Cronaca

Paolo Azzali, le nuvole, il vento, i ricordi degli amici e le sterrate di golena

E' stato sepolto Paolo Azzali. Non le sue idee, né la sua opera. Quelle restano. Nei ricordi delle persone che lui stesso aveva amato e per le quali si era speso sino a quando aveva potuto

CASALMAGGIORE – Corre, come le nuvole di questo marzo di sole e freddo, il ricordo di Paolo Azzali. Ora riposa, spento da un male che se lo è portato via in soli tre mesi senza neppure dargli la possibilità di iniziare a combattere. Corre il suo ricordo, trascinato dal vento. Il ricordo di una persona umile, di poche parole ma dal grande cuore.

Il cuore. quello che aveva speso ogni giorno della sua vita. Con la famiglia, con le persone care e – con pari intensità – con i mondi nei quali aveva fatto volontariato. In Protezione Civile con le Aquile, nel Centro Natura Amica dove con l’onoterapia aveva aiutato tanti ragazzi e tanti anziani a stabilire un proficuo rapporto col mondo degli asini, a far loro ritrovare serenità e sorrisi. A Casa Giardino, con i figliuoli di suor Maria. Quelli che lo consideravano come uno di famiglia e quelli a cui lui, con grande senso paterno, dava loro una spalla alla quale appoggiarsi ogni qual volta ve ne era la necessità.

E’ stato sepolto Paolo Azzali. Non le sue idee, né la sua opera. Quelle restano. Nei ricordi delle persone che lui stesso aveva amato e per le quali si era speso sino a quando aveva potuto.

Bellissimo e dolcissimo il pensiero di Suor Maria Buongiorno. Non se l’è sentita di leggerlo in chiesa. Lei dalla tempra d’acciaio, lei che da tanti anni si occupa dei suoi ‘figliuoli’ e che è reduce dalla durissima prova del Coronavirus ci confessa candidamente che non ce l’avrebbe fatta a reggere l’emozione.

Suor Maria ha lasciato che altri leggessero il suo messaggio durante le esequie.

Lui è stato per tutti noi: figlioli, suore, amici, ‘l’uomo giusto’ citato nel Vangelo e nei Salmi. Figura paterna, ricco di bontà e tenerezza in modo indimenticabile verso i nostri figlioli, tale da essere stato testimonianza cristiana per noi suore e gli amici.

Aveva iniziato 20 anni fa ad interessare i figlioli con la Pet Therapy, coinvolgendo nuovi amici, riportando ottimi risultati conseguiti nella gioia delle conquiste sugli aspetti Psico-fisici dei discepoli.

Poi ci fu la novità dell’esperienza presso l’Associazione NATURA AMICA con gli asini a Gussola. Un altro successo con i suoi figlioli avvenne quando circa 15 anni or sono iniziò l’esperienza teatrale.

Al rientro dalle vacanze al mare, i figlioli si mettevano in contatto con Paolo e la sua dediziosa e amorevole sposa Marisa per iniziare già dai primi giorni di settembre a prepararsi alla recita programmata per il Santo Natale.

Anche su questa esperienza abbiamo ricordi indelebili, è stata una coppia che ha mostrato un mirabile impegno verso gli apprendimenti dei giovani attori. Ed anche in questa esperienza i figlioli hanno riportato acquisizioni formative e culturali, coronate dal successo di constatare che ogni anno aumentava il pubblico applaudente, tale che da casa giardino ci spostammo all’oratorio di San Leonardo e poi nella struttura dell’Avis.

Al termine di ogni spettacolo agli applausi Paolo e Marisa nel silenzio e nell’umiltà sparivano per lasciare ai figlioli tutti i riconoscimenti. Verso il Santo Natale del 2020 e fino a pochi giorni fa Paolo dalla voce sempre piu ‘delicata’ dava ai figlioli la speranza e la gioia che passata la bufera della pandemia avrebbero tenuto un grande spettacolo di cui lui stava approntando per loro il copione.

Paolo, uomo giusto da essere nei ricordi dei figlioli, delle suore, degli amici, l’uomo che nel donarsi ai più fragili ci ha insegnato ad essere fratelli tutti“.

Non è stato l’unico ricordo letto in chiesa. Intenso anche quello dell’amico Paolo. Aveva avuto modo di conoscerlo in golena a Gussola, di condividere con lui un pezzo di strada nel mondo del volontariato in quel piccolo pezzo di paradiso che è il Centro Natura Amica.

Trovare le parole per salutare un amico nel suo ultimo viaggio, è uno di quei momenti nella vita di ognuno di noi estremamente difficile. Non ci saranno mai parole giuste o sufficienti per ricordare Paolo ed il suo legame al sociale, espresso anche all’interno della nella nostra Associazione.

Carissimo Paolo, avendo potuto apprezzare la tua straordinaria energia interiore, mi ero convinto che tu avessi una particolare dispensa rispetto ai mali di questo mondo.

Credevo in cuor mio che avresti continuato per molti anni a diffondere, con la tua presenza, lo spirito positivo dell’essere volontario.

Con la tua improvvisa scomparsa, invece, lo sgomento prima e il dolore poi, ci hanno sopraffatto.

In questa mesta circostanza, molte sono ie cose che come Presidente ma soprattutto come volontario dell’Associazione Centro Natura Amica vorrei ricordare di te: io tua serietà, la tua professionalità, la tua caparbietà, così come la tua pacatezza e la sorprendente umanità che hai profuso senza parsimonia alcuna ai più fragili.

La notizia del tuo decesso ha generato in tutti noi autentici sentimenti d’incredulità e sconforto, nonché tristezza e contrarietà nel vedere venir meno un premuroso marito per Marisa, un padre partecipe per Laura, un Uomo che tante volte, nella difficoltà, ha saputo usare la regola della comprensione e della generosità, volutamente sempre discreta nella forma, ma efficace nella sostanza.

Oggi Paolo, riconosciamo il grande privilegio che tutti noi abbiamo avuto nel conoscerti, ma ci rimane l’amarezza di non aver avuto la possibilità di conoscerti meglio. La tua è una grande perdita, difficile da accettare, un grande vuoto, difficile da colmare“.

Son passati anni ormai, ma l’immagine che si affaccia nei nostri ricordi è quella di una lunga passeggiata in golena. Famiglie, i ragazzi de ‘I girasoli’, giovani. Gli asini condotti fuori, in passeggiata proprio per condividere un bel pomeriggio. In testa a quel gruppo c’era Paolo con uno dei ragazzi de ‘I Girasoli’ da una parte e l’asino dall’altra, poco più avanti di tutto il gruppo. Ricordo il suo sorriso, e le parole che scambiava con chi era a fianco a lui. Noi non le sentivamo, ma percepivamo che fossero parole belle dal riflesso che avevano sul sorriso suo, e di chi era con lui.

Il ritmo era lento, probabilmente con se – lui che era capofila – si era preso il suo ‘metro’ per capire quando fosse stato tempo di fermarsi. Ci fermammo più volte, anche a poche centinaia di metri dall’arrivo. Non ho mai saputo quali fossero state allora le sue parole con quel ragazzo de ‘I girasoli’. Ma le immagino belle, ora a correre col vento sulle stesse sterrate, proprio come la sua – iridescente – anima.

Nazzareno Condina

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