Confai Mantova, preoccupa la
tensione prezzi materie prime
“Il problema è di portata ben più elevata – afferma Marco Speziali – e sta investendo anche molti altri settori, rallentando la ripresa dopo il 2020 segnato profondamente dalla crisi pandemica e dal tracollo economico in molti Paesi”
“La crisi mondiale che sta investendo le materie prime, fra il rally dei prezzi del petrolio, il boom dei prezzi dei cereali e l’escalation dei prezzi delle commodity come rame, nickel e alluminio rischiano di rallentare il processo di transizione ecologica e di digitalizzazione dell’agricoltura, lasciando al palo anche il comparto agromeccanico, che tradizionalmente investe con maggiore slancio ed è il principale artefice dell’innovazione”.
C’è molta preoccupazione nelle parole di Marco Speziali, presidente di Confai Mantova, va ben oltre dal rischio per la categoria delle imprese che offrono servizi terziarizzati all’avanguardia in agricoltura di dover aumentare le tariffe per le prestazioni ni campo.
“Il problema è di portata ben più elevata – afferma – e sta investendo anche molti altri settori, rallentando la ripresa dopo il 2020 segnato profondamente dalla crisi pandemica e dal tracollo economico in molti Paesi”.
“È partita una corsa all’accaparramento delle materie prime, con una impennata dei prezzi come logico corollario – prosegue Speziali -. Tali dinamiche hanno infiammato i listini e avranno conseguenze anche di natura geopolitica, come il boom del 18% dell’inflazione alimentare in Turchia evidenzia in maniera plastica”.
Per le imprese agromeccaniche, orientate all’acquisto di macchine e attrezzature agricole, lo scenario attuale sta riservando notevoli ritardi nelle consegne dei mezzi e dei componenti. Confai Mantova rilancia alcune segnalazioni provenienti dai propri associati a testimoniare dell’incertezza di questa fase. Per avere nuovi cingoli in gomma da montare sulle macchine operatrici che si avvalgono di tale sistema di movimento bisogna ordinarli dagli Stati uniti e ci vogliono cinque o sei mesi perché arrivino. Il motivo? Maggiori ordini dopo un 2020 col freno a mano tirato, maggiori costi per la materia prima e maggiori oneri di spedizione, dal momento che anche la logistica sta attraversando colli di bottiglia come la riduzione dei voli commerciali e il costo di noleggio dei container che è praticamente quadruplicato, mettendo in evidenza i rischi di una globalizzazione spinta.
Altre spese in salita libera che pesano sulla gestione delle imprese agricole e, ancora di più, agromeccaniche sono rappresentate dagli oli lubrificanti per motori e cambi. Confai Mantova rileva che molte aziende distributrici hanno programmato due o tre aumenti per i mesi prossimi, nell’ordine del 10% alla volta.
Anche reperire i concimi, in questa fase, è più complesso rispetto allo scorso anno, per un rallentamento delle produzioni da parte delle fabbriche. “Un altro fattore di incertezza – dichiara Sandro Cappellini, direttore di Confai Mantova – che è sentito in maniera più marcata da chi è rimasto ancora all’agricoltura per così dire tradizionale e che le imprese agromeccaniche più orientate all’agricoltura di precisione, alla minima lavorazione e ai sistemi di concimazione a rateo variabile avvertono in misura minore, avendo razionalizzato il processo produttivo. Ciononostante, anche tali risvolti incidono sul management aziendale”.
Se si aprirà un “super-ciclo” di inflazione, come prevede Goldman Sachs, destinato a condizionare in profondità i mercati e gli aspetti geopolitici, è prematuro sostenerlo, ma le indicazioni di Confai Mantova ai propri associati e al mondo agricolo invitano a riflettere sul modello di agricoltura da adottare, così da migliorare la competitività e rilanciare la marginalità aziendale.
redazione@oglioponews.it