Viadana, Bedoli, allo screening solo 32 adesioni (su 84). ATS risponde alla mamma preoccupata
ATS: "Ci auguriamo che quanto accaduto contribuisca a far riflettere sull’importanza di aderire alle azioni che vengono proposte con la sola finalità di tutelare la salute pubblica e quella delle singole persone e dei loro familiari"
VIADANA – Si era lamentata, qualche giorno fa, una mamma per la situazione della Bedoli di Viadana e i casi positivi riscontrati. E la preoccupazione era davvero forte. Perché mandare un figlio in una scuola in questo periodo di virus non è mai semplice, soprattutto di fronte a casi positivi riscontrati nella scuola stessa. Si era lamentata e giustamente perché erano state meno della metà i soggetti che si erano volontariamente sottoposti allo screening previsto, chiedendo che chi non si fosse sottoposto non fosse ammesso a scuola.
Avevamo riportato tutta la vicenda – a conoscenza del primo cittadino Nicola Cavatorta, preventivamente informato sui fatti e daccordo sullo screening – ed ora è ATS Valpadana a chiarire la questione. Confermando ciò che avevamo scritto e non diradando nessuna delle perplessità. Lo screening non è invasivo. E’ una forma di tutela per se stessi – in primo luogo – ma pure per gli altri. Non è servito questo a far decollare la campagna predisposta da ATS.
32 persone sulle 84 previste (ricordiamo che l’adesione è su base volontaria) hanno aderito alla proposta. Poche, troppo poche le persone che hanno deciso di assumere la decisione di un semplice controllo. E troppo poche per far risultare quello screening utile sino in fondo. Ieri ATS ha ricostruito tutta la vicenda.
“ATS della Val Padana, pur comprendendo le perplessità manifestate dalla mamma di una/un frequentante la Scuola dell’Infanzia Bedoli di Viadana, intende precisare che – come correttamente riportato nell’articolo stesso – questa Agenzia ha organizzato un’azione di screening, estensiva rispetto a quanto strettamente previsto e su base volontaria.
Infatti, a seguito di un primo caso positivo riscontrato in una sezione ‘bolla’ della scuola (posta immediatamente in quarantena), della successiva positivizzazione di altre persone che erano già in isolamento e dell’ulteriore positività riscontrata in una seconda sezione bolla della scuola (con conseguente disposizione di quarantena anche per questa classe), ATS della Val Padana ha proposto – in ottica preventiva, proattiva ed estensiva rispetto alle attuali indicazioni – un’azione di screening per le restanti 3 sezioni bolla, ancorché non destinatarie di misure di quarantena.
L’ATS ha avanzato la proposta con l’avallo della Dirigente Scolastica e del Medico Competente – informando prontamente il Sindaco di Viadana – proprio con la finalità di massimizzare la capacità di intercettare precocemente e contenere l’eventuale presenza del virus SARS-CoV-2 tra gli alunni e il personale scolastico. Queste azioni di prevenzione hanno piena efficacia, tuttavia, se l’adesione è elevata; in questo caso, purtroppo, su 84 convocazioni, le adesioni sono state solo 32.
Lo riteniamo un dato ampiamente insoddisfacente, che peraltro non premia l’enorme sforzo profuso da ATS nell’attività di sorveglianza e tracciamento dei contatti; tuttavia, proprio perché si tratta di azioni di prevenzione, non è possibile imporre l’obbligo alla partecipazione”.
Sulla richiesta della mamma, nulla da fare. Non è possibile tenere a casa chi non si è sottoposto agli accertamenti.
“Analogamente, non è possibile impedire il rientro a scuola di alunni e insegnanti che non sono stati sottoposti a screening, in quanto tecnicamente non identificati come contatti di caso e pertanto non soggetti a quarantena.
Ad un anno dall’inizio della pandemia, sono stati messi a punto strumenti ed interventi volti al controllo ed al monitoraggio, ma è evidente che solo con il pieno senso di responsabilità di ciascuno, la nostra comunità potrà rientrare in una situazione di “normalità”.
Ci auguriamo che quanto accaduto contribuisca a far riflettere sull’importanza di aderire alle azioni che vengono proposte con la sola finalità di tutelare la salute pubblica e quella delle singole persone e dei loro familiari; ci auguriamo altresì di cuore che in questa circostanza non sia stata persa l’occasione di consentire la massima efficacia all’intervento messo in campo da ATS”.
N.C.