Cronaca

Amo Colorno: "Cassa del Baganza?
Colorno rischia comunque"

"In Regione da tempo sono depositate alcune interrogazioni proprio sulla richiesta di avviare uno studio sul piano di esondazioni controllate, vorremmo sapere dal presidente Stefano Bonaccini quando verrà data risposta esaustiva”.

Sul sito della Regione Emilia – Romagna, nella sezione “Ambiente”, è comparso un comunicato dal titolo: “Difesa idraulica, sì alla Cassa del Baganza (PR): a settembre via ai lavori di una delle opere più attese”. Nell’articolo si parla della raccolta di circa 5 milioni di metri cubi di acqua che serviranno per mettere in sicurezza i cittadini di Parma dalle alluvioni”.

“Si parla solo di Parma – denuncia il gruppo civico Amo Colorno – ma Colorno, uno dei territori a più alto rischio idrogeologico, non v’è menzione. Il motivo? E’ presto detto. La cassa di espansione sul Baganza, riuscirà probabilmente a garantire maggiore sicurezza idraulica per Parma, ma non per Colorno, essendo troppo distante dal paese di Maria Luigia. Eppure i 136 milioni di euro investiti all’inizio della legislatura, sarebbero dovuti servire per difendere entrambi i territori. Per la cassa di espansione si era partiti con una spesa di “circa” 60.000.000 di euro. Chissà a quanto ammonterà quella finale. Una spesa non proprio da fare a cuor leggero, se si cercano di leggere tutti gli zeri associati e se si pensa che si otterrà una “sicurezza idraulica incompleta”. Fin dalle prime battute dell’articolo web, si parla di “raccolta” di acqua, ma la cassa di espansione non la conserva, bensì la rilascia ugualmente in mare. Non è una diga”.

“Il progetto esecutivo, affidato all’Agenzia interregionale per il fiume PO (AdbPo) prevederà quindi – prosegue la civica – la realizzazione di una maxi struttura composta da due comparti di laminazione, di cui uno gestito da uno sbarramento trasversale di 120 metri di lunghezza e 20 metri di altezza. Tutto molto interessante anche se non del tutto efficace. Per difendere la città di Colorno cosa si è deciso di fare? Oltre che insufficiente ed “anti-ambientale”, la cassa di espansione non sarà realizzata a breve. L’iter sarà lungo e nei prossimi anni la bassa est parmense continuerà a rimanere come sempre ad alto rischio idrogeologico. Ne è esempio lampante quello che sta accadendo negli ultimi giorni. Fino a qualche giorno fa si parlava di “grave siccità” ed oggi, a distanza di un paio di giorni di pioggia, si parla già di rischio di piena per fiumi e corsi d’acqua maggiori”.

“Vorremmo ricordare che Colorno è un paese – sottolinea la civica – da poco insignito del titolo di città, di grandissimo interesse storico e culturale. Come tale va considerato e tutelato. Fin da Palazzo Chigi, bisognerà iniziare a ricordarsene e nel nostro piccolo, in qualità di cittadini, torneremo sull’argomento ogni qualvolta sia necessario farlo, a costo di risultare fastidiosi come un sassolino in una scarpa. Vogliamo rappresentare tutti coloro che provano amore per il territorio in cui vivono e che desiderano serenità. Non si può ogni volta che piove, dover alzare gli occhi al cielo pregando che non accada un disastro. Lo abbiamo vissuto troppe volte, ed il 2011 ed il 2017 hanno lasciato un segno indelebile nel cuore dei colornesi”.

“Si ragioni e si programmi quindi – conclude il comunicato – un piano di esondazioni controllate, partendo fin da monte, al fine di ridurre le portate liquide in alveo, dirette a valle. Si ragioni alla realizzazione di laghi artificiali dove far confluire l’acqua convogliata fuori alveo per scongiurare tra l’altro il costante problema della siccità. In Regione da tempo sono depositate alcune interrogazioni proprio sulla richiesta di avviare uno studio sul piano di esondazioni controllate, vorremmo sapere dal presidente Stefano Bonaccini quando verrà data risposta esaustiva”.

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