Ambiente

Fed. Chiese: "Depurazione Esenta,
antieconomica e antiecologica"

"Noi andremo fino in fondo con ogni mezzo legale per impedire sperpero di Denaro pubblico e calcoli speculativi a danno del patrimonio ambientale del bacino idrografico del Chiese e a danno delle comunità dei suoi 31 Comuni, ma anche a danno dell’intera collettività"

Foto: Giuliana Denti (FB: Acqua del fiume Chiese che unisce)

La soluzione tecnica di depurazione del Garda Bresciano a Esenta di Lonato sarebbe insostenibile per il Chiese e il suo lago d’Idro. La Federazione del Tavolo delle Associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro tornano a farsi sentire e non si fermeranno. E’ una questione di principio e di coscienza e pure – come dimostrerebbe lo studio commissionato dalla stessa Federazione allo Studio Cappella di Gorizia, realizzato sulla base di uno studio dell’Università di Brescia – una questione economica importante.

“Questo nostro studio – spiega Gianluca Bordiga – che abbiamo voluto realizzare al fine di difendere il fiume Chiese, bacino diverso dal bacino del lago di Garda ma che verrebbe scelto come corpo ricettore dalla soluzione tecnica del nuovo impianto a Esenta di Lonato, dimostra che se così dovesse proseguire la progettazione di questa ristrutturazione ci sarebbe una spesa pubblica maggiorata del 40%; non solo, ci sarebbe un nuovo grande consumo di suolo agricolo, ci sarebbero liti annose tra i territori, e ci sarebbero maggiori rischi per l’ambiente; e nonostante tutto questo, che noi stiamo dimostrando pubblicamente, la società Acque Bresciane srl non smentisce nulla.

Ma allora cosa significa? Abbiamo ragione oppure no? E chi ha responsabilità istituzionale cosa farà?

Da quando è emersa questa volontà del gestore idrico integrato, ovvero Acque Bresciane srl, di trasferire al di fuori del bacino idrico del lago di Garda la depurazione della sponda occidentale del lago stesso, e c’è anche una convenzione del Ministero dell’Ambiente con Regione Veneto e Regione Lombardia dd. 20.12.2017 che ha fatto partire tutto questo, hanno sempre parlato e scritto di 230 milioni di euro la cifra necessaria a realizzare questa ristrutturazione. Il nostro studio dimostra essere sufficiente una cifra inferiore ai 70 milioni di euro.

Confidiamo, alla luce di questo nostro studio che dimostra con gli stessi dati pubblicati dall’Università di Brescia che si può eccome ristrutturare e potenziare l’attuale configurazione della depurazione gardesana col minor impatto ambientale e sociale possibile e con una spesa pubblica enormemente contenuta, noi confidiamo che si possa far luce su ogni risvolto del caso; alla luce di tutto questo noi andremo fino in fondo con la battaglia in difesa dei territori e del Denaro Pubblico, una battaglia che faremo anche per le vie legali se servisse”.

Quello sotto è il testo del comunicato. In fondo troverete anche lo studio di cui si parla.

Il caso della depurazione del Lago di Garda, caso non ancora arrivato all’ITER decisionale, grazie allo studio che abbiamo commissionato, fa emergere accordi politici dei quali da mesi si sentivano voci da più parti, accordi che però se venissero realizzati graverebbero enormemente ed ingiustificatamente sulla spesa Pubblica e sui territori limitrofi.

La Federazione, da sempre ed anche nel recente confronto del 28 aprile scorso con Acque Bresciane srl, ha mantenuto una posizione ferma sul principio che il bacino idrografico del Chiese, che è altra cosa rispetto al bacino del lago di Garda, per sua natura non deve e non può essere coinvolto in questa situazione che lo vorrebbe quale corpo ricettore di questa ristrutturazione della depurazione, ovvero non ne deve in alcun modo pagare le gravissime conseguenze ambientali, che ci sarebbero altrimenti.

Abbiamo letto su interventi della stampa mantovana, che coloro che hanno concepito questa bizzarra e costosissima ristrutturazione della depurazione gardesana con lo scarico nel fiume Chiese, qualora si verificasse la situazione di scaricare nel fiume Chiese mentre è in secca, ovvero mentre manca il deflusso ecologico, perché d’estate questo succede quasi ogni anno per alcune settimane, si dovrebbe prima riuscire a prevenire questo rischio ambientale mediante dei rilasci straordinari e abnormi di acqua dal lago d’Idro; ma questo vuol dire generare ulteriori danni ambientali per tamponarne altri, e tutto questo viene concepito per assicurare interessi speculativi?

Allora, oltre alla gravissima situazione prepotente delle intenzioni gardesane di trasferire in un bacino diverso la depurazione dei suoi reflui, adesso viene alla luce un disegno di fondo che vorrebbe piegare nuovamente anche il patrimonio di acqua del lago d’Idro al servizio degli interessi speculativi del settore agricolo.

La scelta di portare avanti la soluzione tecnica della depurazione del Garda bresciano a Esenta di Lonato, che vorrebbe per un periodo dell’anno il fiume Chiese quale corpo ricettore pur non essendo parte del bacino idrografico gardesano, al fine di mandare quelle acque della depurazione ad irrigare l’immensa campagna della pianura medio alta orientale lombarda che da decenni ha produzione intensiva di mais da trinciato per alimento degli animali da allevamento, e fanno 3 raccolti all’anno nell’arco dei mesi da giugno a settembre, e quindi la scelta di mettere il fiume Chiese sotto questo rischio di insostenibilità ambientale perché la sua portata è almeno 3 volte inferiore a quella del fiume Mincio che invece è l’emissario gardesano, è una scelta non dettata da criteri di politica ambientalista, nemmeno dettata da criteri di politica economica, nemmeno dettata da criteri di logica osservanza della morfologia del territorio e di rispetto delle popolazioni, ma è una scelta i cui criteri che la muovono sono ai più ancora oggi sconosciuti.

La scrivente Federazione lotterà, con ogni alleato che vorrà unirsi in questa battaglia giustissima, per fare in modo che la depurazione del Garda si ristrutturi al meglio autonomamente ma senza gravare su altri territori e quindi su altre comunità al di fuori del lago di Garda stesso, e affinché tutte le comunità dei 31 Comuni del Chiese sappiamo unirsi per essere realmente solidali tra esse, e che lo siano alla luce del sole, e che il risultato finale sia quello di un futuro con una concreta unità del bacino idrografico del Chiese, per il suo stesso bene demaniale più eminente.

Inoltre, la scrivente Federazione, per collaborare a risolvere nel modo più economico, meno invasivo e più pacifico il problema della ristrutturazione e ampliamento del collettamento e della depurazione del lago di Garda ha commissionato allo Studio Cappella di Gorizia uno studio preliminare di diverse soluzioni a confronto, realizzato sulla base dello studio dell’Università di Brescia, studio preliminare che si allega alla presente.

Lo studio preliminare da noi commissionato, già pubblicato il 12 maggio scorso, e a tutt’oggi da nessuno smentito, ci porta anche a porre un grande interrogativo: ma perché da 3 anni hanno detto che per attuare questa ristrutturazione ed ampliamento della depurazione gardesana servono 230 milioni di euro, quando noi ora abbiamo uno studio che ci dice che ne bastano meno di 70 milioni di euro? E su quali basi il Ministro dell’ambiente a suo tempo stanziò 100 milioni di euro?

Noi andremo fino in fondo con ogni mezzo legale per impedire sperpero di Denaro pubblico e calcoli speculativi a danno del patrimonio ambientale del bacino idrografico del Chiese e a danno delle comunità dei suoi 31 Comuni, ma anche a danno dell’intera collettività“.

redazione@oglioponews.it

Lo Studio Commissionato dalla Federazione (10.5.21_ST CAPPELLA GORIZIA_coll e depur garda bs_soluz tecn feder assoc chiese)

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