Ambiente

Il platano centenario
capitozzato: una lettera d'addio...

La continua spogliazione del territorio snatura anche questi luoghi che vanno preservati e li rendono testimonianze mute in un paesaggio vuoto. Lontane sono le immagini del nostro paesaggio che si possono ritrovare nei film di Ermanno Olmi e Bernardo Bertolucci.

Ha detto addio (o forse arrivederci) al platano, capitozzato bruscamente, con una sorta di lunga lettera. Lo ha fatto per denunciare l’accaduto e mostrare, in contrasto stridente, la bellezza del platano in autunno (ma vi sono anche fotografie dell’albero in inverno e in primavera) alla bruttura dell’operazione portata a termine.

Giuliano Sarzi Sartori ha salutato così il vecchio platano, con uno scritto dal titolo “Sabbioneta metafisica: una scultura nella campagna”. “Popolo mio che male ti ho fatto? In che ti ho provocato? dammi risposta: questo canto del Venerdì Santo – scrive Sarzi Sartori – potrebbe essere del platano centenario che è stato capitozzato sull’antico sentiero della “Tagliata” che conduce da sotto le mura di Sabbioneta a Villa Pasquali.

Nel tempo quasi tutti gli alberi esistenti in quel tratto sono stati via via tagliati senza essere mai stati sostituiti. E’ la moderna agricoltura che ha bisogno di spazio per la monocoltura e per ottenere la maggior superficie coltivabile e sovvenzionabile con i contributi comunitari. Sparite le capezzagne, le siepi, i rivali, i canali di scolo e i fossati. I pochi alberi rimasti sono sopravvissuti perché dimenticati in riva ai fossi e sono divenuti instabili per le radici scoperte dall’erosione delle rive a causa dello svuotamento e riempimento stagionale”.

“Dal 2013 una legge nazionale – ricorda Sarzi Sartori – tutela il patrimonio arboreo e boschivo per la valorizzazione dell’ambiente, prevenire il dissesto idrogeologico, la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità. L’albero in questione si trova a pochi passi da una delle tante e belle “maestà rurali” che si trovano sul territorio sabbionetano che sono ancora meta di culto e venerazione. La continua spogliazione del territorio snatura anche questi luoghi che vanno preservati e li rendono testimonianze mute in un paesaggio vuoto. Lontane sono le immagini del nostro paesaggio che si possono ritrovare nei film di Ermanno Olmi e Bernardo Bertolucci. Speriamo che la vita abbia il sopravvento e che il platano possa ritornare a germogliare, auspicando che gli Enti preposti possano tutelare e salvaguardare il nostro prezioso patrimonio naturale”.

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