Cronaca

Boles, rilancio di centro e frazioni. "Collante visivo primo passo per la riqualifica urbana"

"Rispondo alla richiesta dell’Assessore Leoni diretta a vagliare nuovi progetti per una riqualifica urbana del territorio, battaglia che promuovo dal 2014" scrive Boles.

CASALMAGGIORE – Lo stimolo era arrivato dal vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici di Casalmaggiore Vanni Leoni. Ora a rispondere con una proposta è Giuseppe Boles, cittadino casalese che vive a pochi passi da piazza Garibaldi, ma che guarda oltre, tanto che definisce la sua idea un “collante visivo tra centro e frazioni”. “Rispondo alla richiesta dell’Assessore Leoni diretta a vagliare nuovi progetti per una riqualifica urbana del territorio, battaglia che promuovo dal 2014” scrive Boles.

“L’aggiunta del secondo elemento ovvero quello della “territorialità” da intendersi come “territorialità comunale” (suggerito dalla Lr 18/2019 a integrazione della precedente Lr 12/2005) può essere intesa – prosegue Boles – come tentativo di rafforzare quel tessuto connettivo tra frazioni e centro cittadino andatosi sempre più sfibrando nel corso degli anni. Per un occhio attento i segnali non mancano (mi riferisco ad esempio al cartello stradale di Agoiolo cui è stata volutamente cancellata la dicitura sottostante riferita al capoluogo). Casalmaggiore in veste di paese madre ha le sue colpe, inutile nasconderlo”.

Nella foto il cartello stradale al quale fa riferimento Boles

“I motivi spesso campanilistici alla base di questa “separazione in casa” andrebbero cercati da entrambe le parti – prosegue Boles – ma anche volendoli elencare non ci porterebbero che qui, esattamente dove siamo adesso, fornendo alla distruttiva polemica da tastiera nuovi pretesti per l’ennesimo scaricabarile. Ricominciare a tessere quel filo spezzato che per anni ha visto uniti tutti quanti all’interno del Comune diventa fondamentale se vogliamo offrire alle frazioni un valido motivo per macinare i pochi chilometri che le separano dal centro cittadino. Glisso (non certo per mia volontà) l’utopica visione di un argine illuminato da Roncadello ad Agoiolo in veste di vera e propria eco-tangenziale auspicando altre strategie ben più facilmente realizzabili”.

“Affidare a targhe e grandi contenitori colorati debitamente posizionati il non facile compito di sviluppare un medesimo senso d’appartenenza – continua Boles – potrebbe sembrare follia invece è soltanto escamotage di “elementare psicologia” come chiunque del settore potrà confermarvi. Esiste una linea di vasi in materiale plastico dai colori volutamente impattanti (così da essere riconoscibili ad un primo colpo d’occhio) adatti a piante autoctone di facile manutenzione (biancospini selvatici, ad esempio). Posizionarne due all’entrata del Municipio e dodici (uno per frazione) nei vari centri, creerà un primo tentativo di collante visivo, una sorta di fil rouge in linea con la futura affissione dei proverbi dialettali il cui iter sembra finalmente vedere una prossima realizzazione (la burocrazia è massacrante ma la tenacia mia e di Paolo Zani lo è di più). Progetto quest’ultimo che ci renderà primo Comune italiano in tal senso e che già prevede per i piccoli centri insegne legate non solo a caratteristiche proprie del paese ospitante ma anche a Santi protettori delle stagioni e della terra”.

“Non dimentichiamoci che i contadini più veraci vivono nelle frazioni – spiega ancora Boles – e nessuno meglio di loro saprà comprenderne il reale significato.  Chi, ad esempio, uscendo di casa ad Agoiolo si troverà di fronte le stesse targhe in bronzo, lo stesso grande vaso dello stesso colore con la stessa pianta fiorita che poi troverà una volta giunto in Piazza Garibaldi sentirà di far parte del medesimo territorio o per meglio dire continuerà a sentirsi a casa. E così a Cappella, Camminata, Quattrocase e via dicendo. Basterebbe spostarsi di tanto in tanto dalla zona natia per accorgersi che esistono realtà già corroborate in tal senso, vedi Barbaresco nelle Langhe dove da dieci anni la scelta annuale di esporre tutti il medesimo fiore ha rafforzato come mai prima il senso di comunità”.

“Da ultimo – conclude Boles – una proposta per Piazza Vecchia. Due anni fa sono già intervenuto attraverso una raccolta fondi per sostituire i molti pezzi rotti. Non basta. Si potrebbe risolvere la situazione semplicemente trasformando il canale ora vuoto (simbolo del fiume) con qualche metro cubo di terra e utilizzare piante di lavanda (costano una sciocchezza e abbisognano di scarsissima manutenzione) per ottenere un vero e proprio corso d’acqua fiorito e profumato da maggio ad ottobre. Questo trasformerebbe la piazza in qualcosa di estremamente gradevole all’occhio facendoci pian piano dimenticare il ventennio fallimentare di cui è stata vittima. Senso d’appartenenza e orgoglio di paese sono imprescindibili se vogliamo che cittadini di Casalmaggiore e delle frazioni tornino a vedersi e viversi con gli stessi occhi e la stessa voglia di un tempo. Concludo con una nota: i primi turisti di Casalmaggiore sono stati per decenni proprio gli abitanti delle frazioni. Riallacciarsi a loro vorrebbe dire riaffermare un legame con seimila persone che abitano ad un respiro di distanza da noi casalesi. La mia proposta (protocollata in data 3 marzo 2021) ovviamente non è la soluzione definitiva al problema ma da qualche parte bisognerà pur iniziare…”.

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