27 sindaci contro Stradoni: "Falsa
la scusa della guerra di campanile"
“I sindaci della zona, nessuno escluso si sono pronunciati unitariamente. Bozzolo è baricentrico e l’Oglio Po mantovano senza servizi in luogo di altre zone ove esistono tre poli vaccinali distanti dieci chilometri uno dall’altro, dunque la scusa adottata da Stradoni non corrisponde a realtà”. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
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Non sono piaciute a 27 sindaci del comprensorio Oglio Po le dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta di Mantova da Raffaello Stradoni, direttore generale dell’ASST di Mantova, in merito alla mancata attivazione di un Hub vaccinale nel territorio Casalasco-Viadanese, ad eccezione di quello di Casalmaggiore presso l’Avis. Stradoni infatti ha attribuito la decisione a presunti campanilismi comunali, che non avrebbero consentito di arrivare a un accordo.
“Non corrisponde al vero – si legge nel documento unitario firmato da 27 primi cittadini – che i Sindaci del territorio casalasco-viadanese abbiano fatto una guerra di campanili, che non esiste e non è mai esistita, tant’è che il famoso ambito sperimentale a livello sociale marcia unito: abbiamo approvato il piano di zona unico dell’ambito casalasco-viadanese, nonché l’avviso pubblico unico per gli alloggi di edilizia popolare, tanto per fare due esempi concreti.
Diversamente notiamo che a livello sanitario, che è di stretta competenza ASST, le cose non vanno. Dopo i tre anni di sperimentazione con direttore di nomina ASST e accordi tra Cremona e Mantova, tutto si è interrotto. Eppure il nostro ambito non è più sperimentale, una delibera regionale, che qualcuno si è dimenticato di leggere, lo ha stabilizzato. La proposta dell’ex assessore al welfare Gallera sul nostro ambito, di gennaio 2020, è stata ampiamente accettata dai Sindaci. Ma chi la deve concretizzare siede nelle direzioni strategiche di ASST Mantova e Cremona. Gradiremmo che si mettano a lavorarci e ad agire per il territorio, anziché lanciare accuse alla parte politica, che si è già espressa”.
“Peraltro alle nostre riunioni d’ambito, i direttori sono invitati e non si presentano mai, delegando funzionari senza potere decisionale. Ricordiamo che il territorio, storicamente, ha deciso di chiudere tre ospedali, quelli di Casalmaggiore, Bozzolo e Viadana, per realizzare un unico ospedale per acuti ossia l’OglioPo di Vicomoscano, mentre a Bozzolo vi è un presidio riabilitativo multifunzionale e un distretto sanitario rinforzato a Viadana.
L’andamento generale dei tre presidi è andato visibilmente in calando, sia nell’Ospedale per acuti che ha perso reparti, personale e posti letto, sia a Bozzolo dove è stata tolta la riabilitazione cardio-respiratoria, sia a Viadana dove il numero degli organici anche con riferimento alla veterinaria e soprattutto al CPS, è in costante e drammatica riduzione. Tutte scelte di diretta competenza ASST vuoi di Cremona o di Mantova, che si fanno la guerra anziché collaborare…ecco i veri campanilismi”.
“Mentre nella pandemia, le tre realtà territoriali hanno dato il massimo mettendo a disposizione le relative strutture, trasformate in reparti Covid, doverosamente – rivendicano i sindaci – visti i tassi alti di contagio sul territorio con diversi Comuni con elevati picchi di positività. Oggi ci aspettiamo una risposta seria dalle autorità sanitarie, da lì passa la ripartenza. L’apertura dell’hub di Casalmaggiore, peraltro funzionante solo al mattino e non di domenica, per carenze di personale, assegnato solo da ASST Cremona, senza che Mantova muovesse un dito, non ha risolto le criticità di un territorio ampio, senza risposte adeguate relative ai casi con fragilità e alle somministrazioni a domicilio, ancora molto indietro.
Più in generale non ci sono risposte al restante territorio mantovano, indirizzato a Castel Goffredo o a Gonzaga e talvolta anche a Cremona. Se si analizza la dislocazione degli altri poli vaccinali dell’Ats Val Padana, si può notare la distanza, in alcuni casi di nemmeno 10 km (il riferimento è alla distanza tra Lonato e Castiglione delle Stiviere, 8 km di strada e un hub in ciascuno dei due comuni, ndr), mentre la fascia del basso mantovano è completamente scoperta tra Asola e Viadana, nonostante i sindaci – sia cremonesi che mantovani – abbiano messo a disposizione loro strutture quando Ats lo ha richiesto, senza ricevere risposta alcuna”.
“Riflettiamo dunque su questa disparità di trattamento territoriale – insistono i sindaci – ingenerosa e insufficiente a risolvere le problematiche vaccinali di un bacino di utenza pari a 83.000 abitanti, nonostante la presenza in loco di hub adeguati, di ampie superfici coperte e di parcheggio, oltre all’offerta di personale medico in servizio o in quiescenza, di infermieri e di volontari già vaccinati. Per questi motivi abbiamo già segnalato ai vertici della Regione Lombardia, ai consiglieri regionali e alla stessa Anci Lombardia, recentemente inserita nella cabina di regia regionale, queste carenze al fine di risolvere una situazione fortemente deficitaria”.
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