Cultura

La storia di Sincero Costa tra
Stagno Lombardo e Zibello

Un grande lavoratore, che in guerra aveva perso anche un fratello (Eugenio Costa di appena 22 anni), molto legato alla famiglia e alla sua terra. Dove tuttora riposa, a Zibello, l’ultimo paese in cui lui, arrivato dalla terra di Verdi e passato per quella di Monteverdi e Stradivari, ha vissuto

Il contratto di lavoro di Sincero Costa all'azienda Germani, Cascina Alluvioni (Brancere di Stagno Lombardo)
Elsa Costa
Il passaporto di Sincero Costa
Sincero Costa
Sincero Costa
Sincero Costa
La famiglia Costa
Sincero Costa e Ida Dadomo

Pillole di storia delle terre e delle genti del Po che si intrecciano sull’una e sull’altra riva. Restituendo, oltre cento anni dopo, ricordi non devono morire, perché patrimonio culturale e storico che ci appartiene, ed è di tutti noi.

Dopo la prima puntata col viaggio alla scoperta dei misteri e delle leggende Po, dedicata alla cappella della famiglia Germani e alla storica cascina Alluvioni di Brancere, c’è chi ha messo mano al cassetto dei ricordi e ci ha messo a disposizione un giacimento che, molto volentieri, andiamo a rendere pubblico. E’ il caso di Lorena Costa di Zibello, una donna che nel corso della sua vita ha sempre serbato con grande cura, e soprattutto amore, i ricordi di famiglia. Ha fatto quello che tutti dovrebbero fare, con la consapevolezza che il passato, quello dei nostri antenati e dei nostri familiari, è patrimonio, incancellabile e indimenticabile, delle nostre comunità.

Sincero Costa, nonno di Lorena, nato a Busseto nel 1880 e morto a Zibello nel 1968 lavorò, per almeno un decennio, proprio alle dipendenze della famiglia Germani, a Brancere, e visse nella storica Cascina Alluvioni, un luogo che ha sempre amato, e di cui ha sempre parlato, anche una volta tornato nel Parmense.

Cavaliere di Vittorio Veneto, alla Cascina Alluvioni era stato assunto nel 1916 (dalla guerra era tornato in anticipo a causa di un infortunio ad una mano) e vi è rimasto, come anticipato, per circa un decennio. Aveva la terza elementare ed era, ufficialmente, il fattore. Ma, in pratica, era anche ragioniere e capo uomini, un vero e proprio tuttofare.

Un uomo tutto d’un pezzo, che non conosceva fatica, capace di lavorare dal mattino presto alla sera tardi senza fare una piega. Aveva fatto esperienza, in precedenza, al podere Bottone (a Busseto) per poi finire, appunto, a vivere a Brancere, nella storica Cascina Alluvioni, insieme alla moglie Ida Dadomo (originaria di Alseno, comune della provincia di Piacenza) e ai figli Ines (classe 1908), Elsa (classe 1909), Anselmo (classe 1912), Enzo (classe 1913) e Lina (classe 1921), i primi quattro nati tutti a Busseto e Lina, invece, proprio a Brancere.

“Sono sempre stata molto legata a mio nonno – fa sapere Lorena Costa – e spesso mi raccontava fatti e aneddoti del periodo in cui era stato a Brancere”. Era stato assunto da Annibale Germani, papà di Franco ed Argento Germani e, dall’importante famiglia cremonese è sempre stato molto considerato e stimato, sia per le sue grandi capacità che per l’impegno sempre profuso sul lavoro. Spesso parlava anche di Antemino Germani e della sua passione per la pittura.

“In casa mia – aggiunge ancora Lorena Costa – si è sempre parlato molto dei ‘Luvion’ (termine dialettale con cui veniva definita la Alluvioni), del signor Germani e dei suoi figli”. Poi c’era stato un fatto, poco piacevole, legato a un dipendente della stessa cascina che aveva messo in giro voci negative, e infondate, su Costa. Il quale, da uomo appunto tutto d’un pezzo, onesto dalla testa ai piedi, abituato alla massima correttezza, aveva deciso di andarsene, per tornare nel Parmense, a Zibello, nei poderi Belpiano prima e Crocetta poi.

I Germani, come ricorda ancora la nipote, proprio per la considerazione alta che avevano di lui, si erano prodigati per farlo desistere, ma lui non aveva sentito ragioni. Perché considerava inaccettabile che voci maligne fossero state messe in giro sul suo conto. Un uomo di quelli di un tempo, che non ha mai barattato la sua onorabilità e la sua fermezza con nulla e con nessuno.

Un grande lavoratore, che in guerra aveva perso anche un fratello (Eugenio Costa di appena 22 anni), molto legato alla famiglia e alla sua terra. Dove tuttora riposa, a Zibello, l’ultimo paese in cui lui, arrivato dalla terra di Verdi e passato per quella di Monteverdi e Stradivari, ha vissuto.

Grazie alla sensibilità e alla disponibilità della nipote Lorena, siamo in grado di pubblicare foto d’epoca, sia di Sincero Costa, che del suo primo contratto di lavoro (datato 1916) a Brancere, ma anche immagini della sua famiglia e di lui al lavoro. Queste ultime non è certo che risalgano al periodo cremonese, potrebbero anche essere state fatte in terra Parmense ma, aggiungiamo noi, di qua o di là dal fiume si tratta sempre di pezzi di storia del nostro territorio. “Dulcis in fundo”, anche foto di gruppo di scolaresche a Stagno Lombardo realizzate tra il 1916 e il 1920, che ancora oggi Lorena Costa continua a conservare nella sua casa di Zibello e, mettendole a disposizione, ha permesso di inserire un altro tassello nella “ricomposizione” della storia locale e nella creazione di quella che potrebbe diventare una grande “Casa della Memoria”: che è di tutti e a disposizione di tutti.

Paolo Panni – Eremita del Po

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