Calvatone, nonno Buck non c'è più. Lascia la sua Liliana a raccontarlo
Nonno Buck di anni in un canile ne ha passati 8. E nessuno sa che vita abbia vissuto prima. A conoscerla, forse, si sarebbe potuto sapere il perché della diffidenza, il perchè fosse difficile anche per i volontari avvicinarlo
CALVATONE – Nonno Buck è andato a dormire il sonno eterno. Faceva parte degli invisibili al canile di Calvatone, un po’ per il suo carattere e un po’ perché ogni volta che arrivava qualcuno a cercare un nuovo compagno di vita restava in disparte.
Nonno Buck di anni in un canile ne ha passati 8. E nessuno sa che vita abbia vissuto prima. A conoscerla, forse, si sarebbe potuto sapere il perché della diffidenza, il perchè fosse difficile anche per i volontari avvicinarlo.
Liliana Dal Zotto però è una volontaria – del Canile di Cremona e di quello di Calvatone – speciale. Una di quelle che gli ultimi li sceglie e ci lavora con pazienza convinta che ogni cane debba avere una possibilità. Che nessun cane è perduto per sempre. Con nonno Buck ha lavorato un anno e mezzo, riuscendo ad ottenere piccoli (grandissimi) progressi.
Negli ultimi tempi però nonno Buck era stanco. La vecchiaia lo ha preso con se. Forse però – magra consolazione per chi almeno due terzi della sua vita li ha vissuti tra le sbarre – almeno in un anno e mezzo ha conosciuto chi guardare con meno diffidenza, chi gli ha voluto bene.
E’ stata proprio Liliana, ieri, ad annunciarne la dipartita.
“Ciao nonno Buck – scrive Liliana – oggi hai deciso di attraversare il ponte alla ricerca di un mondo migliore. Sei arrivato in canile 8 anni fa con molta rabbia addosso, probabilmente dovuta ai maltrattamenti subiti, nessuno ti ha mai preso in considerazione, anche noi volontari avevamo un po’ timore dei tuoi ringhiacci quando ci avvicinavamo al tuo box. Circa un anno e mezzo fa mi sono detta che dovevo e volevo provare a farti capire che non sono tutti cattivi, e così, piano piano ho provato a portarti al guinzaglio e ricordo ancora i dentacci che mi facevi, a farti qualche carezza, a pettinarti… ci riuscivo con l’aiuto di qualche pezzo di wurstel di cui eri ghiotto. Alla fine hai capito che le coccole non fanno male anzi… ci siamo fatti tanti selfie, ti ho tenuto in braccio e coccolato, ti ho imboccato quando non avevi voglia di mangiare… ultimamente eri stanco tanto stanco… Ora corri più forte che puoi libero da ogni dolore”
Nonno Buck è andato a dormire il sonno eterno. Era stanco o forse, come si vede in uno dei selfie con la stessa Liliana, si è addormentato con un sorriso. E’ bello crederlo, così come è bello pensare che nel cuore della sua Liliana, di chi aveva avuto fiducia in lui, vivrà per sempre, nei ricordi.
Nazzareno Condina