato una mia convinzione: il centralismo è nemico dello sviluppo dei nostri territori e chi vuole accentrare blocca la crescita. Solo l’autonomia e il federalismo fiscale permettono di liberare energie. Peraltro, penso che il governo avrà grande bisogno dei territori proprio per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

I recenti cambi all’interno della giunta regionale hanno permesso il rilancio dell’immagine dell’amministrazione lombarda?

“Credo di sì perché lo sforzo logistico che è stato fatto ha permesso di accelerare sul fronte delle vaccinazioni. Abbiamo insistito molto anche sulle vaccinazioni in azienda ma è evidente che, se ci mancano i vaccini, non potremo raggiungere la velocità massima. Sugli altri fronti sono molto soddisfatto per il lavoro che stiamo facendo, soprattuto in collaborazione con le associazioni di categoria. Devo tuttavia sottolineare che ci sono stati attacchi molto pesanti nei confronti dell’amministrazione regionale, come quelli dell’allora ministro Boccia, che sono stati certamente inopportuni ed esagerati”.

Guido Lombardi – Giovanni Palisto

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