Salute

Sospensione per operatori sanitari
non vaccinati, Marsella: "Favorevoli"

“Riteniamo – aggiunge – indispensabile che un operatore sia vaccinato in modo da non esporre a rischio di salute e talvolta della vita stessa il paziente che assiste. Non dimentichiamoci che, un po’ nell’indifferenza generale, paghiamo un tributo al coronavirus di circa 500 morti al giorno”.

Il Decreto Legge firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi prevede, tra le varie norme, anche, in caso di accertata mancata vaccinazione, la sospensione per gli operatori sanitari dall’esercizio della professione fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale (comunque non oltre il 31 dicembre 2021).

Enrico Marsella, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Cremona, condivide il provvedimento: “L’Ordine accoglie favorevolmente questo articolo del provvedimento del Governo: era ora. L’OPI riconosce l’importanza della vaccinazione e per sua natura è un Ente istituito prima di tutto a tutela del cittadino, per cui abbiamo l’obbligo deontologico di tutelarlo, soprattutto se fragile”.

“Riteniamo – aggiunge – indispensabile che un operatore sia vaccinato in modo da non esporre a rischio di salute e talvolta della vita stessa il paziente che assiste. Non dimentichiamoci che, un po’ nell’indifferenza generale, paghiamo un tributo al coronavirus di circa 500 morti al giorno”.

La norma, inoltre, va incontro anche alle esigenze dell’Ordine che “potrebbe avviare un procedimento disciplinare nei confronti di chi non non si è vaccinato” in quanto chi non procede a vaccinarsi “disattende il codice deontologico”, ma se non ci fosse stata questa norma “avrebbe avuto le mani legati perché l’Ordine non avrebbe potuto chiedere conferma dell’effettivo rifiuto in quanto dato sensibile”.

Gli Ordini (o i datori di lavoro nel caso degli operatori sanitari di supporto) hanno 5 giorni di tempo dall’entrata in vigore del provvedimento per comunicare l’elenco dei propri iscritti a Regione in modo che questa possa fare i relativi controlli per poi comunicare alle ATS di competenza i nominativi di quanti non si sono vaccinati.

In provincia, pur senza ancora numeri ufficiali, in ogni caso “l’adesione è stata molto alta”. Un fatto che “ci rassicura un po’ e ci fa comprendere come i nostri iscritti sentano forte l’imperativo deontologico di mettere in sicurezza il proprio assistito”. Diversa la situzione degli operatori di supporto, come OSS e ASA, tra cui si concentra la maggior parte di coloro che hanno rifiutato il vaccino.

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