Bologna, Il Mulino compie
70 anni a servizio della cultura
Caro direttore,
il 25 aprile scorso Il Mulino ha compiuto i suoi primi 70 anni. Infatti, il primo numero della rivista di cultura e di politica edita a Bologna uscì, significativamente, il 25 aprile 1951 per iniziativa di un gruppo di giovani ex compagni di liceo e di università, che scelsero il nome e il simbolo di copertina richiamandosi al romanzo storico Il Mulino del Po di Riccardo Bacchelli.
Si era nei difficili anni Cinquanta segnati, nello spazio pubblico, da profonde divisioni ideologiche riflesso della Guerra Fredda. Eppure, ancorati ai valori della Costituzione repubblicana, quel gruppo di giovani macinano idee e aprono al dialogo. Luigi Pedrazzi, uno dei fondatori, scrive in un memoir: “eravamo democratici e antifascisti, né comunisti né anticomunisti, cattolici ma non democristiani, laici ma non laicisti”. Ardimentosi ma saggi, coinvolgono nell’impresa fior di intellettuali quali il filologo e critico letterario Ezio Raimondi, il filosofo della politica Augusto Del Noce e il politico europeista per antonomasia Altiero Spinelli. Le pagine si arricchiscono via via di firme che diffondono, in particolare, la conoscenza delle scienze sociali di matrice anglosassone, a servizio del processo di modernizzazione del Paese.
Nell’occasione del compleanno, con lo sguardo rivolto al futuro, Il Mulino ha provveduto a un restyling sia del trimestrale cartaceo sia del sito www.larivistailmulino.it., per stare al passo coi tempi, mantenendo lo scopo di capire il presente “con i piedi a Bologna e la testa nel mondo”.
Sul piano personale, il ricordo va all’inizio degli Anni 80 quando, varcato il portoncino della sede di Strada Maggiore, 37 – nei pressi delle Due Torri – sottoscrissi il primo abbonamento a Il Mulino. Ridiscese le scale, uscii con la sensazione di aver fatto un piccolo investimento formativo. Oggi quando, di tanto in tanto, nella saletta dei giornali e delle riviste della Biblioteca di Casalmaggiore vedo l’indice o ne leggo qualche articolo è un po’ come riabbracciare un caro, vecchio amico.
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