Thunder, la filosofia Parazzi: "Il
posto? Bisogna meritarselo"
"Mettiamola così. Chi scende in campo deve sapermi emozionare. Non fare il compitino. Se non mi emozioni, se non dai tutto, se non giochi al massimo puoi restare a guardare la partita dalla panchina"
Ha vinto di due con Verolanuova, prima in classifica in C Silver, dopo una gara grintosa, ricca di quel basket che piace a lui. Un basket capace di sorprendere, aggressivo, creativo. Perché un conto è una stampa sempre uguale di un anonimo quadro, un altro la pennellata di un Caravaggio. Walter Parazzi, allenatore dei Thunder Casalmaggiore si giocherà venerdì la permanenza diretta in C Silver. Sembrava un’impresa impossibile quando fu richiamato nella sua città. Ma le sfide al più matto allenatore della bassa sono sempre piaciute, e non lo hanno mai spaventato.
Ha cominciato con il cambio di mentalità. E anche con gli atleti ha cominciato a mostrare la sua vera faccia. “Ho semplicemente spiegato che con me non esistono prime donne, e non esistono giocatori che meritano uno spazio a prescindere nel presente perché hanno avuto un glorioso passato. Che nessuno è un impiegato statale che ha il posto fisso. Il posto in campo te lo devi guadagnare ogni giorno, in ogni allenamento. Ieri era ieri, oggi è un altro giorno. Con Verolanuova ho dimostrato che nessuno parte mai sfavorito nel basket, e che si parte sempre da uno zero a zero. Anche con Curtatone ci siamo andati vicini. Si può vincere o si può perdere con chiunque, ma l’importante e dare tutto in campo, metterci tutto sino all’ultimo secondo”.
Una mentalità che parte dagli allenamenti: “E’ lì che bisogna dimostrare di che pasta si è fatti. I miei allenamenti sono impegnativi, ma è da lì che costruisci poi quello che fai durante le partite. Allenamenti duri? Se riesci ad affrontare un allenamento duro e dare tutto, è più facile poi che la stessa cosa accada in campo. Io gente molle non ne voglio. Non si vince con chi non corre, con chi non attacca gli spazi, con chi non aggredisce”.
La filosofia del basket formato Parazzi: “Mettiamola così. Chi scende in campo deve sapermi emozionare. Non fare il compitino. Se non mi emozioni, se non dai tutto, se non giochi al massimo puoi restare a guardare la partita dalla panchina. Che tu sia l’atleta più referenziato o il giovane, hai le stesse possibilità di scendere in campo o di restare a guardare la partita dalla panchina”.
Venerdì gara decisiva con Quistello, ultima in classifica: “Occhio a considerarla una partita semplice, Quistello resta una buona squadra e le partite si vincono in campo. Dopo venerdì potremo fare un bilancio complessivo. L’anno prossimo? Non so, intanto vediamo di dare tutto in questo. Sono arrivato in un periodo difficile, ho vinto alcune partite, altre le ho perse di poco, ed altre ancora le ho perse di netto. Questo è il basket: se dai tutto puoi vincere con chiunque, se entri molle e non convinto in campo perdi comunque. Se mi terranno qualcuno resterà, altri arriveranno. Ho già dato alcuni suggerimenti alla società. Gente che ha voglia di emergere, voglia di basket comunque. Nessuna prima donna, che tanto non servono mai. Credo che a prescindere bisognerà ripartire da lì”.
Nazzareno Condina