Casalmaggiore, paziente rifiuta
vaccino. Il parere legale di un avvocato
“Sarebbe bastato che il dottore mi dicesse che al momento il vaccino da me richiesto non era al momento disponibile e mi sarei potuto accordare per una successiva prenotazione. Invece di rivolgersi a me con fare imperioso dicendo Io la dichiaro idoneo all’Astrazeneca!” riferisce l’interessato
Nella complessa e, per certi versi, discussa campagna di vaccinazione in corso è successo anche questo: un paziente di Casalmaggiore di circa 70 anni dopo aver atteso il suo turno all’interno del padiglione Avis in zona Baslenga ed essersi seduto davanti al medico che lo sottoponeva alla cosiddetta anamnesi patologica, se ne è andato indignato rifiutando di farsi vaccinare.
Molti sono gli episodi che riferiscono di persone che non hanno voluto rischiare di ricevere vaccini coinvolti in casi di sospette controindicazioni. Il fatto di Casalmaggiore spinge quindi ad indagare sulla questione dei diritti e dei doveri sollecitando una specifica ricerca giuridica.
Importante e competente a tal proposito il parere di un noto esperto di problematiche sanitarie, l’avvocato Emilio Azzini tra l’altro vincitore di una causa milionaria contro il sistema sanitario nazionale a favore di un ragazzo di Casalmaggiore colpito da poliomelite nonostante fosse stato sottoposto a vaccinazione contro la medesima malattia.
E’ opinione diffusa che una indagine effettuata attraverso il dialogo di pochi minuti tra un medico e il paziente sconosciuto al quale viene chiesto quali patologie ricordi di essere afflitto mostrando alcune pillole estratte dalla tasca non potrà mai essere esaustiva. Basti pensare che per avere un check up utile a conoscere le proprie condizioni fisiche spesso occorrono giorni e giorni e tutta una serie di esami completi.
Al di la di questo l’utente, in attesa qualche giorno fa del vaccino presso l’Hub di Casalmaggiore, non ha accettato l’imposizione del medico e ha abbandonato con fare risoluto e risentito il salone.
“Sarebbe bastato che il dottore mi dicesse che al momento il vaccino da me richiesto non era al momento disponibile e mi sarei potuto accordare per una successiva prenotazione. Invece di rivolgersi a me con fare imperioso dicendo Io la dichiaro idoneo all’Astrazeneca!” riferisce l’interessato.
Allora è utile raccogliere il parere dell’avvocato Azzini il quale spiega: “Dal contratto fatto tra paziente e medico, dal momento che ci si affida a lui, vale l’obbligo della protezione. Un obbligo che però non può prescindere dal diritto dell’autodeterminazione adeguandosi alla scelta sanitariamente migliore del paziente. Se il paziente chiede di essere vaccinato ma non con il vaccino tale, il medico, se sono disponibili vaccini diversi è obbligato ad adeguarsi al tale richiesta anche perché sarà sempre meno rischiosa rispetto alla scelta di non farsi vaccinare. Sbagliano pertanto i virologi omniscienti da salotti televisivi nel dire che la scelta del vaccino non riguarda il paziente. Purtroppo questi personaggi influenzano negativamente le scarse conoscenze giuridiche dei medici vaccinatori i quali credono di poter imporre al paziente la loro scelta spesso arbitraria o comunque non supportata scientificamente” sottolinea l’avvocato Azzini che conclude con una delle sue solite espressioni latine forgiata al momento: “Ne sutor ultra crepidam” per chiedere che il ciabattino non vada oltre le ciabatte. Arrivando ad ammettere alla fine che il personaggio al centro della divergenza con il medico all’interno dell’Hub era proprio lui.
Ros. Pis.