Per il 21 marzo le scuole del Cpl ricordano le vittime di mafia: c'è anche il Romani
Momento fondamentale, come in ogni edizione, la lettura dei nomi delle vittime, scanditi con cura, per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine e per non far morire le idee testimoniate.
La Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è giunta alla sua ventiseiesima edizione, protagonista una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali nel segno di Libera.
Giornata da qualche anno anche riconosciuta ufficialmente dallo Stato, attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017.
L’obiettivo di questa iniziativa è un coinvolgimento ampio di tutto il territorio nazionale: per le istituzioni e per la società civile è occasione per lanciare un segnale concreto di impegno comune contro le mafie e la corruzione.
Anche il CPL di Cremona ha aderito come ogni anno impegnandosi concretamente in molte delle 31 scuole della sua rete, con ben nove istituti di secondaria di secondo grado: innanzitutto IIS Torriani, da quest’anno scuola capofila, Manin, Anguissola, Romani, Stanga, Einaudi, Stradivari, Galilei, Sraffa e le scuole secondarie di primo grado cittadine Virgilio e Campi, gli istituti comprensivi Falcone Borsellino, Puerari, Visconteo, S. Bassano.
I ragazzi hanno lavorato con impegno ed entusiasmo superando le oggettive difficoltà legate alla didattica a distanza. Le categorie di vittime oggetto di approfondimento da parte degli studenti coinvolti sono state in particolare: magistrati, forze dell’ordine, sindacalisti, braccianti, sindaci, donne, bambini.
Ogni scuola ha lavorato seguendo le indicazioni preziose di Silvia Camisaschi e Marco Bignelli di Libera Cremona e ha prodotto video, disegni, cartelloni dando vita a delle installazioni fuori e dentro la scuola.
Momento fondamentale, come in ogni edizione, la lettura dei nomi delle vittime, scanditi con cura, per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine e per non far morire le idee testimoniate.
Come già nel 2020 anche quest’anno la Giornata ha dovuto adeguarsi ad un’organizzazione nuova a causa della pandemia. La campagna social attivata dalla rete a livello nazionale e sul territorio ha mostrato “capacità di rendersi attivi e prossimi ai familiari delle vittime, nonostante la situazione contingente”.
Per questa ragione, la proposta ha cercato “una mediazione tra la necessità di non organizzare grandi manifestazioni e assembramenti e il bisogno di vivere, in prima persona e con altri, un momento di memoria e impegno, in piena sicurezza”.
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