Cronaca

Francesca Cerati, 4 anni dopo. Un dolore infinito e il libro di mamma Laura

"Guardo tanto il cielo - racconta mamma Laura Passerini - e non perché io creda. Guardo le nuvole, quello che disegnano e ci vedo dentro Francesca. E la vedo nei piccoli segni della natura"

… oggi il cielo è la mia speranza. Sono io, le nuvole bianche amiche mi parlano. Le guardo ad una ad una e le inseguo. Si alza il sipario, odo la musica, inizia la tua danza magnifica come sempre, amore mio…

“... Sei un campo di papaveri rossi, parlano. Una spiga di grano, oro. Sei il tutto e l’ovunque. Sei l’amore che mi hai dato, sei quello che sento. Il profumo del limone, fiore, lo sguardo su di me. Il mondo…

CASALMAGGIORE – Il dolore? Si impara a conviverci o forse non si impara mai, perché è sempre più forte di tutto ciò che potremmo opporvi. Va e viene, come il moto delle onde e le maree, ma resta sempre perché il mare resta. Il male resta, cambia solo intensità. L’8 marzo di 4 anni fa si spegneva per sempre il dolcissimo sorriso di Francesca Cerati. Stava tornando a casa dopo una serata di prove di danza a Parma, con la compagnia Artemis di cui faceva parte. La aspettavano per festeggiare la sera dedicata alle donne. A quell’appuntamento non arrivò mai. Il suo viaggio si spense poco prima di Colorno, in un incidente in tangenziale.

Il dolore è grande, soprattutto in questi tempi difficili: “A dire il vero – ci racconta mamma Laura Passerini – quest’anno mi sembra di essere tornata indietro. Mi sembra di sentirlo più forte”. Sino all’anno scorso un poco l’aiutava l’impegno ad organizzare un evento in ricordo della figlia. Eventi con un fine benefico che hanno portato a Casalmaggiore compagnie di danza, amiche di Francesca che l’hanno omaggiata con ciò che di più bello – tra le tante altre cose – lei sapeva fare: danzare.

L’anno scorso lo spettacolo già in programma al comunale fu sospeso all’ultimo per le restrizioni legate al Covid. Quest’anno non si è potuto organizzare nulla. Il fare qualcosa per gli altri, per Laura, è sempre stato importante. Una maniera per sentire la presenza di Francesca, per convivere con quel dolore lancinante che ogni volta le solca il viso, che ogni volta le fa scendere una lacrima. Scrive Laura: “Ho sempre amato la poesia e la letteratura – aggiunge – ed è un modo per me di buttar fuori le emozioni per un dolore grande che non passerà mai”.

FRANCESCA CERATI – Francesca aveva ancora tanta vita davanti, ed i sogni aveva cominciato a costruirseli sin da piccola in ciò che le riusciva meglio: la danza. Esile e aggraziata, aveva iniziato a ballare sotto la guida di Nilla Barbieri, nella scuola dimensione Danza. Un anno di università per poi capire che la sua strada sarebbe stata quella del balletto.

Gli studi con Liliana Cosi e Marinel Stefanescu, poi a Rimini all’IDA e in seguito la borsa di studio che l’aveva portata a Firenze alla scuola del balletto di Toscana. Francesca poi si era perfezionata a Berlino ed il ritorno a Casa, dove aveva trovato spazio nell’Artemis Danza, la rinomata compagnia di danza contemporanea con sedi a Bologna e Parma.

Con l’Artemis danza e prima ancora con la compagnia fiorentina, Francesca aveva avuto la possibilità di danzare in Italia e all’estero. Eclettica e creativa, si guadagnava da vivere anche con le sue creazioni di bigiotteria (Frau Collection) che vendeva nei vari appuntamenti estivi ed autunnali. Sempre un acceso sorriso per tutti, sempre un’innata gentilezza e una dolcezza che ne facevano una persona splendida conosciuta ed amata da tutti.

Stava tornando proprio da una prova di danza a Parma Francesca, che viveva a Casalmaggiore, l’8 marzo del 2017. Quando la sua giovane vita si fermò sulla strada.

I PENSIERI DI MAMMA LAURA – Sono pensieri quelli che annota, piccole poesie o cenni lievi. Daltronde la figlia è in tutte le cose, anche in quelle parole. “Guardo tanto il cielo – prosegue – e non perché io creda. Guardo le nuvole, quello che disegnano e ci vedo dentro Francesca. E la vedo nei piccoli segni della natura”. Foglie posate a terra, fiori spuntati in mezzo al nulla, il volo e la quiete degli uccelli…

… una farfalla / bianca / grande e tremula / si è fatta vedere / riconoscere / sei venuta / con la tua forza / con la tua timidezza / era la tua presenza / la farfalla bianca / grande e tremula / ci ha sfiorati/ ad uno ad uno / in un delicato tocco / posata sul gelsomino azzurro / come il cielo / pulito di settembre / dove tutto è nitido / il tempo di un ricordo / il lampo di un’emozione / per sentire ancora tutto / poi il tuo volo / ti ha portato altrove…

“A volte credo che sia come una terapia. Ho sempre da scrivere con me perché poi i pensieri, come vengono se ne vanno. Eravamo appena tornati da un bellissimo viaggio nel sud dell’Algeria e lei era così felice. Al ritorno da quel viaggio l’ho salutata per l’ultima volta e mi ha detto che per lei, che era stata in tante parti del mondo per ballare, quello era stato un viaggio tra i più belli fatti. Mi aveva ringraziato per averla coinvolta. La sera, quando i tuareg montavano il campo nel deserto, sentivamo un’emozione fortissima. Camminavamo tra le dune, ognuna con i propri pensieri, ognuna sola con se stessa. Una emozione fortissima che ho vissuto e che credo abbia vissuto forte anche lei. Era così felice in quelle sere…”.

Il dolore è un percorso personale, ognuno lo vive alla sua maniera… “Mia mamma – prosegue Laura – vive ormai le cose in maniera ovattata. Ogni tanto guarda le foto di Francesca e gli scappa qualche lacrima. Poi prega e si rasserena. A volte vorrei avere quella fede, ma non ce l’ho. Io non credo e se credessi comunque chiederei perché Francesca non c’è più. No, il dolore non passa”.

LE INIZIATIVE IN NOME DI FRANCESCA – Ieri mattina, ad accompagnarla, c’era l’amica Daniela Bellini. E’ stata proprio Daniela a sostenere l’idea della pubblicazione di un libro con le poesie ed i pensieri dedicate da Laura alla figlia.

Daniela Bellini è una di quelle persone sensibili incapaci di stare ferme. Letti i pensieri e le poesie di Laura, non ci ha pensato un attimo. Alle spese di stampa provvederà lei.

Ad occuparsi della stampa sarà InfoMedia con Raffaella Storti, per la parte grafica lavorerà la brava Giulia Boselli Botturi… “Contiamo di portare a termine la cosa nella primavera – spiega Daniela Bellini – e dopo il libro di favole di Giovanna Anversa sarà la seconda opera di cui mi occuperò. Come l’altra volta sarà un’operazione legata alla beneficenza, legata ad ANPANA e alla struttura che nascerà a Casalbellotto e che legherà il suo nome a quello di Francesca Cerati”.

“Francesca deve essere un simbolo – prosegue Daniela – l’inizio di un discorso. Abbiamo trovato uno spazio dove Laura esporrà gli ultimi bijou realizzati da Francesca. Vorremmo trasformarlo in uno spazio permanente, dove ricordare non solo Francesca, ma col tempo tutte le persone che non ci sono più e che hanno lasciato qualcosa. Penso a Rosangela, ma insieme a lei ci sono tanti altri”.

“Ogni tanto guardo gli ultimi gioielli realizzati da Francesca – aggiunge mamma Laura – e so che è giunto il tempo che possano servire a qualcosa. Quando apriremo lo spazio a lei dedicato, saranno messi in vendita. Serviranno a una buona causa”. Una maniera per continuare a far vivere quei gioielli di Frau Collection, sono gli ultimi in suo possesso ma separarsene in questa maniera, ci garantisce, non sarà così doloroso. La loro vendita finanzierà qualcosa di buono e continueranno a vivere in chi li indosserà.

Non è l’unica iniziativa a cui Laura sta lavorando. In futuro, l’intenzione è quella di creare una sorta di Fondazione che porti il nome di Francesca Cerati e che faccia da supporto alle iniziative delle associazioni del territorio. Ed è quella di gestire uno spazio permanente, una sorta di ‘luogo della memoria’ dove ricordare Francesca e ricordare chi è andato avanti, su qualche altra strada.

Il dolore non si spegne. Resta dentro ed è, come la pena dell’ergastolano, ‘senza fine mai’. Ma c’è un dolore che scava in profondità e continua ad avanzare inesorabile e implode un altro che scava ma che riesce a trasformarsi in musica, in note, in pensieri e parole, in poesia. E che spesso, come è stato in questi quattro anni, riesce pure a trasformarsi in qualche sorriso per gli altri.

In questo secondo dolore si cela una mamma delicata e appassionata e una figlia ballerina dal dolcissimo sorriso. Che riemerge ogni volta e che trasforma le vite di chi incontra in qualcosa di diverso, e di migliore. Un dolore che non si spegne insomma, ma che riesce pure ad accendere luci e cuori.

Nazzareno Condina

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