Un ippocastano per la quercia:
la "matematica" di Boles
E’ stato sospeso il taglio della quercia di via Giordano Bruno ma Giuseppe Boles a Casalmaggiore vuole comunque porre l’accento sulla mancanza di attenzione alla natura. E ha deciso di farlo con un “inno alla vita”, ossia piantumando un ippocastano nel giardino sottostante il Torrione. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
E’ stato sospeso il taglio della quercia di via Giordano Bruno ma Giuseppe Boles a Casalmaggiore vuole comunque porre l’accento sulla mancanza di attenzione alla natura. E ha deciso di farlo con un “inno alla vita”, ossia piantumando un ippocastano nel giardino sottostante il Torrione.
“Il 4 maggio si sarebbe dovuto procedere al taglio della quercia in via Giordano Bruno – spiega Boles –. Tutto sospeso, almeno per ora. Ciò detto una riflessione nel merito va comunque fatta. Credo che il meccanismo instauratosi nelle ultime tre decadi rifletta la tendenza a voler prevedere per qualunque situazione una responsabilità certa (vedi la rottura di un ramo se non addirittura il crollo di un albero pur non lasciato all’incuria) quando in passato ci si aggrappava con maggior facilità alla scriminante del caso fortuito o forza maggiore”.
“Nel caso della quercia trentennale la posizione è stata la classica goccia che ha permesso al vaso di esondare – precisa Boles –. Capisco che il Comune non sia spronato ad assumersi responsabilità in capo ad un albero non suo e mal posizionato che però c’è ed è lì in tutto il suo splendore. Ciò che ancora non mi è del tutto chiaro è chi sia il reale proprietario della pianta, se colui che l’ha piantumata o il demanio per accessione. Povera quercia, scaricata dal privato al pubblico e dal pubblico al privato a seconda di chi ha più o meno interesse alla sua manutenzione. Inutile negarlo, il trend nazionale e non solo locale è quello di preservarsi da più rogne possibili perché le denunce nascono come funghi”.
“Spinti da ragioni prettamente utilitaristiche (c’è da chiedersi tuttavia fino a che punto un guadagno possa essere considerato tale se rapportato al fatturato complessivo del campo) moltissimi agricoltori hanno fatto tabula rasa nel corso degli anni di pioppi, querce e quant’altro di monumentale sia cresciuto lungo i fossi trasformando quello che prima era un paesaggio vario in una scacchiera senza pedine e senza più scacchi. Alberi secolari vengo evirati a volte a ragione altre, permettetemi di dirlo, per eccesso di prevenzione. Il risultato non cambia e chi ci perde alla fine siamo noi, piante comprese ovviamente, costretti a vivere sempre più di cemento e meno di foglie nell’eterna illusione che la responsabilità vada per forza scaricata su qualcuno purché lontano dal nostro praticello”.
“La verità è che faccio davvero fatica ad assistere a questo spettacolo – spiega Boles –. Da fervente umanista vorrei tuttavia concedere alla matematica di venirmi in soccorso con una soluzione che ciascuno nel suo piccolo dovrebbe portare avanti con orgoglio: 1-1+1 = ancora 1. Ovvero se ho un albero e taglio l’albero basterà piantarne uno nuovo per far sì che il verde della natura zittisca il grigiore del cemento. Ho voluto piantumare a ridosso del Torrione (preventivamente sentiti l’ufficio ambiente e Silvia Tei) in collaborazione con Claudio Calestani del Consorzio Forestale e la fam. Sartori un ippocastano rosso accompagnandolo a qualche cespuglio di lavanda come risposta vivente di chi desidera per sé e per i propri concittadini una Casalmaggiore sensibile verso quelle strane creature fatte di radici, corteccia, rami e foglie che senza chiedere alcun permesso preventivo concedono a noi tutti di vivere meglio. Se la quercia resisterà agli affondi normativi è ancora tutto da vedere, in caso contrario amo pensare che sarà proprio ippocastano a preservarne la memoria”.
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