Interviste

Bozzini (Cna): "Da Cremona a Milano?
Pronto se c'è un progetto condiviso"

Il suo percorso associativo si ferma qui o proseguirà? “Attualmente sono vicepresidente regionale. Mi sono messo a disposizione della Cna e, proprio in questi giorni, sto valutando la possibilità di candidarmi alla presidenza regionale che sarà rinnovata in settembre".

Sta per concludere il proprio secondo mandato al vertice della Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna) di Cremona ed il prossimo settembre potrebbe essere eletto presidente regionale. Abbiamo incontrato Giovanni Bozzini per un bilancio della sua esperienza alla guida della Cna provinciale.

Presidente Bozzini, il consuntivo si chiude in attivo? “Sono stati otto anni molto intensi. L’inizio del mio mandato ha coinciso con una gravissima crisi e si chiude oggi nel mezzo della pandemia da Covid 19: nel frattempo abbiamo lavorato molto e si sono raggiunti anche traguardi importanti, ma in un contesto molto complesso. Mi sono sempre posto in questi anni l’obiettivo di sviluppare l’azione sindacale dell’associazione di categoria perché le nostre organizzazioni nascono per tutelare le imprese in tutti i tavoli in cui è possibile ottenere risultati concreti. Poi ci siamo dati da fare anche per fornire servizi innovativi alle aziende, ma in questo particolare momento le imprese artigiane e le pmi hanno bisogno di avere un sindacato forte, che faccia lobby sia a livello regionale che nazionale, soprattutto nell’ambito dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Quali sono i punti di forza e le criticità del territorio cremonese? “La nostra provincia sta vivendo un momento molto difficile, è vedova di una rappresentanza politica e dirigenziale soprattutto a livello regionale: non siamo rappresentati nei tavoli dove si conta e dove si decide. Le associazione di categoria dovrebbero unirsi come gruppo forte di lavoro, senza che vi sia un frazionamento delle iniziative. Cremona ha subito alcune razionalizzazioni che sono state fatte in modo sbagliato, come quella della Camera di commercio. Anche la Fiera di Cremona rappresenta oggi un elemento vulnerabile, così come dobbiamo fare molto di più per dare risposte concrete sul fronte delle infrastrutture. In generale dovremo lavorare molto per mantenere la dignità di questa provincia e questo obiettivo potrà essere ottenuto solo con un gruppo di lavoro coeso, senza divisioni”.

Anche il mondo artigiano è diviso nella sua rappresentanza. Vedrebbe positivamente un percorso unitario? “Rete Imprese Italia raggruppava le principali sigle delle associazioni di categoria delle pmi. Purtroppo questo progetto non è decollato, almeno a livello nazionale, ma in provincia di Cremona in questi anni siamo riusciti a mettere attorno ad un tavolo alcune organizzazioni che hanno lavorato bene insieme: parlo soprattutto di Confartigianato, della Libera, di Confcommercio e dell’Api. Ci confrontiamo quotidianamente sulle problematiche di questo territorio ed arriviamo compatti a proporre soluzioni concrete, in Fiera, in Camera di commercio e su altri tavoli: ci siamo riusciti ed ancora siamo uniti”.

Quale è lo stato di salute dell’artigianato cremonese dopo la pandemia? “Ci sono categorie economiche che hanno risentito solo in parte di questa crisi, mentre altri comparti hanno sofferto e continuano a soffrire duramente. Conciliare la salute con l’economia è molto difficile: il governo ha cercato di contenere la pandemia senza fermare completamente il paese. Credo però che sia venuto il momento di allargare le maglie delle restrizioni in alcuni settori: per chi fa impresa, è necessario avere tempi certi e garanzie sul proprio futuro. Sono comunque ottimista per i prossimi mesi anche perché la Regione Lombardia ha recuperato sul fronte delle vaccinazioni dopo una partenza molto incerta. Ribadisco poi l’importanza del Pnrr che contribuirà in modo fondamentale a rilanciare il paese, con ricadute positive anche per le imprese artigiane. L’unico rischio che vedo è quello di scontrarci, ancora una volta, con la burocrazia che caratterizza il nostro paese: il parlamento dovrà in tempi brevi adeguare la normativa per poter rendere effettiva la carica propulsiva che arriverà grazie al Pnrr”.

La campagna vaccinale a Cremona proseguirà anche nelle aziende ? “Io su questo tema vado controcorrente: portare la vaccinazione nelle aziende è un’idea bellissima, ma concretamente troverà grandi ostacoli. Credo quindi che sia più opportuno potenziare il punto vaccinale pubblico, gestito dall’Asst, per rispondere in tempi sempre più rapidi all’esigenza di vaccinare: se incrementiamo la professionalità dove già c’è, non è necessario inventarsi altre soluzioni e frammentare una macchina da guerra che oggi sta funzionando”.

Per quanto riguarda la Cna di Cremona, è già delineato il percorso di successione al vertice? “Da poco è partita la fase elettorale, si stanno facendo le assemblee territoriali dei mestieri per arrivare al 1° luglio, giorno in cui sarà eletto il consiglio territoriale e quindi il presidente. La nostra è una realtà molto democratica, ci diamo quindi dei tempi per un confronto reale tra i nostri associati”.

Il suo percorso associativo si ferma qui o proseguirà? “Attualmente sono vicepresidente regionale. Mi sono messo a disposizione della Cna e, proprio in questi giorni, sto valutando la possibilità di candidarmi alla presidenza regionale che sarà rinnovata in settembre: se ci saranno le condizioni, nell’ambito di un progetto condiviso dai territori, per mettere a disposizione la mia esperienza, sono pronto. Credo che le organizzazioni di categoria abbiano una responsabilità molto grande proprio in questa fase di ricostruzione, in seguito ai disastri prodotti dalla pandemia”.

Guido Lombardi

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...