Politica

Gussola, Giovanni Caletti rinuncia
a sostituire Miriam Voltini in consiglio

"Da almeno un anno ho scelto di non partecipare più alle attività e alle riunioni di Identità Gussolese per divergenze con coloro che ne fanno parte. Nonostante stimi e rispetti i componenti, non riesco a condividere con loro un percorso politico"

In foto Giovanni Caletti e Miriam Voltini

Giovanni Caletti rinuncia al posto in Consiglio Comunale a Gussola, dopo le dimissioni di Miriam Voltini dal ruolo di consigliere d’opposizione. Parla di divergenze con lo stesso gruppo con il quale si era candidato alle ultime amministrative. La spiegazione della sua rinuncia in una lettera.

Con la presente, vi comunico che è mia intenzione rinunciare alle funzioni di Consigliere Comunale di Gussola in surrogazione del Consigliere dimissionario avvocato Miriam Voltini. Da almeno un anno ho scelto di non partecipare più alle attività e alle riunioni di Identità Gussolese per divergenze con coloro che ne fanno parte. Nonostante stimi e rispetti i componenti, non riesco a condividere con loro un percorso politico. La scelta di mettermi in gioco con questo gruppo era scaturita dalla forte volontà di risvegliare la politica istituzionale locale, andando oltre il risultato elettorale. Quello che mi è sempre premuto, infatti, è stato non perdere di vista quelli che ritengo essere i capisaldi della politica: lealtà, onore, amor di patria, fedeltà alla bandiera e, soprattutto, ai miei ideali. Una politica che fosse contro il politically correct, vero cancro da estirpare. Quello che ho trovato, invece, è stato una politica dei sensi di colpa, dei timorati di Dio, della moderazione e di chi vive con la preoccupazione di doversi far accettare a tutti i costi dall’avversario per paura d’esser giudicato. Personalmente, ritengo questo atteggiamento l’esatta esemplificazione di ciò che c’è di marcio nella destra italiana, dalla politica locale a quella nazionale, dai consiglieri dei piccoli comuni ai parlamentari. D’altra parte, se si considerano gli avversari si osserva, piuttosto, una costante guerra all’avversario, menefreghismo per il giudizio altrui e mancanza di scrupoli al momento della vittoria, seguita dall’egemonizzazione della parte lesa. Per questo motivo, oltre a credere che la destra italiana abbia molto da imparare dagli avversari, non potrò mai più far parte o condividere percorsi con chi si occupa di politica in questo modo“.

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