Nicola Taurozzi: "Vaccini nel Mantovano, pochi punti di somministrazione"
"Inanzitutto è fondamentale la disponibilità di 972 dosi di vaccino ogni giorno sette giorni su sette con l'impiego di almeno 11 medici dedicati. Purtroppo allo stato attuale la fornitura delle dosi vaccinali risulta insufficiente e il 18 febbraio non ha superato le 260 somministrazioni"
Ospitiamo, ancora una volta, il professor Nicola Taurozzi, primario emerito e docente dell’Università di Milano. Il tema approfondito dal professore è ancora quello dei vaccini. E’ un invito, il suo, l’ennesimo, a cambiare marcia e a prevedere aggiustamenti che vadano a vantaggio della maggiore possibilità di somministrazione: il tempo è fondamentale.
“In Lombardia – spiega il professore – il 18 febbraio è partita la fase due della campagna vaccinale riservata ai 726.000 over 80 che dovranno ricevere complessivamente 1.452.000 dosi di vaccino anti covid entro la fine di aprile, come da cronoprogramma annunciato.
Nella Provincia di Mantova sono 33.672 gli ultra ottantenni ai quali dovranno essere somministrate 67.344 dosi di vaccino. Per raggiungere tale importante obiettivo occorrono alcune condizioni.
Inanzitutto è fondamentale la disponibilità di 972 dosi di vaccino ogni giorno sette giorni su sette con l’impiego di almeno 11 medici dedicati. Purtroppo allo stato attuale la fornitura delle dosi vaccinali risulta insufficiente e il 18 febbraio non ha superato le 260 somministrazioni e deve essere ancora ultimata la seconda dose della prima fase.
Per quanto riguarda la logistica bisogna reperire velocemente ampi spazi fisici , luoghi attrezzati e sicuri dove eseguire la vaccinazione di massa. Nella provincia di Mantova occorrerebbero almeno dieci grandi punti vaccinali (tre ubicati nell’alto mantovano, tre nel basso mantovano e tre o quattro in Mantova e comuni limitrofi).
A esempio alcuni luoghi idonei per le linee vaccinali potrebbero essere l’arena grana padano (ex palabam) e cinematografi a Mantova, l’ospedale a Suzzara, le strutture della fiera millenaria a Gonzaga, l’ampio spazio del Caffè Plaza a Viadana, l’ospedale San Pellegrino a Castiglione delle Stiviere.
Inoltre sarebbe utile prevedere anche una unità vaccinale mobile (camper) che possa raggiungere i piccoli centri periferici lontani dai grandi punti vaccinali per tutti coloro che, per le precarie condizioni fisiche, non sono in grado di spostarsi.
Non dobbiamo dimenticare infine che la campagna vaccinale di massa dovrà coinvolgere entro giugno il 70% dei mantovani, 248.000 persone al netto della fascia di età 0-14 alle quali dovranno esse somministrate 481.000 dosi di vaccini ad esclusione dei 15.000 soggetti già vaccinati, con un ritmo giornaliero di somministrazione di 3900 dosi al giorno con 39 medici.
Un piano vaccinale che richiede velocità, non solo nel reperimento dei vaccini (si spera di poter accedere ad una vasta gamma di vaccini) ma anche nell’ organizzazione logistica efficiente in grado di coinvolgere medici di medicina generale, farmacie, personale della protezione civile e dell’esercito, strutture quest’ultime attrezzate per lo stato di emergenza“.
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