"Recupera" l'auto sequestrata e abbatte
una panchina di piazza Garibaldi
Dopo il sequestro, l’uomo non si è dato per vinto, ha ripreso il mezzo che gli era stato affidato e portato nel proprio garage privato e ha deciso di andare a farsi un giro alle 5 del mattino, peraltro contravvenendo anche al coprifuoco. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Non è la prima volta che una delle panchine di piazza Garibaldi a Casalmaggiore viene spezzata e scagliata al suolo: e sempre, anche nei due casi precedenti, per colpa di un’auto impazzita che la urta e la fa schiantare, con conseguenti danni ripagati – se non altro, nei due precedenti – dai responsabili subito individuati. Se però nel dicembre 2016 e nel gennaio 2013, il gesto era legato a giovani autisti che si erano messi al volante in preda ai fumi dell’alcol, stavolta la motivazione è diversa.
Una sorta di vendetta, più o meno involontaria, da parte di un uomo classe 1968 di origine albanese che poche ore prima aveva subìto il sequestro del proprio mezzo. Più o meno involontaria, si diceva, perché in realtà l’urto si deve alla perdita di lucidità dell’autista alla vista del Radiomobile in piazza, che non aveva però intenzione, inizialmente, di controllare l’uomo, non avendo i dati del mezzo a portata di mano.
Ma andiamo con ordine. L’uomo classe 1968 è stato fermato domenica sera attorno alle 21 da Carabinieri di Casalmaggiore, che gli hanno sequestrato l’auto perché la stessa è risultata, dopo un controllo con i database della Motorizzazione, priva di valida assicurazione. L’uomo, però, non si è dato per vinto, ha ripreso il mezzo che gli era stato affidato e portato nel proprio garage privato e ha deciso di andare a farsi un giro alle 5 del mattino, peraltro contravvenendo anche al coprifuoco.
Se non che, alla vista in piazza Garibaldi del Radiomobile dei Carabinieri, lo stesso si è fregato da solo, mostrando segni di nervosismo alla guida e azzardando una manovra in retromarcia, peraltro molto pericolosa anche se per fortuna, vista l’ora tarda, in piazza non c’era nessuno: così ha centrato in pieno la panchina. Solo a quel punto i militari sono ovviamente intervenuti, verificando poi la targa e scoprendo la verità.
Un déjà vu del quale i casalesi avrebbero fatto volentieri a meno. E ovviamente un nuovo sequestro per il mezzo dell’uomo, che ha aggravato la sua posizione, dato che a quel punto il Radiomobile ha incrociato i dati e scoperto che si trattava della stessa auto sequestrata poche ore prima.
Giovanni Gardani-Nazzareno Condina (foto Osti)