Ambiente

"La depurazione del Garda non gravi sul
Chiese". Le associazioni si fanno sentire

Il caso della depurazione del Lago di Garda - scrive la Federazione - oggetto del presente comunicato, sta ora andando verso il vortice decisionale, ed emergono accordi politici, dei quali da mesi si sentivano voci da più parti

La depurazione del Garda non deve gravare sul Chiese. Con questo assunto, e senza possibilità di compromessi, la Federazione del tavolo delle Associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro rispondono ai vari tentativi d’approccio per una soluzione della depurazione del Garda. Il no è categorico. La Federazione però – a proprie spese – ha commissionato due diverse ipotesi che non coinvolgono il Chiese (e che includiamo come documento alla fine dell’articolo).

Il caso della depurazione del Lago di Garda – scrive la Federazione – oggetto del presente comunicato, sta ora andando verso il vortice decisionale, ed emergono accordi politici, dei quali da mesi si sentivano voci da più parti.

La scrivente, da sempre ed anche nel recente confronto del 28 aprile scorso con Acque Bresciane srl, ha mantenuto una posizione ferma sul principio che il bacino idrografico del Chiese, che è del tutto estraneo al bacino del lago di Garda, deve rimanere escluso da questa situazione, ovvero non ne deve in alcun modo pagare le conseguenza ambientali, che ci sarebbero altrimenti.

Purtroppo le varie Amministrazioni locali, i 31 Comuni bagnati e quindi arricchiti dal Chiese, non hanno ancora la preparazione culturale unitaria tale da saper difendere il loro bacino idrografico in ogni tratto, per essere capaci di solidarizzare ciascuno con gli altri Comuni oggi in pericolo di disastro ambientale, cioè quelli da Montichiari in giù; come peraltro è capitato in passato nel tratto più a monte, vedi il lago d’Idro, e come potrebbe succedere in futuro in qualsiasi tratto a causa di interessi speculativi.

Oggi, con la scelta di portare avanti la soluzione tecnica della depurazione del Garda bresciano a Esenta di Lonato, che terrebbe perennemente il fiume Chiese nel pericolo di divenire un giorno lo scarico della depurazione gardesana, scelta addirittura avvallata dalla rappresentanza di Gavardo, che ne ha modificato il tiro ma che ha generato un’alzata di scudi dalle comunità che ne subirebbero gli scarichi, comprese quelle mantovane sull’Arnò e sul Mincio, emerge che quegli “accordi politici” hanno senza dubbio coinvolto anche alcune rappresentanze di comunità del Chiese e sono stati concepiti per difendere il “proprio orticello”; pertanto non sono accordi lungimiranti, hanno solo nascosto la polvere sotto il divano, hanno lasciato a se stesse tutte quelle comunità da Montichiari in giù.

La scrivente Federazione lotterà, con ogni alleato che vorrà unirsi in questa battaglia giustissima, per fare in modo che la depurazione del Garda si ristrutturi autonomamente senza gravare su altri territori e quindi su altre comunità al di fuori, e affinché tutte le comunità dei 31 Comuni del Chiese sappiamo unirsi per essere realmente solidali tra esse, e che lo siano alla luce del sole, e che il risultato finale sia quello di un futuro con una concreta unità del bacino idrografico del Chiese, per il suo bene.

La scrivente Federazione, per risolvere nel modo più economico, meno invasivo e più pacifico il problema del collettamento e della depurazione in massima sicurezza ha commissionato uno studio preliminare di diverse soluzioni a confronto, realizzato sulla base dello studio dell’Università di Brescia, dallo Studio Cappella di Gorizia che si allega alla presente; sulla base di questo, noi andremo fino in fondo con ogni mezzo legale per impedire sperpero di Denaro pubblico e calcoli speculativi sulla pelle delle comunità del Chiese”.

redazione@oglioponews.it

Le due ipotesi proposte dalla Federazione

10.5.21_ST CAPPELLA GORIZIA_coll e depur garda bs_soluz tecn feder assoc chiese-1

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...