Polesine Zibello, notti insonni
nella terra del culatello
Ad oggi è ancora un mistero la causa dei botti; sembra, tuttavia, che dovrebbero provenire da una serie di cannoncini acustici (che emettono rumori simili a quelli di un cannone) posizionati a difesa di pioppeti e coltivazioni, a causa della presenza intensiva di caprioli e cinghiali
POLESINE/ZIBELLO – Non c’è pace per gli abitanti di Polesine Zibello, piccolo centro della provincia di Parma famoso per essere la capitale della zona di produzione del celebre Culatello di Zibello.
Da ormai molte notti la tranquillità del borgo è continuamente interrotta da una serie interminabile e cadenzata di botti che provengono dalla riva opposta, quella Cremonese, impedendo il sonno a molti cittadini.
Ad oggi è ancora un mistero la causa dei botti; sembra, tuttavia, che dovrebbero provenire da una serie di cannoncini acustici (che emettono rumori simili a quelli di un cannone) posizionati a difesa di pioppeti e coltivazioni, a causa della presenza intensiva di caprioli e cinghiali. Si tratta di strumenti di libera vendita e libero utilizzo, ma resta il fatto che il disturbo della quiete pubblica è un reato.
A Polesine Zibello divampano le polemiche e, in tanti, chiedono che le autorità preposte facciano rapidamente i dovuti accertamenti e impediscano, da subito, il ripetersi di questi botti. Della situazione sono anche già state informate le autorità comunali di Polesine Zibello che si sono attivate, per ora senza esito, per risolvere il problema.
“Troviamo inaccettabile e inqualificabile – fa sapere il comitato Amici del Grande fiume di Polesine Zibello – che gli interessi di pochi privati siano considerati più importanti del bene comune di intere comunità. Il disturbo della quiete pubblica è un reato e chiediamo con forza che le autorità preposte si attivino, nella immediatezza, per garantire il rispetto della quiete, e del riposo, di tutti. La gente è già pesantemente provata dalle restrizioni e dall’assurdo coprifuoco notturno imposto dal Governo, oltretutto con regole che non hanno senso in comunità piccole come le nostre. La gente non è disponibile, in nessun modo, a fare altri sacrifici, a sopportare oltre né men che meno a portare pazienza. Noi siamo dalla parte delle nostre comunità. Questi botti notturni devono finire immediatamente e le autorità lombarde hanno il dovere di intervenire per tutelare la quiete pubblica anche della opposta riva del Po”.
Paolo Panni