Arte

Mantova, apre Venere Divina:
il mito della Dea a Palazzo Te

La seconda tappa è prevista dal 22 giugno al 5 settembre 2021 con l’esposizione del capolavoro di Tiziano Venere che benda Amore, in prestito dalla Galleria Borghese di Roma

Il mito Venere a Palazzo Te dà il via all’atteso programma espositivo 2021 di Fondazione Palazzo Te Venere divina. Armonia sulla terra. La prima tappa, prevista per lo scorso marzo, apre al pubblico il 26 aprile con una nuova presentazione delle oltre ventotto Veneri raffigurate a Palazzo Te, tra stucchi e affreschi valorizzate da un nuovo sistema di illuminazione.

L’immagine della dea – elemento centrale di miti e favole antiche esaltato nel percorso museale – è frutto di un’accurata ricerca a cura di Claudia Cieri Via, confluita nel libro Venere a Palazzo Te, edito da Tre Lune Edizioni, e in un’applicazione multimediale scaricabile gratuitamente.

Il percorso è arricchito dall’esposizione di due opere legate alla produzione di Giulio Romano in prestito da Palazzo Ducale di Mantova: la scultura Afrodite velata, appartenuta all’artista e fonte di ispirazione per la Venere in stucco del soffitto della Camera del Sole e della Luna, e l’arazzo con una ninfa spiata da un satiro in un giardino dove numerosi putti giocano eseguito da tessitori fiamminghi su disegno di Giulio.

Nell’ambito delle manifestazioni dedicate al mito di Venere, la proposta di un itinerario tematico all’interno di Palazzo Te alla scoperta di Venere è un’avventura avvincente: sala per sala, l’effigie della dea spicca tra le altre figurazioni ideate da Giulio Romano e allievi, grazie al potenziamento e a un orientamento dell’impianto di illuminazione, studiato ad hoc con la collaborazione di iGuzzini.

Venere è una divinità dell’Olimpo greco dalle numerose sfaccettature. Consacrata la più bella tra le dee dal giudizio di Paride, esprime i valori più profondi della natura: dalla fecondità propria della Venere genitrice, alla Venere Anadiomene che nasce dal mare, fino alla sublimazione della Venere celeste.

La presenza di Venere come protagonista delle decorazioni di Palazzo Te, in passato definito il “sacrario di Venere”, esprime il carattere ancestrale di questa divinità. Gli aspetti che la contraddistinguono, in alcuni casi anche in contrasto tra loro, si possono ritrovare nelle diverse rappresentazioni della dimora cinquecentesca: la Venere pudica, la Venere Velata, la Venere Vincitrice e le innumerevoli favole mitologiche che in alcuni casi la vedono coinvolta in un matrimonio con l’anziano Vulcano, oppure in una passione erotica con Marte, o addirittura in un coinvolgimento amoroso nefasto con Adone.

Venere, dunque, è espressione di concetti astratti quali la bellezza, l’amore, l’eros, la Natura, la Primavera, la fecondità, ma può anche dare forma a personaggi delle favole antiche, come Arianna, Olimpiade, Psiche, Antiope o le ninfe dei boschi e le nereidi.

Per queste ragioni Venere trova la sua più naturale collocazione a Palazzo Te, una dimora immersa nella Natura sull’isola del Tejeto ai margini di Mantova, un luogo di otia, come ricorda l’iscrizione sul cornicione della camera di Amore e Psiche, uno degli ambienti della dimora più ampiamente decorato da Giulio Romano e i suoi allievi.

Questo nuovo percorso conduce attraverso le camere di Palazzo Te alla ricerca di Venere. Espressione del pensiero filosofico antico, la presenza di Venere negli affreschi e negli stucchi è da cogliere nelle sue caratteristiche essenziali che prendono forma nelle sculture e nei rilievi sopravvissuti nel tempo o che si trovano replicate nelle medaglie e nelle monete presenti nelle collezioni di antichità, poi riproposte in quanto tali nelle decorazioni del Palazzo mantovano.

L’impronta vitalistica delle decorazioni di Palazzo Te è il frutto della sperimentazione artistica di Giulio Romano e dei suoi allievi, che attraverso l’uso di svariate tecniche hanno dato forma a complessi cicli pittorici. La ricchezza delle decorazioni, quasi al limite di un horror vacui, coinvolge il visitatore nel flusso di grandi impianti decorativi alla ricerca attenta e divertita dei dettagli figurativi e ornamentali che riempiono ogni spazio delle pareti e dei soffitti delle camere. La complessità che anima ogni rilievo in stucco e ogni decorazione all’antica con fiori, uccellini e sofisticati motivi ornamentali prende spunto dalle cosiddette “grottesche” scoperte a Roma nella Domus aurea, l’antica casa di Nerone, che contribuirono a un rinnovamento fantastico del linguaggio decorativo cinquecentesco.

Allo stesso modo il collezionismo antiquario e i modelli antichi, scoperti in quegli anni a Roma e osservati da Giulio Romano, trovano un’elaborazione nel linguaggio formale dell’artista e dei suoi allievi a Mantova.

Gli affreschi di Palazzo Te ripropongono questi repertori antichi in una luce rivitalizzata e con nuova portata espressiva, ora giocosa ora drammatica, in particolare nella Camera di Psiche e nella sala dei Giganti.

Il percorso espositivo include le due opere legate alla produzione di Giulio Romano, in prestito a Palazzo Te dal Palazzo Ducale di Mantova. La splendida scultura Afrodite velata del II secolo avanti Cristo, appartenuta all’artista, è esposta nella Camera del Sole e della Luna, in dialogo con una delle piccole figure femminili a stucco dentro i lacunari della volta che presenta la stessa postura delle gambe e delle braccia e dal panneggio della veste. L’arazzo con una ninfa spiata da un satiro e putti che giocano, allestito nell’Ala napoleonica, è stato tessuto tra il 1539 e il 1540 da Nicolas Karcher, arazziere fiammingo, trasferitosi a Mantova da Ferrara. L’opera fa parte di una serie, di cui sopravvivono otto panni, detta Giochi di Putti o Puttini, che è stata eseguita su disegno e cartone di Giulio Romano per il duca Federico II Gonzaga. L’arazzo è ritornato a Mantova di recente grazie a una complessa operazione d’acquisto condotta da Palazzo Ducale, dalla Direzione Generale Musei del MiC e con il sostegno di Fondazione Palazzo Te.

La mostra Il mito di Venere a Palazzo Te è curata da Claudia Cieri Via e si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso.

Il progetto espositivo si inserisce nel programma annuale Venere divina. Armonia sulla terra – ideato da Fondazione Palazzo Te per completare una riflessione sul femminile avviata nel 2018 con la mostra Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra e proseguita nel 2019 con Giulio Romano: Arte e Desiderio – è organizzato da Fondazione Palazzo Te e Museo Civico di Palazzo Te, promosso dal Comune di Mantova con il patrocinio del MiC, con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e con il supporto di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e di iGuzzini.

Il progetto espositivo è a cura di Lissoni Associati, il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx.

La seconda tappa è prevista dal 22 giugno al 5 settembre 2021 con l’esposizione del capolavoro di Tiziano Venere che benda Amore, in prestito dalla Galleria Borghese di Roma.

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