Parco di via Italia, villaggio degli elfi
ripristinato. Le cose che contano
Una mattina speciale, come dicevamo, per il parco di via Italia. Se ne occupano loro, Giancarlo Simoni, Daniela Ferrari sotto la guida esperta di Mastro Daniele Fortunati. GUARDA LA FOTOGALLERY E IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Un papà spinge il cestello della piccolissima altalena. Il suo bimbo avrà si e no due anni. Dal’altra parte due barboncini con i rispettivi compagni a due zampe che corrono a pendolo, avanti e indietro. Una domenica mattina speciale al parco di via Italia. Sono iniziati i lavori per recuperare il villaggio degli elfi, vandalizzato più volte negli ultimi mesi.
Vandalizzato così come accade in tanti parchi cittadini: scritte, rifiuti abbandonati, falò notturni. E’ il degrado che avanza ma qui, almeno, cercano di combatterlo in tutti i modi possibili, spesso non supportati dalle istituzioni. La cabina dell’ENEL l’hanno già ridipinta tante volte. Le scritte sul muro non restano che qualche ora prima di essere cancellate. “Ho una latta di giallo in garage – ci spiega uno dei residenti – e la mattina quando trovo una scritta la cancello subito. Il degrado si combatte anche così, non lasciando neppure la soddisfazione a chi imbratta i muri di ritrovarsi la sua opera il giorno dopo”. Ultimamente, almeno per quel che riguarda la cabina dell’ENEL, il fenomeno si è arrestato. E’ presto per cantare vittoria, ma per chi abita tra via Baldesio e via Italia questa è già una piccola soddisfazione.
“Basterebbe che polizia municipale o carabinieri si fermassero una volta in più, e magari identificassero quei ragazzini che alla sera vengono qui, usano le casette dei bambini, lasciano qui bottiglie di alcoolici e scritte, e poi se ne vanno. Sono sempre i soliti, noi li vediamo quasi tutte le sere. Manca un vero e proprio controllo e senza quello purtroppo possiamo fare ben poco”.
Una mattina speciale, come dicevamo, per il parco di via Italia. Se ne occupano loro, Giancarlo Simoni, Daniela Ferrari sotto la guida esperta di Mastro Daniele Fortunati. L’appello a dare una mano non è andato – come al solito – a buon fine. Gente che parla se ne trova spesso parecchia. Gente che ci mette le mani molto meno. Poco male, i lavori previsti subiranno un ridimensionamento ma il villaggio degli elfi sarà comunque rimesso a nuovo.
“Sarebbe bello avere più partecipazione – spiega Daniele Fortunati – ma a Casalmaggiore chiederla non è il massimo. Noi comunque facciamo la nostra parte, poi vediamo gli altri. Speriamo che a forza di dai e dai qualcuno si aggreghi in modo di poter fare molto di più di quanto stiamo facendo. Ormai sono un po’ pessimista. Vedo che alla gente piacciono le cose belle ma piace che le facciano gli altri. Noi facciamo la nostra parte, dopo vediamo. I fatti sono sempre quelli che contano, le parole non servono a nessuno, e gente che fa parole a Casalmaggiore ce ne è troppa: ci vorrebbe più gente che fa i fatti e li aspettiamo, siamo qui ad aspettarli, sempre e comunque”.
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C’era, nelle previsioni, anche la sistemazione, la pulizia e la messa in ordine della casetta del book Crossing. Purtroppo in tre non è pensabile fare anche quella. La casetta al momento resta chiusa: non c’è nessuno che se ne occupa. “Basterebbe aprirla un paio d’ore alla settimana se non si può fare di più. Ma chi lo fa? La biblioteca no, nonostante abbia gli obiettori che potrebbero prendersene cura, volontari e associazioni disposte a tenerla aperta non se ne trovano. Non possiamo neppure permetterci di lasciare fuori i libri, visto che di notte qui vengono ragazzi ed è un’attimo. E’ un peccato perché la libreria che abbiamo messo in via Baldesio, quella postazione del book crossing, è molto frequentata. Vengono le famiglie con i bambini, qualcuna si ferma direttamente sul posto, altri portano o prendono libri e c’è un ricambio continuo. Ma in via Baldesio possiamo permetterci di tenere l’armadio con la postazione perché essendo sotto casa, ne abbiamo il controllo. Qui no”.
A fine mattina il villaggio degli elfi torna a completa fruizione dei bambini. Cancellati improbabili falli eretti disegnati, dichiarazioni d’amore estemporanee e parolacce, portato via lo sporco, ridipinte tutte le strutture. “Per un po’ speriamo resti così. Già sappiamo, comunque, che non durerà a lungo e questo lavoro prima o poi lo dovremo rifare”. Mastro Daniele Fortunati, uomo di poche parole, molta musica e tante azioni ripone tutto nella sua cassetta degli attrezzi. Per oggi il parco è tornato al suo antico splendore. Domani poi si vedrà.
La chiamano cittadinanza attiva. Per tanti sono solo parole per riempire discorsi. Per qualcuno, come Daniele, è qualcosa di più. Un’etica delle piccole cose. Delle piccole cose che contano.
Nazzareno Condina