Economia

Arvedi lancia prima riconversione
green di un'acciaieria in Europa

Questo nuovo lavoro prevede una catena che lega Cremona e Trieste. Qui arriverà il rottame ferroso, che verrà dirottato sui treni diretti a Cremona, dove verrà lavorato nei forni elettrici, per poi tornare a Trieste per la zincatura e verniciatura. Il prodotto finale è destinato alle industrie mitteleuropee e alla Polonia.

Sarà il Gruppo Arvedi di Cremona a mettere in atto la prima riconversione green di una acciaieria in Europa, tra Cremona e Trieste. A Comunicarlo è il quotidiano Repubblica, che evidenzia come la chiusura dell’area a caldo e la relativa eliminazione della ghisa, ha costretto a ripensare il modello produttivo. Si mira infatti a usare solo rottame ferroso rilavorato con forni elettrici, collegando i due impianti con una sorta di treno navetta. Un investimento da 320 milioni di euro, di cui 250 messi dal gruppo e il resto finanziati dallo Stato.

Un cambio di rotta che rientra nel Green Deal Ue, in base al quale i produttori europei di acciaio hanno preso l’impegno di ridurre del 30% le emissioni (rilevate nel 2018) entro il 2030, per arrivare poi a zero entro il 2050. A spiegare la scelta, sulle pagine di Repubblica, è stato l’amministratore delegato Mario Caldonazzo: “Le necessarie politiche europee implicano un rischio: il carbon leakage ovvero lo spegnimento di industrie siderurgiche nel nostro Continente e lo spostamento di produzione in aree del mondo meno ecologicamente attente. L’effetto per la salute del pianeta peggiorerebbe. Il nostro piano, invece, prevede che continueremo a produrre acciaio, ma con strategie di massimo contenimento dell’impronta di carbonio” ha detto.

Arvedi si fa dunque apripista di una nuova tendenza, che si spera venga poi copiata anche da altri. Il piano è già partito, con la demolizione dell’area a caldo della Ferriera di Servola a Trieste. è stato demolito nelle scorse settimane. Ora il cronoprogframma prevede la realizzazione della nuova centrale a gas (56 milioni, pronta entro fine anno), delle linee di zincatura e verniciatura (86 milioni, pronte a settembre 2022), dei processi di riciclaggio e trattamento del rottame ferroso (38 milioni, al via entro l’anno). E ancora, c’è un importante progetto di ricerca per la produzione di acciaio liquido senza ghisa (32 milioni, prove attese a fine anno).

Questo nuovo lavoro prevede una catena che lega Cremona e Trieste. Qui arriverà il rottame ferroso, che verrà dirottato sui treni diretti a Cremona, dove verrà lavorato nei forni elettrici, per poi tornare a Trieste per la zincatura e verniciatura. Il prodotto finale è destinato alle industrie mitteleuropee e alla Polonia.

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