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Pino L'Abbadessa e Garcia Marquez su zoom: "Il teatro è ovunque"

Nasce l’idea di un laboratorio online con esisto finale andato in diretta venerdì 26 febbraio tramite Zoom. All’evento intitolato “Un Signore con le Ali” tratto da un racconto di Gabriel Garcia Marquez, ha partecipato il Casalmattore Emanuele Bernardelli

CASALMAGGIORE – Rinunciare al teatro non si può e non si deve, per chi lo ama è impensabile. A distanza di quasi un anno dalla chiusura dei teatri il regista Pino L’Abbadessa, noto a Casalmaggiore per i tanti laboratori tenuti nelle nostre scuole e coi ragazzi della Santa Federici, dice no, non si arrende, non rinuncia al suo mestiere nella stessa maniera in cui è impossibile rinunciare a un grande amore.

Nasce così l’idea di un laboratorio online con esisto finale andato in diretta venerdì 26 febbraio tramite Zoom. All’evento intitolato “Un Signore con le Ali” tratto da un racconto di Gabriel Garcia Marquez, ha partecipato il Casalmattore Emanuele Bernardelli.

Come gran parte del lavoro di Gabo, questa storia fa parte del “realismo magico”, genere letterario in cui elementi magici o fantastici si combinano con la realtà. In un paese dei Caraibi, dopo un temporale di tre giorni, i coniugi Pelayo ed Elisenda trovano nel loro cortile un uomo decrepito con enormi ali di poiana, sporche e mezzo spelacchiate, intrappolate nel fango: È un angelo? Potrebbe esserlo ma non ne siamo sicuri.

Lo rinchiudono nel pollaio e consultano due autorità locali, una saggia vicina e il parroco, padre Gonzaga, su cosa fare del loro visitatore inaspettato. Quando la notizia del presunto angelo si diffonde e la gente curiosa accorre da ogni dove, alla coppia viene l’idea di far pagare cinque centesimi ad ogni visitatore.

Sebbene ne ricavino una piccola fortuna la fama dell’uomo-angelo è di breve durata non appena si scopre che non è in grado di fare miracoli.

Un’altra stranezza, una spaventosa tarantola delle dimensioni enormi con la testa di una triste fanciulla, arriva e ruba i riflettori alla creatura con le ali. Piano piano la folla si disperde e Pelayo ed Elisenda usano i soldi per costruire una bella casa mentre l’angelo, anziano, malandato e poco socievole, rimane nella loro tenuta diventando per la coppia una presenza ineludibile.

Passato l’inverno, come per miracolo, il piumaggio delle ali dell’angelo si rigenera ed Elisenda dalla finestra non può fare altro che osservarlo alzarsi in volo e allontanarsi senza che nessuna emozione la colga.

L’esito di laboratorio online di L’Abbadessa si presenta fresco e dinamico, i NARR-ATTORI, che si susseguono uno dopo l’altro a schermo intero, raccontano a turno gli eventi in terza persona senza rinunciare, alla recitazione, ai costumi, e alla scenografia.

Occhiali, cappelli, post-it e oggetti vari assumo ruolo sceno-coreografico e insieme all’abilità interpretativa ed incalzante dei narratori/attori trascinano lo spettatore dentro la storia di cui sente parte e a cui resta incollato per sapere cosa succede.

Non mancano nemmeno i virtuosismi dell’improvvisazione, che sortisce l’avvincente racconto della trasformazione di una fanciulla in spaventosa tarantola e del suggestivo canto a cappella di Blackbird dei Beatles.

Emanuele Bernardelli si dice soddisfatto di avere partecipato: “un’esperienza nuova, condivisa con persone che non conoscevo e residenti in zone diverse, divenute un gruppo omogeneo, grazie alla guida di un grande professionista quale è Pino, che come tutti gli innamorati del teatro non può rinunciarvi.

Non sono mancate le emozioni, la magia, l’ansia di sbagliare, la tensione prima dell’inizio, la felicità della riuscita; mi sono sentito parte dei luoghi, dei fatti narrati, trasportato in mondo tanto fantastico quanto reale sebbene tutto si sia svolto dietro o davanti ad uno screen”.

E se il tempo del Covid ci sta portando via il teatro come luogo, come sede dello svolgersi del “drama” di certo non riesce a togliere la passione che spinge a tenerlo vivo.

Con questo lavoro Pino L’Abbadessa ci insegna che il teatro è ovunque, che ovunque e in qualsiasi modo si può andare in scena, che il teatro è vita e che la vita si fonde con esso in un eterno palcoscenico. “Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono altro che attori. Essi hanno le loro uscite e le loro entrate” (W. Shakespeare)

Giovanna Anversa

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