Chiesa

Covid, don Arienti: "Adolescenti
isolati, urge impegno adulti"

La sfida per il grest di quest’anno, al di là delle tematiche e dei giochi, è quindi quella di lavorare a monte, di “usare questi mesi che ci separano dall’estate per consentire alle nostre comunità di essere voci autorevoli dal punto di vista educativo. Gli oratori da sempre racccontano storie di prossimità".

Adolescenti che diventano sempre più soli e solitari, o peggio ancora che si auto-isolano: un quadro preoccupante, quello delineato da don Paolo Arienti, presidente della Federazione Oratori di Cremona, che mette in guardia su un dato allarmante: “Molti giovani dicono che tutto sommato in casa propria stanno meglio”.

Dunque ben venga il ritorno in zona arancione, ma bisogna guardare avanti: “Il ritorno alla didattica in presenza è positivo, anche se bisogna fare ancora molta attenzione al rischio di contagio sui trasporti e nel tempo extrascolastico. Tuttavia bisogna anche pensare all’emergenza educativa”. Una situazione che non si esaurirà in breve tempo, secondo il sacerdote. “E’ subdola, perché lavora in modo carsico, nella penombra, e ancora non sappiamo leggere le storie reali dei nostri ragazzi, che in questi mesi sono stati costretti al ritiro sociale e al vedersi ridotte esperienze e occasioni di crescita tipiche di quella età”. Fino ad abituarsici, a sentirle quasi rassicuranti.

Quella che attende oggi il mondo adulto è quindi una sfida importante: quella di imparare a gestire questi ragazzi già dai prossimi mesi, già dall’estate. E qui entrano in gioco gli oratori, da sempre protagonisti del periodo estivo, con il Grest. “La sfida da affrontare sarà triplice” prosegue don Paolo. “La prima è quella del fare rete, con i genitori, con gli educatori e con la scuola. Il tempo estivo 2021 dovrà iniziare ad affrontare le conseguenze della scuola a intermittenza, delle carenze didattiche, delle problematiche psicologiche”. Anche per questo, in secondo luogo, si dovrà curare “le relazioni con adolescenti e preadolescenti, che hanno sofferto di più perché nell’età più  difficile”.

Il tutto, facendo fronte alle difficoltà, anche psicologiche, che questo periodo ha portato: un isolamento sempre più preoccupante dei ragazzi, i quali “in molti casi hanno dichiarato che tutto sommato stanno meglio a casa e che andranno avanti così fino a settembre” sottolinea don Paolo. “Leggo in questo approccio il superamento di una soglia di guardia, di ritiro sociale, e temo che alla lunga possa generaere conseguenze forti sulla socialità”. Per questo un importante impegno del mondo oratoriano sarà quello di “far circolare una visione della vita che ha un senso e una direzione, che vale la pena viviere al di fuori dello spazio circoscritto della cameretta”.

La sfida per il grest di quest’anno, al di là delle tematiche e dei giochi, è quindi quella di lavorare a monte, di “usare questi mesi che ci separano dall’estate per consentire alle nostre comunità di essere voci autorevoli dal punto di vista educativo. Gli oratori da sempre racccontano storie di prossimità. Quest’anno si tratta di fare il bene e di farlo al meglio, recuperando l’umanità delle persone, che il distanziamento sociale ha infiacchito”.

Laura Bosio

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