Cultura

Villarocca e Fossa Guazzona: due
luoghi della memoria che si spengono

"Ci sono luoghi perduti, in tutta Italia, in cui il silenzio, l’abbandono e il degrado regnano da anni. Luoghi in rovina, dove la natura si è fatta largo e ciò che l’uomo, con fatica, aveva costruito, si sta lentamente sgretolando"

Fossa Guazzona, Oratorio
Fossa Guazzona, Oratorio
Fossa Guazzona, Oratorio - interno
Villa Fraganeschi, com'era 50 anni fa
Villa Fraganeschi, oggi
Villa Fraganeschi, oggi
Villa Fraganeschi, oggi
Villa Fraganeschi, oggi

Il degrado e l’abbandono è tutto intorno a noi. Cascine, ma anche strutture più grandi che hanno una storia e un passato di bellezza, oltre a un presente e un futuro segnato. Paolo Panni, l’eremita del Po, scrittore e giornalista, ce ne racconta due. Una fu casa di un vescovo (Villarocca) e l’altro un’oratorio (Fossa Guazzona). Per entrambi il tempo ha lasciato ferite durissime e quello che non ha fatto il tempo lo hanno fatto i vandali e i predatori.

Le pietre parlano, raccontano d’una storia e di un passato che si perderà per sempre col crollo delle mura. Questo il racconto di Paolo Panni, eremita del Po.

“Ci sono luoghi perduti, in tutta Italia, in cui il silenzio, l’abbandono e il degrado regnano da anni. Luoghi in rovina, dove la natura si è fatta largo e ciò che l’uomo, con fatica, aveva costruito, si sta lentamente sgretolando. Nel Belpaese, da Nord a Sud, non si contano ville e dimore storiche, rocche e castelli, conventi e vecchie fabbriche caduti, da tempo, nella fatiscenza e, soprattutto, nel dimenticatoio. Sono pezzi di storia e di cultura che lentamente si spengono, oggi ridotti a ruderi, o poco più. Tra mura cadenti e travi squarciate volte verso il cielo sembra di udire il grido di dolore di questi luoghi che chiedono, forse per un’ultima volta, di essere salvati. Anche nel Casalasco non mancano i tesori dimenticati.

Villa Fraganeschi, com’è oggi
Villa Fraganeschi, com’era 50 anni fa

La maestosa villa Fraganeschi, Castelbarco, Visetti Visconti di Villarocca e la caratteristica chiesetta di Fossa Guazzona sono due di questi. Due patrimoni da tempo in totale decadenza.

La villa, tardo settecentesca, già inserita a candidata tra i Luoghi del cuore del Fai, svetta nel centro della piccola frazione del comune di Pessina a due passi dal fiume Oglio. Fu residenza del più giovane vescovo di Cremona, Ignazio Maria Fraganeschi (1749-1790) e, corredata da un suggestivo giardino barocco, subì nel tempo svariati adattamenti che interessarono anche il giardino, adeguandosi al gusto dell’epoca. In particolare assunse, nell’Ottocento, un aspetto romantico, distendendosi nella valle fluviale secondo i dettami del giardino paesistico o all’inglese.

Estinta la discendenza  dei Fraganeschi-Castelbarco-Visetti-Visconti, la villa fu alienata e versa da anni in condizioni di abbandono e totale fatiscenza. Subì innumerevoli saccheggi e fu addirittura fabbrica di profumi. I fasti di un tempo sono ormai dimenticati, il grande giardino a sua volta è lasciato a se stesso e tutto versa nel silenzio più assoluto.

E pensare che fino a quarant’anni fa le sue condizioni erano ben diverse. Basti consultare il libro “Ville delle Province di Cremona e Mantova” di Carlo Perogalli, Maria Grazia Sandri e Luciano Roncai, finito di stampare nel 1981, in cui è pubblicata anche una veduta generale del complesso (che qui riproponiamo) e, testuali parole, è scritto stato di conservazione buono.

Dovessimo riscriverlo oggi sarebbe necessario correggerlo in stato di conservazione pessimo. Evidentissimi, fin da una prima occhiata dalla piazza, sono i crolli che la interessano e ne compromettono la struttura. La Villa, molto spaziosa, è caratterizzata da due corpi di fabbrica ed è contraddistinta da due torri ottocentesche, di diverse dimensioni, posizionate in modo asimmetrico rispetto alla fabbrica. Questo induce a ipotizzare che, nonostante i caratteri esterni tardo ottocenteschi, si tratti dei resti di una costruzione più antica”.

Fossa Guazzona, Oratorio

Non c’è solo la villa di Villarocca. Poco distante, a Fossa Guazzona, c’è un’oratorio in stato di completo degrado.

“A non molta distanza, a Fossa Guazzona di Torre dè Picenardi, fino a non molto tempo fa frazione di Ca’ d’Andrea, proprio di fronte all’agriturismo Corte Sant’Anna spicca invece lo “scheletro” di un caratteristico oratorio, a sua volta, da tanti anni in degrado. Il cartello sulla porta, che recita “Pericolo di lesioni a chi apre e oltrepassa questa porta”, la dice lunga. Del resto basta osservare le condizioni dell’edificio per avere una idea dei pericoli che si possono correre ad accedervi. La porta è spalancata e basta osservare, da distanza, l’interno per vedere che nulla è rimasto, nemmeno l’altare. Non ci sono che due mobiletti sgangherati, una vecchia poltroncina ed i resti di una croce, come a voler lasciare uno scampolo di religiosità al luogo.

Tutto è irrimediabilmente perduto? A prima vista si direbbe di sì.

Ma il grido di dolore, e di aiuto, di questi (ed altri) luoghi non deve lasciare indifferente nessuno e chissà che, con un concorso di idee che coinvolga pubblico e privato, rinunciando ad eventuali interessi di parte (che in queste condizioni non troverebbero che il silenzio), non si possa recuperare il recuperabile (salvando ad esempio, di entrambi gli edifici, almeno nella ipotetica fase iniziale, le mura esterne) dando vita ad un percorso turistico e culturale, tra le dimore storiche minori del Casalasco e del Cremonese, capace di attirare, anche in queste terre di pianura lombarda, un numero crescente di visitatori e di appassionati di storia. A beneficio delle attività locali e della loro ripresa. In tempi di pandemia, in cui si cerca di sviluppare e promuovere il turismo alternativo e di prossimità, c’è questa carta da giocare, per la salvezza e il recupero di un patrimonio che è di tutti e affonda le radici nel nostro comune passato”.

Paolo Panni – Eremita del Po & N.C. (Foto: Paolo Panni)

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