Cronaca

Barbara Del Bon, il Gatto
Matto e quelle sedie vuote...

Ha ancora gli occhi lucidi Barbara, non riesce a nasconderli neppure quando le chiediamo una foto. E' stanca, provata, ma lo stesso se dovrà chiudere, vuole farlo alla sua maniera

Non riesce a nascondere gli occhi lucidi, neppure quando tenta di ricomporsi un poco. I solchi nell’anima restano, e sono profondi come è profonda la stanchezza. Barbara del Bon ha 51 anni, tanti passati dietro al bancone di un bar. Guarda i tavoli del Gatto Matto, il suo bar da 8 anni a questa parte. Per tanti versi, la sua casa.

C’è silenzio, più silenzio di quando c’erano le carte, e qualche cliente fisso a leggersi il giornale, o a scambiare due parole. Quelli del caffé e del bianco. Quei clienti che diventano visi familiari, certezze, perché fanno del bar la loro seconda casa. Qualcuno s’è perso – e per sempre – col Covid. Qualcuno sta ancora lottando per venirne fuori. Non ci sono più Carlo Cassani e E.. Erano lì quasi tutti i giorni. Non c’è più Silvano Scazza. Andava il venerdì a bere l’aperitivo e si portava dietro il suo carico d’allegria e di battute. Non c’è più Luigi Del Bon. Alberto sta ancora lottando, anche se almeno per lui c’è ancora un presente e un futuro.

Ci sono le loro sedie, i loro angoli preferiti e tutti i ricordi da portarsi addosso. Per chi resta.

Jean Philippe

Con Barbara, a gestire il bar, c’è Jean Philippe. E’ il gatto del locale. Lo aveva recuperato, malconcio, in uno scatolone 3 anni fa e grazie agli Angeli della Bassa lo aveva rimesso in sesto e tenuto con se. Jean Philippe ne aveva passate probabilmente tante prima di incontrare Barbara: “Ci ho messo un anno per avere la sua fiducia. Non entra in cucina e non sale sui tavoli, ma è qui, sempre in giro. Nei giorni di chiusura era l’unica compagnia che avevo qui nel locale e anche adesso, quando mi sento sola, mi basta guardarlo per sentirmi un po’ meno sola”. Jean Philippe è vicino alle sue gambe, la fissa con lo sguardo languido: “Vuole un po’ di cibo, i gatti sono così”. Un po’ di cibo, qualche coccola, un sorriso e poi Barbara riprende il filo dei propri pensieri.

Non riesce a nascondere la commozione. Si ferma un attimo in silenzio e quando le chiediamo del Covid, si accendono ricordi. Si dice che gli spiriti continuino ad essere presenti negli occhi di chi ha amato e guarda: “Vedo i loro posti vuoti, e penso che non ci sono più e che non torneranno indietro. Ci sono le loro sedie qui davanti, tutti i giorni. Non ci sono più le loro parole quotidiane, non ci sono più le partite a carte del pomeriggio. Mi incantavo a guardarli giocare a carte. Grazie anche a loro il bar era rinato. Senza di loro è tutto più pesante. Non erano solo clienti, c’era amicizia e complicità”. Ci sono cose che mancano e che non torneranno. Facciamo fare un salto indietro nel tempo Barbara, mentre prepara il caffé. Anche per venire fuori dal tempo più recente, quello più doloroso. Quello della pioggia.

“Ho sempre fatto questo mestiere tranne una piccola parentesi in fabbrica. Sempre alle dipendenze di qualcuno e da tutti ho imparato qualcosa. Devo tanto, ad esempio, agli anni in cui ho lavorato al Liolà di Vicomoscano e a Gabriella Bassi che mi ha insegnato quello che so. Lei per me è stata una maestra. E devo tanto anche agli anni in cui ho lavorato ai Giardini di Viadana. Lì ho imparato ad affrontare la gente. Dopo tanti anni alle dipendenze, tra Casalmaggiore, Viadana, Boretto, il lago di Garda e tanti altri posti ho deciso di mettermi in proprio. Ero innamorata di questo spazio, l’ho sempre trovato bello. Ci avevo anche lavorato quando si chiamava Roxy Bar”.

Quello che fu il Roxy bar aveva cambiato gestioni e dopo gli anni di grazia della Grazia (si mangiava ancora la granita con la macchina per tritare il ghiaccio e te ne dava tanta) aveva attraversato alterne fortune. Sino a Barbara che decide di rilevarlo. Uno sforzo economico ingente. Non sono stati anni semplici e, quando sembrava che ci potesse essere un po’ più di tranquillità, è arrivato il Covid. “Mi ha dato l’ultima mazzata – ci spiega – e adesso sono qui. Con molte probabilità lo metterò in vendita, per tante ragioni e non solo quelle legate ai costi. In questi anni ci sono tante persone che mi hanno aiutato, a partire dala proprietà che in questi mesi di enorme difficoltà mi ha abbassato l’affitto. Devo dire grazie a chi mi ha dato una mano in questi anni. Il Covid ci ha insegnato che la vita può cambiare e può crollare da un momento all’altro, e che solo tutti insieme si può sperare di fare qualcosa, solo aiutandosi si può sperare”.

Barbara è decisa ad affrontare la primavera e l’estate. Sarà forse per lei l’ultimo canto del cigno, ma vuole farlo alla sua maniera. E la sua maniera di ripartire mostra ancora una volta quale sia la sua anima. La sua bell’anima. Barbara mette a disposizione i suoi spazi, senza chiedere niente in cambio. “Perché se ci si aiuta, ci può sempre essere qualcosa di bello”.

“Gatto Matto – ha scritto ieri sui social – ripartirà con l’estivo martedi 27 aprile. Sarà inizialmente sviluppato in piccolo attorno agli ingressi. Il grande estivo necessita di un ripristino, che richiede qualche giorno in più. E qualche investimento in più da ponderare. Gli assortimenti menù saranno limitati. Abbiate pazienza. Ma per tutta la durata della stagione estiva tengo a sottolineare che ogni avventore potrà ristorarsi, richiedendo anche menù da delivery esterni. Che sia pizza o qualsiasi altra cosa. Forniremo il coperto, previo consumo di bevande qui al Gatto Matto. Nelle serate a tema daremo priorità al nostro tema. Ogni Ristoratore che desideri collaborare, proponendo e curando la parte cibo avrà la mia piena collaborazione. Inclusi Streetfoodiani, provvisti di generatore elettrico. Non intendo richiedere plateatici o percentuali sugli incassi della parte cibo. Solo stimolare chi può avere buchi di tempo da impegnare, rendendo più semplice il mio operato. Eventualmente in caso di intrattenimento musicale decidere insieme per un contributo al gruppo. Estendo la proposta a chi volesse esporre qualcosa, con bancarella o meno. A loro, anche in caso di intrattenimento musicale, nessuna richiesta di contributo. Saranno gradite prenotazioni per organizzare al meglio gli spazi e mantenere il rispetto delle regole che ormai conosciamo. Al 3400047828. Sono una titolare goffa e confusa al momento (va bhe’… sempar…). Ho perso il ritmo e non ho le idee chiare. Spero di ritrovare ambe due insieme e di andar avanti con rispetto di questa ennesima possibilità che tante persone non hanno più essendo crollate o avendoci lasciato troppo presto”.

Lavorare a fianco di chi fa un’attività simile alla tua. “La vita mi ha insegnato che quando si lavora in gruppo ci si diverte tutti, e che se va bene a uno va bene a tutti. Ieri ho già ricevuto qualche proposta, e sono pronta ad accettarne altre. Ho sempre creduto che collaborare sia l’unica strada possibile, e son contenta di averlo fatto quando ce ne è stata la possibilità. E il Covid ce lo ha insegnato ancora di più. Se ci si dà una mano, ognuno con quel che può fare, è sicuramente meglio. Quando chiuderò e cederò l’attività? Spero che la gente si ricordi di me, e spero di aver lasciato qualcosa in tutti quelli che sono entrati qui o che ho conosciuto in tutti questi anni di lavoro”.

Ha ancora gli occhi lucidi Barbara, non riesce a nasconderli neppure quando le chiediamo una foto. E’ stanca, provata, ma lo stesso se dovrà chiudere, vuole farlo alla sua maniera. Con spontaneità ed aprendo le braccia senza nascondere quel che le passa negli occhi. Insieme a chi vorrà percorrere con lei un piccolo pezzo di strada. Il bello di Barbara è questo.  Ed è più forte del più forte degli abbracci.

Nazzareno Condina

 

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