Cessione credito d'imposta,
per CIA non è detta l'ultima parola
“Restiamo fermamente convinti del valore strategico della cessione del credito d’imposta 4.0 - dichiara il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. Per il settore agricolo, come per tutti i comparti produttivi, si tratta non solo di un’opportunità cruciale".
Ci sono ancora possibilità per scongiurare l’addio alla cessione del credito d’imposta 4.0. La misura, infatti, potrebbe essere ripresa in nuovi provvedimenti come il Dl Sostegni bis, traguardando le indicazioni della Ragioneria di Stato con una soluzione tecnica idonea. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta lo stralcio dal maxiemendamento della misura che avrebbe davvero rappresentato un punto di svolta, e in chiave green, per l’economia delle imprese italiane, comprese quelle agricole.
La decisione della Ragioneria di Stato – aggiunge Cia – arriva come una doccia fredda e sembrerebbe ormai persa la battaglia se non fosse che, dopo un anno dalla nostra prima proposta nella Legge di Bilancio 2020 e durante i vari provvedimenti da inizio pandemia, si è aperto ora anche un fronte comune sul tema, tra forze sociali e politiche. Cia terrà conto, ovviamente, delle osservazioni della Ragioneria di Stato che ravvisa mancanza di copertura finanziaria, ma allo stesso tempo, come fatto fino ad ora, andrà avanti nel formulare altre proposte in vista dei prossimi provvedimenti.
“Restiamo fermamente convinti del valore strategico della cessione del credito d’imposta 4.0 – dichiara il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. Per il settore agricolo, come per tutti i comparti produttivi, si tratta non solo di un’opportunità cruciale in un momento segnato dalla crisi di liquidità a causa della pandemia, ma anche della strada giusta da percorrere nell’ambito del piano Transizione 4.0 per incentivare gli investimenti in hi-tech e il rinnovo del parco macchine con mezzi più moderni, tecnologici e a bassa emissione CO2, requisiti fondamentali per dare seguito al Green Deal Ue e per ridurre il rischio infortunistico. Senza dimenticare che l’integrazione con l’hi-tech, sostenuta dalla ricerca, è fondamentale per la produzione di cibo fresco e sano e, quindi, nella lotta a fitopatie e cambiamenti climatici”.
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