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Colorno prova a guardare al futuro:
il Festival della Lentezza si fa

Sarà ancora una volta la poesia delle piccole cose, il tempo che passa più lento e leggero, la vita che scorre con intensità incrociando sorrisi, e stupore, e nuvole e vento

Colorno spera, Colorno sogna. Ed ha ricominciato a costruire tutti gli eventi che ne caratterizzano il bellissimo cartellone degli appuntamenti. Tra questi, uno dei più importanti è sicuramente il Festival della Lentezza. E’ già stato fissato, ed in presenza, l’11, 12 e 13 giugno nella cornice maestosa della Reggia.

Sarà ancora una volta la poesia delle piccole cose, il tempo che passa più lento e leggero, la vita che scorre con intensità incrociando sorrisi, e stupore, e nuvole e vento. Ad annunciarlo gli stessi organizzatori. Alla loro maniera straordinariamente unica.

Smontare il mondo e rimontarlo – scrivono – un pezzo alla volta. Togliere e aggiungere. Battere e levare. Come bravi architetti della tensione emotiva. O come fabbri del desiderio. Calpestare nuove strade senza scordare chi siamo, spronati dalla nostalgia del futuro. Andare oltre, anche. Ai pregiudizi e alle paure. Oltre a tutta questa rabbia che ci paralizza. Avere cura di scrivere una storia diversa.

Che bello sarebbe possedere una scala lunga quel tanto che basta per raggiungere il cielo. Appiccicarcisi e dare un’occhiata. Vedere cosa nasconde la luce. Ostinata, e inviolabile. Toccare il motore dell’immaginazione. Aiutare a riavviarlo. Farsi pistone, ingranaggi. Per un’alfabetizzazione sentimentale di massa. Imparare a resistere dentro uno spazio più giusto. In uno spazio più onesto.

Non è un interruttore. E nemmeno una speranza. Cosa tiene accese le stelle è la riscossa di chi intende ostinato provarci. La moltiplicazione popolare dei sogni. La sfacciata convinzione che le cose possano cambiare. Dicono che per cambiarle, le cose, serva radicalità. E coraggio da vendere. E braccia che sanno accogliere.

Occorre ricominciare daccapo. Sapendo che proveranno a fermarci, ma che non ci saranno riusciti. Noi, partigiani del tempo, liberi dall’ingombro del presente“.

Le stelle, a Colorno, le tengono accese. Nella speranza che a giugno si possano ancora vivere, e sino in fondo tutte le magiche atmosfere che nel corso degli anni hanno caratterizzato il percorso di uno dei festival più belli dell’intera area.

N.C.

 

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